Il ricordo di Antonio Capello, morto il due novembre alla bella età di 101 anni, nelle parole dei tre figli Maria Assunta, Marco e Cristina e dell’amica Hind.
Antonio Capello insieme alla moglie Teresa e ai figli Maria Assunta, Marco e Cristina) era figura conosciuta e amata a Ivrea. Nato a Genova 101 anni ( e 5 mesi) fa a 6 anni si trasferisce con la famiglia a Torino. Figlio di ferroviere, erano molto frequenti i trasferimenti in città e regione diverse.
A Torino, come era ai tempi consuetudine, dopo la scuola e terminati i compiti, inizia a frequentare l’Oratorio di Borgo San Paolo. L’educazione religiosa materna intrecciata a quella socialista del padre, lo portano a fare propri valori etici e morali e quindi alla successiva iscrizione, nell’età più adulta, presso le fila della “ Azione Cattolica”.
Sicuramente questo percorso educativo fa sì che le sue convinzioni religiose, sempre più radicate, si sposassero con i principi di solidarietà, accoglienza, aiuto materiale e spirituale verso i più bisognosi, i più fragili, “ gli ultimi”. Trasferitosi a Ivrea per lavoro ( dipendente E.N.E.L. per 55 anni ), negli anni ‘53/‘54, ha frequentato, senza interruzioni e fin tanto che le forze glielo hanno permesso, la Chiesa e la Parrocchia di San Lorenzo, concretizzando il suo credo evangelico sia nella San Vincenzo, nel gruppo degli anziani, sia nel Comitato di Quartiere, apportando il suo contributo laico nella vita sociale cittadina. Sempre coadiuvato attivamente dalla sua instancabile e lungimirante moglie Teresa.A salutarlo, sia durante la veglia di preghiera che al funerale, tantissime persone, testimonianza di una gratitudine collettiva che ha largamente contribuito a scaldare il cuore della sua numerosa famiglia.
Ciao papà,
Volevamo salutarti e ringraziarti.
Non sei stato un papà sempre facile. Nei ricordi ormai lontani, ci sono anche quelli di un papà brontolone, severo, lunatico; un po’ “rustego”, come dicono i liguri. D’altra parte, la nonna Maria, la tua mamma, lo era, ligure. Al 100%.
A bilanciarti c’era la mamma, la tua Teresa: paziente, disponibile, allegra e positiva. Poi, negl’anni, è accaduto qualcosa. Di inaspettato. Di magico. Sei diventato nonno e hai, piano piano, fatto emergere quella parte di te probabilmente soffocata e repressa dall’educazione che usava ai tempi e sei diventato sempre di più quello che, negli ultimi decenni, in molti riconoscono di te. Sorridente, disponibile, scherzoso.
Ci hai regalato una grande lezione quando hai tirato fuori dal cilindro, quella dose di infinita pazienza messa a disposizione della tua amata Teresa, ripetendo più e più volte la stessa cosa alla stessa domanda che la mamma ti faceva come se fosse per la prima volta.
Sei diventato il nonno amorevole per tutti i nipoti e per i tuoi pronipoti che, ahimè, non hai potuto goderti come avresti voluto e che non hanno potuto beneficiarne direttamente.
Ma, lo sappiamo per certo, tutti quanti sempre presenti nei tuoi pensieri, nelle tue preoccupazioni, nelle tue preghiere. Si, la preghiera e la Fede, sono state le tue amiche fedeli dalle quali hai tratto le risorse per affrontare tutti gli ostacoli che, anche in questa età così avanzata, hai dovuto superare. E hai stupito tutti per come ci sei riuscito!!!
Certo, qualche volta hai patito. Negli ultimi tempi ti pesava sempre di più il fardello da portare e, lentamente, anche i pensieri fino a pochi giorni prima, precisi e consapevoli, stavano iniziando a mescolarsi, confondersi.
Hai aiutato nei lunghi anni di volontariato nella San Vincenzo, tantissime persone. Ti abbiamo affidato i nostri amici nel momento del bisogno chiedendoti, scherzosamente, una “ doppia razione “ di preghiera per chi, in quel momento, ne necessitava di più. Sei stato un esempio per noi figli, per i nipoti, per i compagni e le compagne della nostra vita e per tutti quelli che oggi sono qua a testimoniarlo con la loro presenza e per chi non c’è fisicamente, ma lo è con il cuore.
Ciao “VECCHIA QUERCIA”, saluta la mamma, nonna Tere e tutti quelli che ti hanno preceduto. CIAO PAPÀ!!
Maria Assunta, Marco e Cristina
Mi chiamo Hind.
Con la mia famiglia di origine marocchina siamo venuti a vivere a Ivrea circa 30 anni fa e una delle prime persone che abbiamo conosciuto e soprattutto su cui la mia famiglia ha potuto contare in anni difficili è stato Antonio Capello.
Io in particolare ho un forte senso di gratitudine nei suoi confronti.
Avevo solo 6 anni quando sono arrivata in Italia, non sapevo neanche una parola di italiano. Ricordo il disorientamento iniziale: paese nuovo, casa nuova, lingua nuova… ma ricordo soprattutto quando veniva a trovarci questo omone alto, alto.
Ricordo quando mi veniva a prendere fuori da scuola per accompagnarmi al post-scuola Benini per poter recuperare ed essere al pari dei miei compagni.
Antonio, oltre ad aver aiutato la mia famiglia ad integrarsi a pieno nella comunità eporediese, mi ha permesso di partire con il piede giusto.
Grazie a lui ho ricevuto negli anni più critici, quelli delle elementari, un supporto scolastico straordinario uscendo dalla scuola Fiorana che ero al pari dei miei compagni fino a laurearmi e oggi lavorare per un’importante multinazionale; cosa non da poco per essere figlia di immigrati.
Ho detto “il piede giusto”.. perché ci ha fatto capire come l’istruzione fosse fondamentale per la piena integrazione in un paese straniero. Lui è l’esempio più bello di inclusività, che è il principio di accogliere e valorizzare tutte le persone, parola oggi tanto di moda ma che pochi di fatto applicano nel quotidiano. Beh, lui più di 30 anni fa ha fatto questo!! Includerci nella comunità eporediese senza farci perdere la nostra identità.
Grazie a lui, oggi io e la mia famiglia ci possiamo ritenere un bellissimo esempio di integrazione riuscita.
Quindi un grazie da Hind, Yassine, Soufiane e Khadija per l’affetto e l’esempio che ci hai dato.