Finanziati dalla Guelpa lavori urgenti alla biblioteca e abbattimento della ex caserma diventata scuola. Il nuovo progetto deve ancora nascere.
Se ne parla da anni, ci sono stati progetti e convegni, ora sembra proprio che l’abbattimento dell’ex Cena e il conseguente rivoluzionamento del “polo culturale” che si affaccia su Piazza Ottinetti siano sul punto di partire.
Con gli ultimi stanziamenti della Fondazione Guelpa è stato finanziato infatti sia l’adeguamento della biblioteca alla normativa antincendio con interventi sui due piani più l’interrato e la manutenzione straordinaria sui tetti, sia l’abbattimento della parte centrale dell’ex Cena che si affaccia da una parte sul cortile del museo e dall’altra su via Warmondo Arborio.
Nello scorso Consiglio Comunale l’assessore Cafarelli ha specificato che “l’ultimo cronoprogramma prevede che la progettazione definitiva e quella esecutiva verranno terminate tra gennaio e febbraio del prossimo anno. Poi si svolgerà la gara che dovrebbe concludersi entro metà marzo”. Seguiranno i lavori, che dovranno anche tenere conto di probabili ritardi relativi alla presenza di amianto. L’abbattimento non interesserà le parti a contatto con le maniche del Museo e della biblioteca, che fungeranno un po’ da cuscinetto.
L’edificio dell’ex Cena, ormai abbandonato da anni, nel tempo è diventato magazzino per beni e materiali diversi. Rispondendo a una interpellanza del consigliere Benedino del PD, Cafarelli ha precisato che i materiali presenti nei locali dell’ex Cena (arredi dell’alloggio Guelpa, reperti del Museo etnografico, materiali del Museo Garda e del Comune) verranno spostati in parte nei locali vuoti della biblioteca e in parte in altra sede che potrebbe essere quella ormai inutilizzata del centro cottura in via S. Nazario.
Tutto questo naturalmente è la parte più semplice o almeno più lineare. Poi però bisognerà dar vita a questa “Nuova biblioteca” o “Centro Culturale” o “Cittadella” o come volete, e servono idee e progetti ragionati e condivisi.
Per ora sappiamo che verrà abbattuto un edificio nato come caserma (e la prossima estate il cortile del Museo difficilmente sarà agibile) e che il patrimonio della Fondazione Guelpa, attualmente 7,5 milioni totali di cui 1.700.000 già impegnati per i lavori sopra descritti e altri 3.300.000 destinati al “progetto dell’Hub culturale di Piazza Ottinetti”, essendosi molto ridotto non consentirà più di sfruttare gli interessi per finanziare tutte le attività culturali della città.
Il Polo culturale di Piazza Ottinetti
Un mese fa l’assessora Casali ha comunicato la collaborazione del Comune con L’Alta Scuola Politecnica, organizzata dal Politecnico di Milano e dal Politecnico di Torino, per lo studio multidisciplinare Campus GROMA, condotto da sei studenti insieme a tutor accademici e docenti esterni, per valutare esigenze e caratteristiche del nuovo Polo culturale (basta con questo hub!) in relazione al territorio eporediese. Il progetto era stato presentato dal Comune e scelto, insieme ad altri dalla Scuola, a cui comunque l’Amministrazione ha versato un contributo di liberalità di 10.000 euro.
In tutto ciò la Fondazione Guelpa, nel cui cda siedono Bartolomeo Corsini, Giancarlo Guarini, Daniela Broglio e Giacomo Bottino, è alla ricerca di un nuovo Presidente, dopo le dimissioni di Roberto Battegazzorre a giugno. Il bando del per la presentazione delle domande è stato pubblicato solo il 22 novembre e scadrà il 22 dicembre, non proprio una misura tempestiva.
Il lavoro che attende l’Amministrazione e la Fondazione è molto impegnativo: elaborare un progetto per la nuova biblioteca che, dicono tutti, non dovrà essere una tradizionale dispensatrice di libri ma catalizzare e promuovere attività culturali e partecipative, e contemporaneamente trovare il modo di attrarre altri finanziatori che permettano di assicurare una gestione dell’universo culturale che a Ivrea è una tradizione, un orgoglio, e caratteristica riconosciuta.
Non sarà un lavoro breve ma è ora di iniziarlo. Ritardo dopo ritardo gli anni passano, le amministrazioni pure, e le sale strapiene della biblioteca sono rimaste uguali a come erano circa cinquanta anni fa.
Francesco Curzio