Il possibile rilancio della Serra

L’acquisto da parte del Comune è il primo passo verso la riqualificazione dell’immobile

A undici anni dalla chiusura nel 2014 del Centro Culturale La Serra una nuova prospettiva potrebbe realizzarsi per la riapertura di quell’immobile che, in pieno centro cittadino, si distingue per le sue linee moderne e insolite mentre una cancellata ne impedisce la fruizione.
Concepito dalla Olivetti nel 1968 e aperto nel 1976 come un unico contenitore di alloggi temporanei, hotel, ristorante, piscina, sala congressi e sala conferenze, l’Unità residenziale est – La Serra ha seguito il destino della casa madre passando prima alla Pirelli e poi nel 2007 venendo spezzettata in tante proprietà quante erano le camere d’albergo e le altre attività. La parte legata alla sala congressi/teatro con il grande atrio era stata ceduta alla società Effetto Serra, formatasi per l’occasione, mentre la sala Cupola era stata donata al Comune di Ivrea.
La società Effetto Serra ha proseguito le attività, comprendenti cinema, spettacoli, bar, libreria, mostre, conferenze e convegni, fino al 2014 per poi arrendersi alle difficoltà commerciali e gestionali e chiudere il Centro. Il curatore fallimentare ha messo all’asta nel 2017 la parte di edificio di proprietà partendo da 423.000 euro fino ad arrivare a novembre 2024, a 112.000, sempre senza esito.
Si tratta di una parte importante di Ivrea – sostiene il sindaco Matteo Chiantore – di grande riconoscibilità e oggetto di studio anche da parte di chi viene a visitare il sito Unesco, pur essendone al di fuori, e che ha dimostrato di poter essere un importante centro di aggregazione. Per questo crediamo che il Comune non possa permettersi di vederlo deperire e debba invece provare a riattivarlo.

Quali saranno le tappe del progetto?
Per l’acquisizione vorremmo far leva sui crediti che il Comune vanta verso la proprietà per imposte non versate per circa 80.000 euro. Poi abbiamo bisogno di tempo per impostare e mettere in piedi un progetto di riqualificazione della struttura in maniera da poter attrarre privati che gestiscano una attività redditizia. Il piccolo chiosco attuale per esempio è troppo angusto, ci sono spazi che vanno ripensati. Per questo abbiamo chiesto ai condomini, che già attualmente si fanno carico delle utenze dello stabile, di continuare a farlo per quattro anni mentre il progetto viene definito. La riqualificazione poi andrà  sicuramente anche a vantaggio dei privati che ora abitano o lavorano alla Serra a contatto con un degrado progressivo. Vogliamo inoltre evitare, visto il prezzo ormai irrisorio, che si insedino delle attività speculative non interessate al miglioramento dell’immobile.
Nel frattempo dovremo attivarci per attingere a bandi pubblici per l’effettuazione dei lavori veri e propri.

Non si rischia una sovrapposizione di cantieri con le altre opere già in partenza come il Polo culturale e palazzo Giusiana?
Questo è un progetto che richiede diversi anni per partire ed essere completato. le altre opere seguono strade diverse, dal coinvolgimento della Guelpa al PNRR.

Pensate a una gestione unica della struttura?
Certamente, bisognerà trovare un gestore che sappia fare attività sociale, aggregativa, culturale e contemporaneamente abbia capacità di avere un utile da una attività commerciale. Quindi la risistemazione degli spazi dovrà da una parte rispettare il luogo e la sua storia e dall’altra permettere di svolgere queste diverse attività, rivedendo anche gli impianti che devono portare a una gestione sostenibile.

Sala congressi/cinema

Sotto La Serra ci sono anche importanti resti romani.
Certo, sono di proprietà del Demanio ma attualmente sono poco difficilmente usufruibili, come quelli sotto la Banca San Paolo o l’anfiteatro, che è dietro un condominio e sempre chiuso. Tutti questi dovremmo inserirli in un unico circuito e dotarli di strumenti tecnologici che ne permettano la visione e la conoscenza storica.

Resta la Sala Cupola. Com’è la situazione?
E’ una sala che sarebbe molto importante per Ivrea, che è carente di sale di medie dimensioni. Per il recupero é stata inserita in un progetto PNRR gestito da Città metropolitana, che segue quindi la rivalutazione dei costi. Certo che se parte il progetto sulla Serra anche la Sala Cupola dovrà essere compresa.

Le prossime tappe?
Se ci sarà la approvazione dei condomini, vista l’entità della cifra porteremo il progetto in Consiglio Comunale e poi potremo procedere alla acquisizione. Se non ci saranno intoppi potremmo arrivarci entro l’estate.

«Questo non è un edificio ma è un sistema urbano: un rione, un quadrivio, un alveare, un portico medievale che raccolga tutti i suoni e i percorsi abitativi, mercantili, amministrativi, ricreativi. Non ha quindi una faccia, ma ha degli scorci, delle vedute e delle predisposizioni al paesaggio, al corpo della città »
Paolo Volponi, La macchina sociale. Un’architettura-ponte tra fabbrica e città.1976

a cura di Francesco Curzio