Quanto è condivisa questa nuova fase e cosa comporterà a Ivrea? Ne abbiamo parlato con Fresc e Bandiera del M5S eporediese
Dato per spacciato prima delle recenti elezioni politiche, il Movimento 5 Stelle di Conte ha invece tenuto a livello nazionale, arrivando il 25 settembre a insidiare al PD il posto di secondo partito italiano. E i consensi sembrano crescere con l’immagine di forza dell’opposizione più determinata e chiara offerta in Parlamento in queste ultime settimane.
Ma come è vista questa nuova fase del M5S dai suoi esponenti locali? Comporterà un cambiamento anche nelle forme di organizzazione nei territori? Inciderà, e in che modo, nelle scelte per la scadenza elettorale comunale di Ivrea della primavera prossima?
Lo abbiamo chiesto a Massimo Fresc, che a Ivrea è consigliere comunale d’opposizione dal 2018, e a Enrico Bandiera, che segue la comunicazione del M5S locale.
Il M5S del 2022 palesemente non è quello del 2018 e neppure quello delle origini. Una nuova fase si è aperta con la guida di Conte che si candida a guidare un’area “progressista”. L’attenzione alle fasce sociali più deboli (difesa del reddito di cittadinanza, determinazione di un salario minimo, aiuti per far fronte al caro energia…) e alla “transizione ecologica”, insieme a un approccio alla guerra in Ucraina meno centrato sulle armi, sono per molti alla base del significativo risultato elettorale ottenuto (per alcuni inaspettatamente) dal M5S il 25 settembre scorso.
Il Movimento5stelle d’Ivrea come vede questa nuova fase?
Massimo Fresc: Vediamo la nuova fase del Movimento ricca di prospettive, questo è possibile per la forza e chiarezza che il Presidente Giuseppe Conte può mettere nelle proposte politiche. Conte, grazie alle votazioni degli iscritti che a stragrande maggioranza l’hanno indicato come Presidente e grazie al superamento di diversità di vedute interne si trova finalmente a guidare la nostra forza politica senza impedimenti e limitazioni.
Il nostro impegno alla guida del paese ha dimostrato maturità, rispetto delle Istituzioni e capacità di attuare riforme importanti e questo molti italiani lo hanno voluto riconoscere con il voto. Sono stati anni difficili che hanno portato però esperienze di governo e capacità di mediazione e di trattativa, un bagaglio di esperienze importante.
Le riforme concrete che abbiamo realizzato mostrano chiaramente la nostra coerenza politica: attenzione alle fasce più deboli (reddito di cittadinanza, aiuti alla popolazione colpita dalla pandemia), la centralità del mondo del lavoro (decreto dignità per favorire contratti a tempo determinato e salario minimo come superamento di retribuzioni ingiuste), attenzione alla giustizia (“spazza corrotti” per garantire processi rapidi e sentenze, la presenza di personalità come Scarpinato e Cafiero De Raho tra i nostri rappresentanti eletti), attenzione all’ambiente (centralità dei temi della transizione ecologica e della riorganizzazione della gestione dei rifiuti per il superamento degli inceneritori, premialità del bonus 110% per gli interventi di adeguamento energetico degli immobili).
I valori che abbiamo trasformato in riforme hanno segnato la distanza dal governo Draghi, la natura della nostra proposta politica non può essere compressa in governi tecnici lontani dalle esigenze dei cittadini e appiattiti sulle esigenze di stabilità dei bilanci.
All’inizio furono i “meet up” e la “democrazia telematica”. Da tempo però non si capisce come si formino, soprattutto nel territorio, le scelte, le proposte e i programmi del M5S. Questa nuova fase del Movimento prevede anche nuove forme organizzative? E quale rapporto il M5S pensa di avere oggi o di volere e poter avere in futuro con il tessuto associativo cittadino?
Enrico Bandiera: Il M5S ha introdotto, primo e ancora unico in Italia, l’organizzazione di votazioni telematiche che garantiscono agli iscritti il controllo della linea politica e delle persone elette come portavoce in linea con i principi di democrazia diretta, uno dei valori fondanti del nostro Movimento. Un’altra possibilità importante, garantita dalle piattaforme, è quella di coordinare, formare e dare fiato a proposte di legge che provengono dagli iscritti. Oggi è sicuramente urgente e non rinviabile un terzo aspetto della nostra democrazia interna che riguarda l’attuazione dello Statuto votato a larga maggioranza che prevede una serie di norme organizzative dei gruppi territoriali. Su questo da tempo Giuseppe Conte e il gruppo nazionale che si occupa dei territori stanno lavorando, presto arriveranno indicazioni e si procederà alla costituzione dei gruppi territoriali; ad Ivrea stiamo lavorando al gruppo locale, è un nostro obiettivo riorganizzarci e adeguarci alle nuove responsabilità e possibilità che verranno riconosciute a questa nuova forma organizzativa.
Il tessuto associativo della città è ricco e importante, è una possibilità di partecipazione alla vita sociale ed eroga servizi insostituibili e importanti, è un tessuto in diversi casi in crisi per la diminuzione degli associati e per la mancanza di coordinamento e aiuti da parte dell’Amministrazione. Alcune nostre iniziative concrete all’interno della consulta stranieri, la collaborazione con le molte associazioni che come noi chiedono alle istituzioni un impegno per la fine della guerra in Ucraina e l’avvicinamento al nostro gruppo di persone attive nell’associazionismo rendono più facile e proficuo il nostro lavoro con le associazioni, dovremo proseguire e approfondire il nostro impegno di contatti e collaborazioni.
In primavera a Ivrea si tornerà al voto per eleggere la prossima amministrazione comunale. Dai cinque anni sui banchi dell’opposizione quale giudizio emerge dell’amministrazione Sertoli? Quali sono stati i passaggi principali, nel bene e nel male?
Massimo Fresc: Purtroppo, per inesperienza, mancanza di unità di intenti e per le forti contrapposizioni interne, l’amministrazione Sertoli non ha saputo portare il cambiamento che prometteva. È mancato un coraggioso esame dell’effettiva efficienza di partecipate e consorzi, hanno vinto le vecchie logiche di potere e si è persa la possibilità di migliorare i servizi. Non si è vista nelle azioni dell’amministrazione una direzione chiara e la capacità di rispondere con proposte innovative ai bisogni dei giovani e delle persone anziane, non v’è stata sufficiente attenzione alle attività produttive e al mondo dell’associazionismo, non è stato esercitato in modo vigoroso il ruolo di capofila di Ivrea sul territorio, non si sono risolti i problemi di riorganizzazione degli uffici mettendo a rischio gli ingenti finanziamenti resi disponibili dal PNRR. La maggioranza Sertoli non è stata il disastro che molti temevano e alcuni auspicavano, nonostante la pandemia e gli aiuti erogati il bilancio è sotto controllo; si è tentato un riordino amministrativo che ha permesso di recuperare risorse evase dovute da alcuni cittadini; in ambito culturale si sono realizzate alcune iniziative importanti; nonostante l’incapacità di migliorare i servizi sociali gli stessi sono stati garantiti senza tagli e cambiamenti sostanziali.
Alle elezioni comunali del 2018 la scelta del M5S di Ivrea fu quella di correre in solitaria. Cinque anni dopo sono cambiate molte cose. Dalle dichiarazioni rilasciate ai giornali locali pare di capire che l’alleanza con Viviamo Ivrea sia quasi cosa fatta. Si tratta di un’alleanza elettorale che potrà estendersi? Fino a comprendere il PD eporediese?
Massimo Fresc: Con Viviamo Ivrea collaboriamo da anni in consiglio comunale elaborando documenti che presentiamo in Consiglio, i nostri gruppi si incontrano regolarmente; oltre a condividere molte proposte per la città, siamo convinti della priorità dei programmi, le alleanze future dipenderanno dalla capacità di convergere su obiettivi chiari.
Il nostro gruppo è consapevole che entrare in una coalizione “larga” ci potrebbe permettere, dopo due legislature all’opposizione, di incidere in modo forte sul futuro della nostra città, ma non siamo disposti a coalizioni improvvisate tra forze disomogenee unite dal solo obiettivo di vincere. Sentiamo la responsabilità di scelte difficili, vogliamo favorire il bene pubblico, ma non è facile immaginare, oltre al collaudato rapporto con Viviamo Ivrea, possibili alleati in un quadro cittadino dove le divisioni, la mancanza di confronto sui temi e chiarezza di posizioni sui programmi la fanno da padroni.
Il Partito Democratico grazie al lavoro del suo segretario Luca Spitale ha chiesto e ottenuto un incontro per proporre e motivare la possibilità di correre con noi alle prossime amministrative. Le attività in consiglio dei nostri gruppi hanno favorito il confronto considerate le molte convergenze su temi civili e sociali e rispetto ad alcune questioni cittadine alle quali sono seguite mozioni comuni. Si sono però anche manifestate differenze sulla questione dell’inceneritore di Cavaglià, sulle posizioni relative alla guerra in Ucraina, sulla valutazione dell’operato e del futuro di Ivrea Parcheggi e della Fondazione Guelpa.
L’incontro col Partito Democratico ci ha dato la possibilità di precisare alcuni punti imprescindibili; siamo determinati a rimettere in discussione alcuni poteri consolidati, ci riferiamo alle fondazioni e i consorzi partecipati dal Comune di Ivrea, mai analizzati e controllati in modo critico e puntuale nel loro operato né dalla presente amministrazione né dalle precedenti. La ragione risiede soprattutto nella necessità di verificare quanto questi enti strumentali abbiano effettivamente reso efficienti i servizi per cui sono stati costituiti; in relazione alle risorse economiche ottenute con i parcheggi a pagamento (Ivrea Parcheggi), rispetto all’erogazione dei servizi sociali (Consorzio In Rete), di quelli culturali con particolare attenzione al tema della nuova biblioteca civica (Fondazione Guelpa) e in relazione all’efficienza della raccolta differenziata e alla sperimentazione della raccolta porta a porta (Società Canavesana Servizi). Abbiamo proposto diversi ragionamenti relativi al Nuovo Piano Regolatore della Città e alla necessità di riorganizzare e dotare di nuove professionalità l’Ufficio Tecnico.
La caduta del governo Draghi, le scelte della segreteria di Enrico Letta di interrompere il percorso avviato con il Movimento 5 Stelle durante il secondo governo Conte e il difficile confronto interno al Partito Democratico a livello nazionale sono elementi che complicano le prospettive di dialogo ad Ivrea.
Ciò nonostante, continuiamo come sempre ad essere aperti ad un confronto serio e leale sui programmi e sui metodi per realizzarli con tutti coloro che, senza pregiudizi ideologici, vorranno confrontarsi sui temi che abbiamo descritto, che riteniamo essenziali per un salto di qualità nella politica amministrativa di Ivrea.
A cura di Andrea Bertolino e ƒz