Sabato 12 aprile, nell’ambito della giornata di lancio della campagna referendaria, la Cgil ha organizzato un evento in ogni provincia: talk, dibattiti, infopoint, volantinaggi, flash mob, musica, teatro. Anche a Torino grande manifestazione partecipata.
Anche in Piemonte sabato 12 aprile è stata lanciata ufficialmente la campagna referendaria sui 4 referendum proposta dalla Cgil e quello sulla cittadinanza. A Torino la campagna è partita da piazza Crispi con l’iniziativa regionale “Diritti e Margini: ricucire i bordi. Vite, storie, parole per il Sì“. Han partecipato centinaia di persone da tutto il Piemonte.
Dal palco si sono alternate testimonianze, parole e storie a favore dei 5 Sì sul lavoro e sulla cittadinanza. Interverranno lavoratrici, lavoratori, giovani al primo voto, migranti, pensionate e pensionati, docenti, giuriste e giuristi, personalità della cultura e dello sport. Ci saranno i parenti delle vittime delle strage di Brandizzo e del Terzo Valico.
«Abbiamo scelto di organizzare la manifestazione in periferia perché è urgente che in questi territori le disuguaglianze vengano ricucite. E garantendo maggiori diritti e tutele sul lavoro e dimezzando i tempi per ottenere la cittadinanza possiamo riuscirci» spiega Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte.
In Piemonte i votanti sono tre milioni: il referendum per essere ritenuto valido deve ottenere il 50% più uno degli elettori, «l’obiettivo è portare al voto un milione e 500 mila persone» ha detto Airaudo. In vista del voto la Cgil Piemonte ha commissionato un sondaggio, dopo quello di luglio 2024, a Youtrend per comprendere quali siano le intenzioni degli elettori sul territorio. In sei mesi la percentuale delle persone a conoscenza dei referendum è cresciuta mediamente di 10 punti percentuali e il 43% intende votare. E la campagna è appena iniziata …
Il Comitato Eporediese per i referendum
Il Comitato Eporediese per i referendum si è costituito a fine febbraio. Presto sarà disponibile il calendario delle iniziative del Comitato a Ivrea e nei comuni del basso Canavese. Chi fosse interessato a collaborare alla campagna referendaria nell’Eporediese può scrivere a: [email protected]
Studenti e lavoratori fuori sede
Sei un lavoratore o uno studente fuori sede? Anche tu hai diritto a votare i cinque referendum promossi dalla Cgil e dalla società civile. Per fare domanda, e votare nel Comune di domicilio, l’ultima data utile è il 4 maggio
I fuori sede possono fare domanda per votare nel Comune di temporaneo domicilio “entro il termine di 35 giorni prima della data prevista per la consultazione referendaria e possono revocarla entro il termine di 25 giorni prima della medesima data”. Il termine ultimo per fare la richiesta è quindi domenica 4 maggio. Andrà presentata un’apposita istanza al Comune ove si è domiciliati. Iscriviti alla piattaforma informandoti a questo link: Voto fuori sede
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QUALI SONO I REFERENDUM?
I REFERENDUM SUL LAVORO
1. Stop ai licenziamenti illegittimi
Il PRIMO dei quattro referendum sul lavoro chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. Sono oltre 3 milioni e 500mila ad oggi e aumenteranno nei prossimi anni le lavoratrici e i lavoratori penalizzati da una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui la/il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto. Abroghiamo questa norma, diamo uno stop ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo.
2. Più tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese
Il SECONDO riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese. In quelle con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora una/un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. Questa è una condizione che tiene le/i dipendenti delle piccole imprese (circa 3 milioni e 700mila) in uno stato di forte soggezione. Obiettivo è innalzare le tutele di chi lavora, cancellando il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato affinché sia la/il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite.
3. Riduzione del lavoro precario
Il TERZO punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine per ridurre la piaga del precariato. In Italia circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato. I rapporti a termine possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo. Rendiamo il lavoro più stabile. Ripristiniamo l’obbligo di causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato.
4. Più sicurezza sul lavoro
Il QUARTO interviene in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Arrivano fino a 500mila, in Italia, le denunce annuali di infortunio sul lavoro. Quasi 1000 i morti, che vuol dire che in Italia ogni giorno tre lavoratrici o lavoratori muoiono sul lavoro. Modifichiamo le norme attuali, che impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Cambiamo le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme in essere ed estendere la responsabilità dell’imprenditore committente significa garantire maggiore sicurezza sul lavoro.
REFERENDUM CITTADINANZA ITALIANA
5. Più integrazione con la cittadinanza italiana
Il QUINTO referendum abrogativo propone di dimezzare da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992. Nel dettaglio si va a modificare l’articolo 9 della legge n. 91/1992 con cui si è innalzato il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia ai fini della presentazione della domanda di concessione della cittadinanza da parte dei maggiorenni.
Il referendum sulla Cittadinanza Italiana non va a modificare gli altri requisiti richiesti per ottenere la cittadinanza quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un consistente reddito, l’incensuratezza penale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica. Questa modifica costituisce una conquista decisiva per circa 2 milioni e 500mila cittadine e cittadini di origine straniera che nel nostro Paese nascono, crescono, abitano, studiano e lavorano. Allineiamo l’Italia ai maggiori Paesi Europei, che hanno già compreso come promuovere diritti, tutele e opportunità garantisca ricchezza e crescita per l’intero Paese.