Un’ottima notizia la riapertura del Boaro e finalmente potrà riprendere anche la programmazione del Cineclub Ivrea chiamato a preparare la sua 63esima edizione.
In tempi in cui sono rare le buone notizie, fa particolarmente piacere la conclusione positiva della difficile e complessa trattativa della nuova gestione con la proprietà dello storico cinema eporediese.
In un’epoca in cui molte sale continuano a chiudere, poter annunciare che un cinema di comunità nel centro cittadino non diventerà l’ennesimo negozio di abbigliamento né un edificio abbandonato e che invece si rinnova per diventare più accogliente, bello, sicuro e funzionale, è una ottima notizia per la città e il territorio.
Sarebbe stata veramente drammatica per la città la chiusura della sala che, con la nuova gestione, intende riprendere la sua originaria denominazione, del 1910, di cinema “Splendor” in aggiunta a quella del fondatore Giuseppe Boaro.
Molti sono i lavori da fare per adeguare la sala alle più recenti normative relative alla sicurezza e per renderla più accogliente e funzionale, ma la determinazione del giovane Niccolò Tomelleri (ventisettenne di una famiglia di esercenti di Candelo, piccolo centro del Biellese famoso per il suo ricetto e per il mitico cinema Verdi) che da alcuni anni gestisce l’Ambra di Valperga, fanno ben sperare sulla realizzazione delle opere in tempi brevi e poi sulla qualità e attenzione alla programmazione. E sulla possibilità di ripresa del Cineclub Ivrea, altro patrimonio storico della città che ha le sue origini nei Servizi Culturali Olivetti e potrà, dopo un anno di attesa, finalmente presentare la sua 63esima edizione.
Un’edizione che, anche per ripagare della forzata astinenza, dovrà essere particolarmente ricca e innovativa, confermando la vitalità ritrovata negli ultimi anni da questa istituzione culturale eporediese.
Se poi, oltre alla riapertura del cinema Boaro e del Cineclub, dovesse andare in porto la riattivazione del Centro culturale della Serra insieme alla nascita del Polo culturale della biblioteca e il riutilizzo di Palazzo Giusiana, troverebbe finalmente risposta la domanda di spazi per attività. E si potrebbe a ragione parlare di “Ivrea città della cultura”.
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