Il PD è oggi nella “fase costituente del Congresso”, è in corso la compilazione della “Bussola” da parte dei partecipanti (una sorta di sondaggio tra gli iscritti) dalla quale dovrebbero scaturire gli orientamenti del “nuovo PD”, mentre “sottocomitati del Comitato Costituente elaborano proposte per l’approvazione da parte dell’Assemblea Costituente del Manifesto dei principi e dei valori fondanti del nuovo PD” (virgolettato tratto del sito nazionale del Partito Democratico).
Il PD eporediese, inoltre, è alle prese con la scadenza elettorale comunale della primavera prossima.
Di tutto questo parliamo con Luca Spitale, confermato segretario del Circolo del PD di Ivrea e Cascinette.
Ci può spiegare come state svolgendo il congresso qui, nel circolo eporediese?
Esattamente come descritto sul sito, da voi riportato, la bussola oltre a permettere dibattiti interni al circolo assembleari, concede anche il contributo personale di chiunque voglia esprimere la propria posizione, ritengo che questa procedura sia una vera chiave di volta perchè gli esiti di riunioni di “partito” renderebbero più istituzionali e allineati i contributi, solo così si ottiene davvero una fotografia delle volontà di chi vorrebbe far parte di questa comunità, ma non ha trovato il recinto valoriale che si aspettava.
Mi auguro che siano in molti a scrivere le proprie posizioni, sensibilità, suggestioni. Questa volta il congresso parte davvero dal basso, basta partecipare.
Eletto da renziani e “balluriani” segretario del Circolo eporediese del PD nel 2017, nel momento di maggior rottura interna, è riuscito in questi anni a riunire il partito tanto da essere confermato unitariamente nel febbraio scorso e a presentare recentemente un unico candidato del PD, Matteo Chiantore, a sindaco per le prossime elezioni comunali. E’ altrettanto sostanzialmente unitaria la scelta di presentarsi alle elezioni in coalizione con M5S, Viviamo Ivrea e Laboratorio Civico? E non c’è nel PD eporediese chi preferirebbe una coalizione con “calendiani-renziani” locali?
Dopo un battesimo politico molto burrascoso ho lavorato tutti i giorni per 5 lunghi anni al solo fine di formare una squadra coesa e compatta, fatta di persone che si rispettano nelle proprie diverse sensibiltà e che avessero un obbiettivo comune, come in una grande famiglia.
Ad un centimetro al giorno questo è accaduto e ne vado orgoglioso. La scelta di realizzare un campo largo nelle forze progressiste è ampiamente condivisa, così come la scelta del candidato sindaco, abbiamo imparato dal passato che in un ambiente democratico in ultima istanza la volontà della maggioranza diventa obbiettivo comune, di tutti. Il rapporto con Calenda e Renziani in città è cordiale, molti esponenti sono amici del PD che hanno fatto scelte diverse, ma l’obbiettivo ora è di far atterrare la coalizione a sinistra, se dovesse fallire questo tentativo è evidente che cercheremo la più ampia convergenza nel nostro progetto politico in città, anche altrove.
Il vostro candidato sindaco, Matteo Chiantore, non è un personaggio della vita politica e amministrativa della città e, al momento, poco note sono le sue opinioni. Come è nata e si è affermata la sua candidatura nel PD eporediese?
Matteo risponde al profilo che il partito aveva delineato, un’apposita commissione ha sentito esponenti di oggi e di ieri, del partito e fuori, proprio per immaginare quali sarebbero state le caratteristiche del/la candidato/a. La sua condizione di nuova personaltà è un valore aggiunto. Matteo, però, segue i comuni da un punto di vista legale, conosce perfettamente i meccanismi amministrativi propri dell’ente, cosi come in questi 5 anni ha respirato quotidianamente l’aria politica di via Peretti. Matteo ha dimostrato di essere un ottimo federatore anche al nostro interno, il suo contributo è stato fondamentale per creare quell’ambiente unitario di cui sopra, la sua candiatura oggi a noi pare come l’ovvio risultato del lavoro da lui svolto nel recente passato. La decisione poi di non metterlo immediatamente al centro del dibattito pubblico è una scelta ponderata, che va incontro a logiche di rispetto per le forze politiche con le quali stiamo organizzando questa coalizione, non è nel mio stile, e neanche in quello di Matteo, mostrare i muscoli del partito grosso, quello che conta elettoralmente di più, non in questa fase.
Laboratorio Civico ha avanzato da tempo la candidatura a sindaco di Enrico Giacopelli, andrete a primarie della coalizione per decidere chi sarà il candidato sindaco?
Comunico la volontà di fare questa coalizione e di voler usare lo strumento delle primarie da almeno due anni, mai il partito democratico è stato tanto lineare e netto nelle proprie comunicazioni politiche, nessun giochetto, palmi verso l’alto, chiarezza cristallina, ma soprattutto disponibilità e apertura su tutti i temi di programma che ad oggi gli alleati ci hanno sottoposto. Resta inteso che siamo a Natale 2022, e la disponibilità a fare le primarie è inversamente proporzionale al tempo che impieghiamo per l’accordo. Il nostro statuto parla chiaro. Nei miei progetti ad oggi saremmo dovuti essere almeno due passi avanti. Un candidato non si improvvisa, il tempo per un percorso alternativo, dovessimo ricevere un no dai nostri compagni di avventura, è troppo poco. Vogliamo vincere, abbiamo bisogno dei giusti strumenti, stiamo investendo tutte le nostre forze, a scapito delle nostre vite, delle nostre famiglie, delle nostre professioni, tanto basta per essere molto determinati. Il tempo per un accordo politico e programmatico c’è, fino all’ultimo minuto.
«L’istantanea della tornata elettorale ci restituisce una città PRONTA a cambiare passo nella primavera. Una base elettorale del 40 percento è una splendida piattaforma da cui lanciarci. […] Dati oggettivi alla mano, da queste parti, siamo sulla strada giusta». Così scrivevate il 26 settembre sui social dopo il risultato delle politiche. Al di là dei numeri, come avete lavorato in questi 5 anni di opposizione sul territorio (sia fuori che dentro le istituzioni)?
Bene a mio parere, ma lo decideranno gli elettori. Fare un elenco è impossibile in questa modalità. In sintesi fare opposizione è stata un’ottima cura per tutti noi. Certamente è un lavoro complicato, lavoro che si vede poco purtroppo, abbiamo perso spazio mediatico, questo rende meno efficace il nostro operato da un punto di vista comunicativo, quindi ci siamo dedicati ai rapporti diretti e personali, speriamo di raccoglierne i frutti.
Quanti e quali danni ha fatto, secondo voi, alla città e al territorio l’amministrazione Sertoli? E cosa conta di fare il PD se tornerà ad amministrare Ivrea?
Hanno buttato alle ortiche il riconoscimento UNESCO, cinque anni persi, la capitale del libro, diretta conseguenza del riconoscimento, è stato un festival di iniziative da “titoloni” che nulla hanno lasciato sul territorio, dilapidando a mio parere enormi disponibilità economiche che potevano ricadere sui cittadini e sull’economia locale. Il carnevale, al netto della pandemia, è stato stravolto da un punto di vista statutario e questo ha determinato un impoverimento di risorse umane. Le associazioni tutte della città, una dietro l’altra, sono state bistrattate utilizzando strumenti posticci, quasi epurate con spirito di vendetta, per non parlare della gravità dell’abdicazione di Ivrea a capitale dell’eporediese; si è completamente perso il ruolo di regia di un territorio, già messo a dura prova dalla mancanza di rappresentatività negli enti superiori. Solo per citare i problemi più percepiti, ma si potrebbero scrivere pagine. Questo per quanto riguarda i danni; si dovrebbe segnalare inoltre che non è stata fatta un’opera pubblica, nessun nastro tagliato; in tempo di COVID si doveva progettare, penso al processo della biblioteca fermo, di fatto, al 2018, nessun progetto. Mi auguro che il PRG in dirittura di arrivo ci consegni almeno un messaggio politico, un testimone da portare avanti, ma dubito. Noi vogliamo riparare tutto questo, restituire dignità alla Capitale del Canavese. Resta molto complicato, a detta di tutti gli addetti, la questione degli uffici e la loro organizzazione, bisognerà investire più risorse. Se dovessi individuare tre temi caratterizzanti del prossimo mandato direi: sostenibilità energetica, UNESCO, amministrazione condivisa, spiegheremo come in campgna elettorale.
a cura di Andrea Bertolino e fz