Dopo l’immediata e straordinaria reazione a favore dello ZAC! l’amministrazione comunale di Ivrea durante il consiglio comunale dispensa riconoscimenti alla cooperativa che da sei anni gestisce il Movicentro. Ma il risultato non cambia, vogliono rimettere “sul mercato” lo spazio con un nuovo bando.
Cosa migliaia di persone di tutte le età dell’eporediese è chiaro: preservare lo ZAC! che è patrimonio sociale, civile, culturale della città. Lo dimostrano le tantissime attestazioni di stima, dichiarazioni di vicinanza e sostegno ricevute dallo ZAC! negli ultimi giorni e il grande successo della sottoscrizione all’appello che chiede al sindaco di rinnovare il contratto allo ZAC! che ha raggiunto e presto supererà le 5500 firme.
Invece cosa vuole fare l’amministrazione comunale di Ivrea è meno chiaro o almeno meno trasparente. Un solo punto è certo: la giunta eporediese è decisa a pubblicare un nuovo bando per la gestione del Movicentro, lo ha detto chiaramente il sindaco Stefano Sertoli durante il suo intervento nel consiglio comunale di giovedì 28 maggio. Pur potendo rinnovare per altri sei anni il comodato modificandone le condizioni, hanno scelto la linea di rottura.
La maggioranza che guida la nostra città, trainata dalla Lega, non ritiene irrinunciabile lo ZAC! E’ un dato di fatto.
Se così non fosse, si sarebbero mossi mesi fa per gestire il rinnovo e i consiglieri di maggioranza (Cuomo escluso) non avrebbero sentito l’urgenza di scrivere a mano una lettera al presidente del Consiglio Borla per comunicare che approvavano la proposta [avanzata nella riunione di maggioranza del 6/5, ndr] di proroga al 31 dicembre 2020 “al fine di allineare ad un’unica data le scadenze dei contratti degli immobili comunali”. Una comunicazione superflua. Se la riunione di maggioranza aveva già approvato, perché ribadire la cosa con tanto di lettera formalmente protocollata? E che razza di motivazione è allineare le scadenze dei contratti? E’ lecito pensare che quella lettera fosse solo il pretesto per poter aggiungere nel finale “Prima di tale data di scadenza riteniamo opportuno verificare: i termini del contratto; il rispetto da parte del comodatario del contratto stesso e delle normative vigenti”. Questa stilla di sospetto senza che mai in sei anni alcun rilievo fosse stato fatto alla cooperativa ZAC! ha urtato non poco chi sa leggere fra le righe. E bene lo hanno espresso i consiglieri di minoranza con l’interpellanza, le due mozioni e gli interventi che hanno stigmatizzato le modalità e il contenuto di quella comunicazione dalla quale trapela “sfiducia e ostilità” nei confronti della cooperativa ZAC! Solo il sindaco comunque risponde alle richieste arrivate dai banchi della minoranza. Sertoli nega alcuna ostilità dell’amministrazione verso lo ZAC! Se ci fosse stata ostilità avrebbero revocato il contratto a gennaio con i 6 mesi di preavviso previsti, sottolinea il sindaco, ma allo stesso tempo conferma che emetteranno un nuovo bando entro luglio. E infine – come spesso accade – ci tiene a rimarcare che a “titolo personale” lui sostiene lo ZAC! e i suoi valori. E dunque perché non rinnovare? L’unica motivazione che hanno tirato fuori sono le nuove norme che regolano il “Terzo settore” che non permettono di concedere il comodato d’uso gratuito a realtà con attività commerciali.
Come può uno scoglio …
Lo scoglio esiste, è innegabile, ma non è insuperabile. Se l’intenzione del Comune di Ivrea fosse sinceramente quella di confermare il progetto ZAC!, l’amministrazione si sarebbe mossa diversamente. Avrebbero coinvolto il Consiglio comunale, le commissioni, convocato la conferenza dei capigruppo, per trovare un accordo interno da proporre alla cooperativa per poter proseguire con il rinnovo. E avrebbero chiesto un parere alla Corte dei Conti per capire quale strada fosse percorribile per garantire la prosecuzione dell’esperienza di comunità dello ZAC! Non sono poche le sentenze dell’organo di controllo della spesa pubblica che danno parere positivo alla concessione a titolo gratuito di aree da parte della pubblica amministrazione per attività di utilità sociale. “La concessione di un immobile in comodato d’uso gratuito ad una cooperativa composta da giovani del posto non determina un danno patrimoniale per le finanze del comune nella misura in cui il mancato introito del corrispettivo sia comunque compensato dall’utilità sociale conseguita dall’ente locale o dalla comunità amministrata.”, sentenzia la corte dei conti del Molise nel 2017 (e il progetto comprendeva anche attività commerciali). Perché una cooperativa non diventa soggetto “a scopo di lucro” solo perché ha un’attività commerciale. Le cooperative sociali infatti non dividono gli utili fra i soci o i dipendenti, ma li reinvestono nelle attività per perseguire le finalità statutarie (vedi il bilancio sociale dello ZAC!). Altre sentenze chiariscono che “la concessione in comodato di beni di proprietà dell’Ente Locale è da ritenersi ammissibile nei casi in cui sia perseguito un effettivo interesse pubblico equivalente o addirittura superiore rispetto a quello meramente economico ovvero nei casi in cui non sia rinvenibile alcun scopo di lucro nell’attività concretamente svolta dal soggetto utilizzatore di tali beni unitamente alla compatibilità finanziaria dell’intera operazione posta in essere.“.
E se nonostante tutto, l“uso gratuito” rimane un problema perché non trasformarlo in “affitto simbolico” da concordare con la cooperativa che non da oggi si è resa disponibile a ridiscutere i termini del contratto?
La cooperativa ZAC! non distribuisce utili ai soci ma reinveste nei progetti e restituisce ricchezza alla città
In questa discussione è poi giusto ricordare che lo ZAC! oltre che perseguire un “interesse pubblico equivalente o addirittura superiore rispetto a quello meramente economico”, a fronte del comodato gratuito fornisce servizi e paga le utenze, infatti:
- compartecipa alle spese di riscaldamento, raffrescamento e illuminazione per le aree comuni del Movicentro, che ammontano indicativamente a 8/9.000 euro l’anno (dal 2015 al 2018 lo ZAC! pagato al Comune di Ivrea circa 34.000 euro di spese)
- ha in gestione la pulizia dei bagni pubblici, dell’area comune dell’atrio e la fascia esterna all’atrio
- gestisce l’apertura e la chiusura dell’immobile nel rispetto degli orari delle biglietterie Trenitalia e GTT.
- ha gestito in autonomia una quantità significativa di piccoli interventi e manutenzioni, per garantire spazi pubblici vivibili e puliti, soprattutto quando l’intervento dell’Ufficio tecnico del Comune non riusciva ad essere né rapido né risolutivo
La cooperativa produce poi altra ricchezza che ricade sul territorio:
- il progetto di ristorazione utilizza per il 90% la filiera corta del territorio, quella biologica e del commercio equo e solidale. Indicativamente ZAC! acquista prodotti per circa 100mila euro all’anno da produttori locali canavesani.
- promuove mercati periodici, che coinvolgono oltre 30 piccole realtà produttive locali, ai quali accedono centinaia di cittadini, alimentando un circuito di economia di prossimità e promozione del territorio.
- lo ZAC! offre un’aula studio, uno spazio protetto per gli studenti dove studiare in autonomia e un servizio di studio assistito gratuito giornaliero di circa 400 ore l’anno grazie all’impegno di volontari e studenti in Alternanza Scuola-Lavoro.
E tutto questo solo per citare una parte delle mille attività dello ZAC! per la città, il territorio ampio e la sua popolazione. Attività che hanno bisogno di progettualità, passione, tantissimo lavoro e respiro.
Il consiglio comunale all’unanimità ha votato le mozioni (unificate) presentate dal consigliere Francesco Comotto per Viviamo Ivrea e dei consiglieri Perinetti e Benedino del PD che chiedono di “portare nelle commissioni consiliari competenti la tematica del rinnovo anche alla luce dell’importante rilievo sociale delle attività esercitate in questi anni” e la convocazione urgente della conferenza dei capigruppo “per discutere gli orientamenti rispetto all’utilizzo dei locali del Movicentro e alle modalità di salvaguardia di una importante e proficua esperienza nella città di Ivrea”. Convocazione che ancora si fa attendere.
Gli strumenti per non interrompere una delle più grandi esperienze sociali e di comunità della città ci sono, occorre solo verificare se vi è reale convinzione dell’amministrazione a farlo. Lo scopriremo molto presto.
Cadigia Perini