L’appello per una corretta informazione sull’Africa per contrastare la propaganda della destra europea, e italiana, che sta producendo la paranoia dell’invasione e la xenofobia.
Padre Alex Zanotelli, missionario italiano in Africa della comunità dei Comboniani è un profondo conoscitore del continente, impegnato nel sostegno dei poveri che vivono nelle dure realtà degli slums di Nairobi, Kenya e direttore della rivista ‘Mosaici di Pace’, dove non si risparmia nelle denunce sociali che riguardano anche le malefatte del Governo italiano in Africa.
La scorsa settimana Padre Zanotelli ha lanciato un appello ai giornalisti italiani affinché offrano una corretta informazione sull’Africa per contrastare la propaganda della destra europea che sta producendo la paranoia dell’invasione e la xenofobia, con il chiaro intento di provocare una guerra tra poveri e distogliere i cittadini europei dai reali problemi creati dalla dittatura della Finanza, principale fattore del fallimento del ‘sogno di una Europa Unita dei Popoli’.
Zanotelli individua il fenomeno dei flussi migratori non come una emergenza, ma come un problema strutturale dell’attuale sistema economico finanziario, che ha trasformato il Mare Nostrum in un ‘Cimiterum Nostrum’, dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e «con loro sta naufragando l’Europa come patria dei diritti».
Dinnanzi a questo crimine contro l’umanità e le responsabilità dell’Occidente che «i nostri nipoti ci diranno quello che noi oggi diciamo dei nazisti», Padre Zanotelli si rivolge ai giornalisti italiani invitandoli a rompere il vergognoso silenzio stampa sull’Africa, forzando i media italiani a offrire una corretta informazione sul continente e spezzare la subdola quanto pericolosa propaganda elargita all’opinione pubblica che dipinge l’Africa non come una terra di futuro e speranza per l’umanità, ma come una minaccia dalla quale difendersi innalzando muri e «aiutandoli a casa loro».
Di seguito un estratto dell’appello di Padre Zanotelli ai giornalisti italiani del 20 luglio 2017 (quasi un anno fa), … per una corretta informazione sull’Africa, unica arma per contrastare l’ignoranza, il razzismo e la xenofobia dilaganti nella vecchia e stanca Europa, restia ad accettare la sua realtà di declino fine impero e terrorizzata dalla necessità di dover mettere in discussione i propri valori e condividere dei nuovi originati da popoli e culture fino ad ora considerate “Barbare’ e non sviluppate.
Rompiamo il silenzio sull’Africa.
«… Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa.
È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.
È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.
È inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.
È inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.
È inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.
È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.
È inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi.
È inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa, soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.
È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.
È inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.
È inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!).
Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi.
Questo crea la paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi.
Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact, contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti.
Ma i disperati della storia nessuno li fermerà.
Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica.»
Da un articolo di Fulvio Beltrami su “l’Idro”, 9 luglio 2018