L’aumentare dei richiedenti elemosina, molesti e non, è di competenza di una società di servizi o piuttosto un tema sociale da affrontare nel suo complesso?
La notizia che ha fatto aprire un piccolo dibattito su parcheggi e accattonaggio è il nuovo obbligo imposto da Ivrea Parcheggi di inserire almeno i primi tre numeri della targa al momento del pagamento del biglietto di sosta. In questo modo il biglietto sarà collegato all’automobile e quindi non cedibile, anche se non scaduto. L’obiettivo dichiarato da Ivrea Parcheggi è quello di contrastare l’accattonaggio, ovvero la rivendita dei biglietti non scaduti da parte di persone che elemosinano una moneta in cambio di minuti parcheggio. La nuova regola ha creato discussione in città, fra chi vede in questo solo un modo per Ivrea Parcheggi di fare più cassa e chi la ritiene invece una buona soluzione per far svanire il fastidioso questuante.
Abbiamo posto al presidente di Ivrea Parcheggi Spa (85% Comune di Ivrea, 15% ACI), Francesco Giglio qualche domanda per chiarire meglio la genesi e gli aspetti del dispositivo.
Ivrea Parcheggi dichiara di aver introdotto una modifica sui ticket per la sosta, richiedendo il numero di targa che verrà stampato sullo stesso, per “affrontare il problema dell’accattonaggio”, pensa che contrastare l’accattonaggio sia fra i compiti di Ivrea Parcheggi?
I compiti di Ivrea Parcheggi: esiste uno statuto che li definisce ed una convenzione con il Comune che li regola. Il Comune inoltre è l’azionista di riferimento, e le iniziative della società sono sempre fatte di concerto con l’amministrazione, come in questo caso.
Dopo l’introduzione sperimentale della targa sui ticket per la sosta, più che ricevere note di plauso per aver intrapreso un’iniziativa per contrastare l’accattonaggio, avete ricevuto dalla cittadinanza lamentale, anche veementi, per la mancanza di trasparenza delle regole sull’uso del titolo di sosta e in particolare se questo sia cedibile o meno. Non abbiamo trovato una norma di riferimento né vostre dichiarazioni definitive sul tema. Viene da chiedersi se l’introduzione della targa sui biglietti di sosta sia veramente nata per “superare il problema dell’accattonaggio” o piuttosto per scoraggiare anche lo scambio fra automobilisti (a meno che riteniate accattoni coloro che prendono da un altro automobilista un biglietto già pagato).
Il titolo di sosta è individuale e non cedibile. Ci sono già stati dei ricorsi alla giustizia che hanno dato ragione a questa tesi. Prima di avviare questa sperimentazione avevamo fatto le opportune verifiche. Secondo noi è ancora presto per giudicare i risultati di questa iniziativa. Però sinceramente queste “lamentele veementi” non le abbiamo registrate. Qualcuno ha sottilizzato sull’uso di un verbo al condizionale (“non potrebbe” invece di “non può”) nel comunicato, ma c’è stato poco altro. Sono stati moltissimi invece i commenti positivi.
Anche noi non siamo contenti di aver dovuto mettere in atto questa iniziativa. Non solo perché è costata, o perché aumenta il disagio degli utenti di fronte ai parcometri (oltre a pagare si devono ricordare anche la targa), o perché alcuni nostri concittadini si sentiranno vessati da Ivrea Parcheggi, o quant’altro. Non siamo contenti di aver messo in atto questa iniziativa perché sappiamo che il disagio sociale che è alla base di questi fenomeni è reale, e non verrà certo risolto da questo tecnicismo.
Ma se non siete contenti e siete coscienti del disagio sociale, perché l’avete messa in atto?
L’abbiamo messa in atto perché il senso di insicurezza dei cittadini è reale, ed è sensato cercare di dargli una risposta, anche se siamo coscienti che non basta a risolvere il problema.
a cura di fz