Una serata di Morenica Festival dedicata al grande uomo di teatro torinese, da poco scomparso
Serata particolare quella tenutasi al teatro Bertagnolio di Chiaverano sabato 15 febbraio all’interno della stagione di Morenica. Particolare perché costituita non da un singolo spettacolo ma da un insieme di ricordi, dediche e omaggi a un grande protagonista del teatro, Giovanni Moretti, mancato ad aprile 2019, che è stato maestro e compagno di uno stuolo di attori, registi, studiosi, alcuni dei quali hanno voluto essere presenti a Chiaverano sabato sera.
La stessa Francesca Brizzolara, animatrice con Renato Cravero del Festival Morenica e coordinatrice sul palco della serata, di Moretti è stata a suo tempo allieva e in suo omaggio ha interpretato il divertente duetto tra i burattini di Sandrone e della Morte, che dal primo viene astutamente ubriacata. Proprio i burattini erano infatti una delle passioni di Moretti, che dopo aver raccolto e acquistato (con i soldi guadagnati a Carosello!) importanti collezioni aveva aperto nel 2001 a Grugliasco con Alfonso Cipolla l’Istituto dei Beni Marionettistici e il Teatro Popolare, in stretto rapporto con la cattedra di Teatro di Animazione della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, tenuta da Moretti, all’epoca l’unico insegnamento in Italia interamente dedicato alla storia delle marionette e dei burattini.
Perché le marionette? Perché Moretti era molto interessato alla natura popolare del teatro, al suo legame con la comunità, e le marionette per secoli hanno rappresentato l’unica forma di rappresentazione diffusa anche in realtà contadine e popolari nel senso proprio del termine. Ed ecco qui un altro legame con Chiaverano. Moretti conosceva e aveva studiato la storia del teatro del paese, costruito a fine ‘800 dal maestro Bertagnolio con il coinvolgimento dell’intera comunità paesana che aveva dato vita alla Società Filodrammatica attiva fino agli anni ’70. Il chiaveranese Franco Crotta, entrato nella Società negli anni ’50, dal palco ha raccontato alcuni momenti della vita sociale che ruotava intorno al teatro, dove si svolgevano rappresentazioni, balli, proiezioni cinematografiche, momenti di festa. Questo piaceva a Moretti.
Altri ricordi, commossi, sono stati portati dall’amico e collega di tante iniziative Alfonso Cipolla e dall’attore Silvano Antonelli, ora di Stilema Teatro ma in precedenza anche con il Teatro dell’Angolo, ennesima iniziativa promossa da Moretti a Torino. In precedenza dal palco sono arrivati i versi del Coro dell’Enrico V di Shakespeare, altra passione morettiana, recitati dall’insieme degli allievi del Laboratorio di teatro di Morenica e dell’Università della terza età.
All’Università di Torino Moretti era stato prima allievo di Gian Renzo Morteo, altro padre nobile del Teatro di animazione, poi suo collega tanto da ereditarne la cattedra. Da Morteo prese anche la passione per il teatro dell’assurdo, di Morteo furono le prime traduzioni di Ionesco, e proprio una rappresentazione di un testo di Tardieau è stata proposta in chiusura di serata da un gruppo di attori torinesi ex allievi di Moretti, diretti da Alfonso Cipolla. Lo spettacolo S-Concerto, con un testo in parte fedele all’originale, in parte generato dagli attori stessi, sarebbe piaciuto a Moretti e alla sua ferma idea di costruzione di uno spettacolo in relazione alle persone coinvolte, sia attori che spettatori. Alla comunità insomma. Grandi applausi, commossi, per tutti.
A Ivrea comunque la figura di Moretti rimane legata all’eccezionale realizzazione nel 2002 dello spettacolo-evento Vado a veder come diventa notte nei boschi, su progetto di Valter Malosti, andato in scena nella Chiesa di San Bernardino e centrato proprio sugli affreschi di Spanzotti e la loro interpretazione critica da parte di Giovanni Testori. In scena, oltre a Moretti e Malosti, anche il Coro Bajolese.
Nello stesso piatto il territorio, l’arte riconosciuta e quella popolare, la comunità, il piatto che piaceva a Moretti.
Grazie a Morenica per averlo ricordato.
Francesco Curzio