Grazie dalla Fenice

Tutta la redazione “La Fenice” non può esimersi dal ringraziare caldamente tutte quelle persone che attraverso commenti e “like” danno un senso alle nostre voci troppo spesso inascoltate e scaldano d’entusiasmo gli animi di noi estemporanei giornalisti.
Potete credermi quando vi dico che in galera si fa un’enorme passo indietro nella comune socialità… si è privati di quasi tutto e per forza di cose bisogna ricominciare da quei rapporti umani che non sempre sbocciano spontaneamente, soprattutto se la convivenza è forzata.
L’ho già scritto altre volte e lo ribadisco ora che la cosa più alienante del carcere è la perdita di contatto con l’esterno. A tal proposito si sfruttano al massimo colloqui con le persone care, ma anche incontri con educatori, psicologi e professori che comunque ci portano un raggio si sole da fuori…almeno…a noi sembra così.
Quindi potete ben capire come sia importante questo spazio redazionale per tutti coloro che partecipano che ci permette di arrivare nei cuori dei più attenti.
Olivia e Francesco (che sono materialmente le persone che si prodigano come organizzatori), il sottoscritto e tutti i partecipanti a questa bellissima iniziativa esortano il pubblico lettore a scrivere, commentare e discutere con noi anche in maniera diretta e talvolta scomoda, se non si fosse d’accordo, per un ragionamento aperto e stimolante, poiché è proprio questo il nostro obiettivo… muovere il pensiero!
Sono personalmente stato molto colpito dalle parole di Pierangelo Scala che con un’intelligenza fine ha più volte commentato i nostri articoli cogliendone totalmente il senso, dimostrando un’ottima sensibilità, riscrivendo e rivisitando con una prospettiva differente i concetti da noi evidenziati.
Ho sempre cercato il confronto delle mie opinioni ed ora che sono detenuto forse paradossalmente vengo ascoltato di più, quasi fosse una sorpresa qualcuno che in galera sia capace di una logica interessante.
L’articolo di Scala è oltremodo gratificante poiché per noi, che qui davvero mettiamo passione nei nostri lavori, è un’esigenza importante quella di sapere di non star a perdere del tempo.
Sarebbe entusiasmante un incontro qui, in Casa di Reclusione, magari nella sala polivalente e stiamo cercando di organizzare con Olivia una serie di incontri con chiunque volesse conoscerci e toccar con mano una realtà sicuramente controversa, ma troppe volte mal interpretata, per un reciproco scambio di vedute ed idee.
A Pierangelo Scala in particolare vorrei stringer la mano per la lungimiranza dimostrata, per esporgli la mia stima poiché per un giorno non mi ha fatto sentire un detenuto qualunque.
Grazie davvero.

Vespino