La paura mangia l’anima dell’amministrazione comunale eporediese

“La paura mangia l’anima” è il titolo di un film (di Rainer Werner Fassbinder di 50 anni fa) che rischia di diventare anche la più calzante definizione dell’attuale maggioranza progressista nel Consiglio Comunale di Ivrea

Come spiegare altrimenti, se non con la paura di esporsi agli attacchi delle destre (che controllano governo e Regione), la scelta di “tenere un profilo basso” sulle questioni politiche e ideali (“l’anima”) che comportano necessariamente di “schierarsi”, di dire parole chiare e rompere la “melassa istituzionalizzata”, quella dei discorsi vuoti che van sempre bene per tutti?
E’ successo qualche settimana fa con il patrocinio al “Comitato 10 febbraio” ed è successo di nuovo nella seduta del Consiglio Comunale del 26 ottobre a proposito di Israele e Palestina.
Non è possibile che di fronte al genocidio in corso a Gaza (e alla prevedibile estensione nei territori occupati della Cisgiordania e della guerra in tutto il Medio Oriente) nessuna forza della maggioranza abbia sentito il bisogno di presentare un Ordine del Giorno che dicesse parole chiare e oneste. Anche solo quelle dell’Onu o di Amnesty International o del Papa.
L’unica spiegazione possibile è che questo bisogno sia stato soffocato dalla logica di “non esporsi” su questioni non meramente amministrative. Che sia accaduto, appunto, che la paura abbia “mangiato l’anima”.
Il risultato è quello di essersi ridotti alla sceneggiata della discussione su una mozione presentata, e poi ritirata, dalle destre con l’evidente scopo di farsela bocciare e poter poi accusare l’amministrazione eporediese di “stare con Hamas” e contro il “baluardo della democrazia in Medio Oriente”.

Giocando col regolamento, amministrazione e maggioranza hanno evitato tali accuse e possono tirare un sospiro di sollievo, ma lo spettacolo offerto, al di là di alcuni apprezzabili interventi di consiglieri, è quello di una maggioranza senza empatia con il “popolo” che l’ha votata. Un popolo che vive da giorni l’angoscia dell’impotenza di fronte a ciò che accade in terra di Palestina e che solo cinque giorni prima del Consiglio Comunale aveva dato vita a una bella e partecipata manifestazione cittadina.
Il “siete democristiani” lanciato dal consigliere Cantoni prima della sua parte in sceneggiata (quella dell’offeso che abbandona l’aula), più che un’accusa suona come un complimento immeritato per la maggioranza nel suo insieme.

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