Basta austerità: fermiamo il Fiscal Compact

Il Consiglio Comunale di Ivrea ha approvato all’ unanimità dei presenti la proposta di ordine del giorno “Basta austerità: fermiamo il Fiscal Compact”.

Riveste particolare importanza l’Odg sul fiscal compact approvato dal Consiglio Comunale di Ivrea che chiede al Parlamento di dare giudizio negativo sugli effetti del Trattato di stabilità (fiscal compact) che strozza il paese a partire dalle amministrazioni locali. Il passo successivo deve essere la cancellazione dell’obbligo del pareggio di bilancio in Costituzione.
L’ordine del giorno è stato proposto dai consiglieri Francesco Comotto, della lista civica Viviamo Ivrea e Alberto Tognoli, della Lista dei Cittadini – MPP ProgettoIvrea ed è stato approvato all’unanimità nella seduta del Consiglio Comunale del 25 ottobre.
Il documento è stato elaborato da Attac Italia e dalla Rete delle delle Città in Comune. Alla definizione di questo appello hanno lavorato anche molte amministratrici ed amministratori del PRC–SE o eletti in liste unitarie della sinistra alternative al PD. L’odg è già stato presentato in molti Comuni, come Bologna, Livorno, San Remo, Siracusa, Trento, Pisa, e altre decine di città. Il primo ad averlo approvato è un Comune piemontese, Gaiola in provincia di Cuneo.

Anche i cittadini e le cittadine possono far sentire la loro voce firmando la petizione online “Stop Fiscal Compact

Ordine del giorno “Basta austerità: fermiamo il Fiscal Compact”

IL CONSIGLIO COMUNALE DI IVREA

premesso che:

– in data 2 marzo 2012 è stato approvato un accordo, sottoscritto da 25 dei 28 stati membri dell’Unione Europea, denominato Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria, meglio conosciuto come Fiscal Compact, entrato in vigore a partire dal 1 gennaio 2013;

considerato che:

– il Fiscal Compact si colloca nel solco di una serie di trattati e regolamenti (Maastricht, Six Packs, Two Packs) che hanno impresso una svolta alle politiche economiche dell’Unione Europea, con l’affermarsi di misure liberiste fondate sul paradigma dell’austerità;

– il Fiscal Compact rende ancor più stringenti le politiche di austerità, attraverso l’imposizione della regola per cui il debito di ogni paese deve rimanere o ritornare al di sotto del 60% del Pil, entro i prossimi venti anni, la qual cosa potrebbe significare tagli alla spesa pubblica pari ad oltre 50 miliardi di euro l’anno per i prossimi venti anni;

– il Fiscal Compact ha aggiunto il “carico da 90” dell’obbligo per gli Stati contraenti di inserire la “regola aurea” del pareggio di bilancio nel proprio diritto interno, “preferibilmente a livello costituzionale”, come l’Italia ha fatto con Legge n. 243/2012;

rilevato che:

– le misure di austerità applicate in questi anni hanno già provocato enormi danni sociali, con un forte aumento della povertà assoluta (4,7 milioni di persone) e della povertà relativa (8,4 milioni), e la messa in discussione di diritti primari come il lavoro (37% di disoccupazione giovanile), la salute (12 milioni di persone che rinunciano alle cure) e l’istruzione (15% di abbandono scolastico)

– gran parte delle misure di austerità sono state in questi anni scaricate sugli enti locali, attraverso il Patto di stabilità interno, i tagli ai trasferimenti erariali, i tagli lineari delle spending review, fino a minarne la primaria funzione pubblica e sociale di ente di prossimità per i servizi ai cittadini;

visto che:

– l’art. 16 del Fiscal Compact prevede che entro il 31 dicembre 2017, i Parlamenti nazionali siano chiamati a valutare l’efficacia o meno di detto accordo, prevedendo, in caso di positiva valutazione, un suo inserimento a pieno titolo nei trattati europei;

– in caso di inserimento a pieno titolo nei trattati europei, il Fiscal Compact godrebbe di una posizione di primato sull’ordinamento giuridico italiano, rendendo irreversibili le politiche liberiste di austerità;

CHIEDE AL PARLAMENTO

a) di dare un giudizio negativo sugli effetti del Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria, meglio conosciuto come Fiscal Compact, ritirando contestualmente l’adesione del nostro Paese e comunque impedendo che venga incardinato nel diritto dell’Unione Europea, conferendogli quel primato del diritto comunitario che lo renderebbe irreversibile;

b) di avviare in sede europea, nelle istituzioni e nella società, una discussione ampia per la revisione e il superamento di tutti i trattati e regolamenti (a partire dal Patto di stabilità e crescita e dal pareggio di bilancio in Costituzione) che hanno impresso una svolta alle politiche dell’’Unione Europea e che hanno scaricato la gran parte delle misure liberiste e di austerità sugli enti locali;

IMPEGNA IL SINDACO

a) ad inoltrare questo ordine del giorno alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica;

b) ad inoltrare questo ordine del giorno all’Anci, sollecitandolo a prendere analoga posizione;

c) ad informare la cittadinanza sulle motivazioni del presente ordine del giorno a mezzo pubblicazione nell’Albo Pretorio.

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