Ivrea va normalizzata, dopo Ivreaestate a chi tocca?
Alla fine ciò che conta è il risultato e il risultato è che quest’anno Ivrea non avrà una manifestazione estiva, Ivreaestate, sulla quale poteva contare da 33 anni.
Ma sono soprattutto i modi e i toni che hanno resa pubblica questa decisione a far capire che qualcosa è veramente cambiato con questa Amministrazione a trazione Lega.
Sembra stucchevole l’esercizio di verificare i tempi e i comunicati che hanno scandito questa vicenda, eppure è qui che viene fuori il nodo della questione ed è quindi un piccolo sforzo che occorre fare.
Dopo il blocco di tutte le attività nei mesi di marzo, aprile e maggio, il 15 maggio viene prospettata dal DPCM la possibilità, dal 15 giugno, di riaprire teatri e cinema, con alcune norme di prevenzione e distanziamento obbligatorie. Pur avendo già quasi rinunciato all’idea di una Ivreaestate 2020, gli organizzatori pensano a una edizione straordinaria e preparano una bozza di programma che per la prima volta vede coinvolte molti altri operatori culturali, cinema e compagnie teatrali del territorio. Il tutto viene presentato il 29 maggio a Sindaco e Assessora alla cultura specificando che entro pochi giorni il programma potrà essere più dettagliato, compreso di costi e preventivo, cosa che avviene il 5 giugno.
Era incompleto, era sovrastimato, era tardivo? Non si sa perché dal Comune non arriva alcun segnale né richiesta di chiarimento tanto che il 18 giugno su Varieventuali esce un articolo che parla di richiesta inascoltata e quindi destinata a naufragare, visto che i tempi erano già molto stretti per l’allestimento e l’organizzazione di una manifestazione che avrebbe dovuto partire a luglio.
Solo a questo punto il Comune convoca Rosse Torri per il 19 e nell’incontro propone di mettere a disposizione al massimo la stessa cifra dell’anno scorso. Rosse Torri prende l’impegno di rispondere entro il lunedì successivo.
Ma, senza aspettare la risposta, già nella giornata di domenica 21 il Comune emette un comunicato dove la proposta viene definita “generica e difficilmente giudicabile nei contenuti” e la decisione è di “confermare lo stesso contributo dello scorso anno, cioè 11.000 euro, previa la condivisione di un programma dettagliato, a fronte del quale la Giunta avrebbe fatto in modo di considerare eccezionalmente per quest’anno Ivrea Estate come una manifestazione straordinaria”.
Praticamente la eccezionalità della situazione di quest’anno viene totalmente ignorata, compresi i costi maggiori, gli incassi minori per la riduzione dei posti, la riduzione del calendario per l’avvio ritardato e la concomitanza con la Grande invasione e il Festival Jazz, per non parlare del significato anche psicologico di una ripartenza culturale della città.
E’ significativo inoltre sottolineare che nulla giunge come risposta formale del Comune all’associazione, costretta quindi a leggere sulla stampa le considerazioni dell’Assessora.
Per questo Rosse Torri, oltre che inviare formale risposta all’Amministrazione nella giornata di lunedì 22 come si era impegnata a fare, invia alla stampa un comunicato con le motivazioni della rinuncia.
Poteva finire così, con Ivrea privata di una stagione di spettacoli all’aperto per una legittima, per quanto miope, scelta politica. Invece l’Assessora vuole l’ultima parola e continuando a non dialogare direttamente con l’Associazione Rosse Torri, sceglie nuovamente di esternare sulla stampa con secondo comunicato veramente anomalo nella veemenza e nella mancanza di stile istituzionale.
Può succedere ed è successo tante volte, che vengano proposte al Comune, o prima di lui alla Fondazione Guelpa, iniziative che non vengono accettate o scartate perché troppo onerose o non condivise. Ma che un Assessore in un comunicato ufficiale dichiari che “I signori di Rosse Torri sono venuti in Comune a cercare la rissa” indica solo la volontà di mettere in cattiva luce chi viene recepito non in sintonia. Prosegue il comunicato:
“Quello che più lascia perplessi è lo stupore e il risentimento di Rosse Torri quando l’amministrazione comunale ha chiesto all’associazione di avere visibilità rispetto al progetto proposto e magari anche rispetto ai c1 (i bordereau) della stagione precedente. Analizzare l’andamento, anche a livello di presenze, della stagione precedente di una determinata manifestazione, può voler dire trarre conclusioni utili al fine di modificarne eventualmente i modi, i tempi e i contenuti in vista di una maggiore efficacia. Oggi viene tutto utilizzato in modo strumentale!”
Peccato che tutti i consuntivi e le presenze della passata edizione siano stati consegnati al Comune già a dicembre 2019 e negli incontri di quest’anno non se ne sia mai stato fatto cenno, come spiegato nel secondo comunicato Associazione Rosse Torri.
Gli spettacoli proposti erano già stati programmati, e non andati in scena per la pandemia, nelle stagioni del Teatro Giacosa, degli Accordi rivelati e del Teatro Bertagnolio di Chiaverano anche se probabilmente a spaventare di più era la scelta dei film, vedi mai che ci fosse un inno alla ribellione o un amore “fuori schema”.
Poi entriamo nello storico: l’amministrazione ha dato la precedenza al “panem” (i buoni sconto e gli aiuti a chi ne aveva maggiore necessità) per occuparsi quindi subito dei “circenses”.Siamo dunque tornati ai circences che servono a divertire il popolo, alla faccia di tutte le parole sulla centralità anche economica del mondo culturale e dello spettacolo dal vivo, non solo in Italia ma in special modo ad Ivrea, erede di quell’Olivetti che, non diteglielo, era anche socialista.
Come si diceva all’inizio, quel che conta è il risultato. Ora “finalmente” una manifestazione come Ivreaestate, evidentemente vista come di parte politica opposta, è azzerata e fra poco toccherà a quegli altri resistenti dello Zac.
Cosa mettere al loro posto? L’Assessora ha specificato che ha già ricevuto diverse altre proposte per l’estate, quindi stiamo sereni. Per il Movicentro di sicuro ci sarà una affollata corsa a partecipare al bando.
Pian piano la Lega, che ha di recente piazzato in giunta la assessora Casali, sta dunque imponendo i suoi metodi alla maggioranza che governa Ivrea, solo che in campo culturale non riesce a sostituire gli odiati avversari con quelli più fedeli semplicemente perché è difficile trovarne. Non è proprio il loro forte.
Comunque, tranquilli, torna il luna park in centro per San Savino, e quest’anno per 10 giorni. Viva.
Francesco Curzio