C’era una volta un quartiere simbolo dell’architettura olivettiana

Dopo 10 anni di collaborazione è a rischio il Patto di valorizzazione tra il Comune di Ivrea e l’Associazione Bellavista Viva. Intervista al presidente dell’associazione Gabriel Piccagli.

Gabriel, riassumici brevemente storia e contenuti del Patto

Il Patto di Collaborazione tra il Comune di Ivrea e l’Associazione Bellavista Viva Odv per la cura e la valorizzazione delle aree verdi del quartiere Bellavista nasce nel 2015 dopo la creazione del Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e Comune di Ivrea per la cura e valorizzazione dei beni comuni urbani, con delibera n. 28 del Consiglio Comunale del 26 giugno 2014. Il Regolamento prende ispirazione  dall’art. 118 comma 4 della Costituzione, che riconosce il principio di sussidiarietà orizzontale e affida ai soggetti che costituiscono la Repubblica il compito di favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale. Il patto di valorizzazione è stato firmato nel 2015 e rinnovato nel 2020 ed è  in scadenza il 31/12/2025.

Grazie a questo patto l’Amministrazione Comunale ha affidato in gestione all’Associazione la manutenzione di 96mila metri quadri di area verde con 20mila euro. Il patto è in scadenza e l’Associazione chiede che la cifra venga aumentata. Cosa è successo in questi dieci anni?
Abbiamo lavorato senza sosta per rendere dignitosamente vivibile un quartiere lasciato in solitudine, al degrado più totale e in una condizione di abbandono, sia a livello sociale che ambientale. Il nostro enorme lavoro in questi anni ha portato i suoi frutti.

Ereditavamo una gestione del verde affidata a Giuseppe Gillio, che ci ha lasciato qualche anno fa, e il cui ricordo rimane per noi ancora vivo. Gillio viveva il quartiere come la sua casa e aveva iniziato a guidare un gruppo di volontari nel lontano 1984. Erano cittadine e cittadini ex dipendenti Olivetti, che impiegavano il loro tempo libero per il bene comune, dedicando alcune ore alla cura del verde e di tutto il quartiere.
Quando ci siamo sostituiti a Gillio abbiamo reso questo impegno più “normato”, più efficace e più sistematico su più fronti.
Siamo partiti dal locale che ospita i macchinari per la manutenzione del verde, un tempo ospitati sotto un condominio ATC e ora in un ex negozio; successivamente abbiamo contratto una polizza assicurativa per tutelare i lavoratori della associazione, abbiamo migliorato la presa del carburante per alimentare i macchinari e acquistato mezzi idonei per aumentare gli standard di sicurezza. Questo è stato possibile unicamente grazie all’Associazione Bellavista Viva e alla creazione di questo patto di valorizzazione.

La tradizionale castagnata in piazza 1° maggio

Come nasce l’Associazione e quali i suoi obiettivi?
Siamo partiti con una trentina di volontari attivi e insieme abbiamo iniziato a prenderci cura del quartiere. Oggi ho 29 anni, allora ne avevo 18 ed ero il più giovane membro dell’associazione. Il patto di valorizzazione non è solo un patto tra Amministrazione comunale e cittadinanza attiva, ma testimonia un senso di appartenenza, il sentirsi gratificati nel  prendersi cura degli spazi che viviamo. Ci sentiamo tutti un po’ custodi di questo quartiere olivettiano. L’Associazione è nata nel 2012, da un gruppo di persone che hanno vissuto intensamente il quartiere e quando l’hanno visto degradare negli anni si sono rimboccati le maniche per sistemarlo a 360 gradi. Tra i suoi scopi l’Associazione ha migliorare la coesione e la vita sociale nel quartiere, insieme al rapporto intergenerazionale e l’integrazione tra i cittadini, l’impegno civile, la tutela ambientale, la promozione dei diritti, la rappresentazione degli interessi, collettivi o diffusi degli stessi cittadini per rendere effettiva la partecipazione popolare mediante il concorso all’indirizzo, formazione e controllo dell’amministrazione comunale. Al fine di perseguire il suo scopo l’associazione si impegna allo sviluppo delle attività di volontariato, delle forme di autogestione nei campi della manutenzione, della gestione condominiale e del tempo libero, delle forme e pratiche finalizzate al risparmio energetico e all’adattamento degli ambienti domestici alle esigenze delle persone con abilità motorie ridotte, dell’informazione diffusa. E a farsi portavoce verso l’Amministrazione comunale delle esigenze del quartiere. Naturalmente è una associazione senza fini di lucro, con l’intento prioritario di unire le energie, la voglia di fare bene, con il desiderio di migliorare la vita del quartiere.

State facendo appello agli abitanti del quartiere affinché si avvicinino all’associazione per contribuire con lavoro volontario alla cura del quartiere, vuoi ripetere qui il vostro appello? 

Sì, siamo alla ricerca di nuovi volontari, perché da poco più di un anno abbiamo la difficoltà di svolgere la nostra attività di cura delle aree verdi del quartiere e ricevere un supporto in più negli eventi che organizziamo. Abbiamo più volte invitato gli abitanti del quartiere ad essere sensibili su questa nostra richiesta, sia attraverso le locandine affisse nel quartiere, sia con gli openday dell’associazione e in ultimo anche via social per non parlare dei giornali locali, ma le risposte sono state insufficienti. Abbiamo aderito alla campagna di ricerca volontari di Fondazione di comunità del Canavese “Goccia, chi fa volontariato propaga felicità“, che ringrazio molto essendo questa una forma nuova per ricercare volontari. Noi ci occupiamo anche di curare le aree verdi, quindi avremmo bisogno di persone volenterose per mantenere insieme il quartiere unico e pulito. Il mio appello lo rivolgo a tutti gli abitanti del quartiere e non solo, dedicare al quartiere anche un’ora alla settimana è importante per far continuare il nostro cammino per la cura del verde. Perchè senza l’aiuto di tutti saremmo costretti a recedere dal patto entro fine anno.

Cosa è oggi il quartiere Bellavista?
E’ composto da 96.000 m2 di sole aree verdi (più del doppio di quello presente in città con dieci tagli annui) e ha circa 1700 abitanti, provenienti da svariate culture abbastanza integrate.

In piazza Primo Maggio ci sono un supermercato, un bar tabacchi, due negozi di parrucchiere e uno di ottica. Inoltre abbiamo un ambulatorio infermieristico con l’infermiere di comunità e famiglia, l’AIOPP (Associazione Infermieristica Ostetrica Professionale Piemontese) e un ambulatorio dentistico che presta la sua opera di cura alle famiglie con reddito inferiore a seimila euro. Bellavista oggi è un quartiere con difficoltà e disagi. Mi riferisco in particolare al disagio giovanile.  Vi sono situazioni di spaccio di sostanze stupefacenti ed episodi di danneggiamenti  a opere pubbliche. L’associazione ha cercato di fare la sua parte, collaborando con il Centro di Aggregazione Giovanile e portando avanti alcuni progetti, ma il momento è davvero difficile. Inoltre il quartiere vive costantemente situazioni di degrado, dalle deiezioni dei cani lasciate per strada all’uso improprio dei veicoli che, transitando sul prato pubblico e sui marciapiedi, deturpano il suolo e lo rovinano. Non ultimo il problema dei rifiuti ingombranti abbandonati accanto ai bidoni della spazzatura: passano settimane prima che i cittadini si accordino con SCS per il ritiro; nel mentre chili e chili di ingombranti vengono abbandonati sul verde pubblico rendendo uno scempio alcune zone del quartiere. Segnalo anche l’assenza di ATC (Agenzia Territoriale per la Casa) di Torino, a causa della quale gli edifici di edilizia popolare sono lasciati a se stessi. In questi 13 anni di attività posso affermare che l’Associazione ha interagito molte volte con le Amministrazioni comunali, gli uffici del comune e l’ufficio tecnico, oltre al Consorzio in rete e vari altri enti di promozione sociale, cooperative, associazioni, enti locali e regionali per cercare insieme di migliorare le condizioni della vita dei cittadini del quartiere. Inoltre La nostra associazione è iscritta al RUNTS (Registro Unico Nazionale Terzo Settore) e questo ci consente di concorrere a bandi e aderire a progetti che riteniamo significativi per il quartiere. Bellavista è un quartiere con un patrimonio di storia e cultura che pochissime altre città hanno, è patrimonio Unesco e la presenza di edifici di architettura olivettiana lo ha reso unico.

Un bilancio soltanto negativo?

Assolutamente no! Quale presidente dell’Associazione, mi dichiaro più che soddisfatto del lavoro svolto e di quello che stiamo svolgendo: 17 percorsi aperti tra adesioni, progetti in corso e che inizieremo ed eventi all’aperto.

Simonetta Valenti