Parafrasando il maestro Mario Lodi (che si riferiva alla scuola elementare di Vho di Piadena), una serie di accadimenti locali recenti fanno ben sperare sullo stato di salute civile della comunità eporediese.
Accadimenti molto diversi tra loro che però, nel mare magnum delle cattive notizie che imperversano in questi tempi bui, acquistano più significato perché in controtendenza con la narrazione dominante. E tutti nell’arco di meno di un mese.
Di quali “accadimenti” si tratta?
Il più recente, venerdì 5 aprile, il grande pic-nic serale (con giochi e improvvisati musicanti) “La città si-cura” nell’area del Movicentro, topograficamente distante solo un sovrappasso ferroviario dal presidio dei “Patrioti Italiani”, ma migliaia di chilometri sul piano umano e culturale. Da una parte un’idea di comunità che pratica, senza neppure aver bisogno di dirlo, la cura della città, che sa che il miglior antidoto contro la paura provocata dalla devianza sociale è la presenza di vita e la circolazione di persone. Dall’altra, davanti alla stazione, la consunta recita di giustizieri (improvvisati sui social e fisicamente robusti) venuti a difendere, sollevare e organizzare “il popolo abbandonato dalle istituzioni locali, in balia di persone senza documenti che commettono reati”.
Giustizieri in tour nell’area torinese e sbarcati anche a Ivrea che (e poco importa se tutti costoro ne siano consapevoli o meno) hanno il solo effetto di accrescere la paura di vivere la città. E alimentare il tristemente noto circolo vizioso di desertificazione degli spazi urbani, incremento della devianza e così continuando.
Altro accadimento, la settimana prima, venerdì 28 marzo, in piazza Ottinetti la notevole partecipazione alla quasi spontanea manifestazione “per la Palestina, per l’umanità” dopo la ripresa del massacro a Gaza e il pestaggio e arresto in Cisgiordania del regista palestinese di “No Other Land”. Film documentario che, in una proiezione speciale dieci giorni prima al cinema Politeama, aveva registrato un’eccezionale partecipazione (tanto da indurre la sala cinematografica a effettuare altre proiezioni in giorni successivi). Segno di una umanità ancora viva in città, non soffocata dalla scomparsa del genocidio del popolo palestinese dai riflettori dei grandi media occidentali. Umanità testimoniata anche dall’iniziativa di solidarietà con la cittadina di Beit Ummar, nei Territori Occupati in Cisgiordania, gemellata con Ivrea.
Ancora diverso quanto accaduto, a metà del mese scorso, in occasione dei quattro giorni sul tema “l’emancipazione della donna” a cura del Liceo Gramsci e, in particolare, nell’ultimo appuntamento allo ZAC su “Sguardi oltre il genere: Potere, Identità, Narrazioni”. Non solo e non tanto per la significativa partecipazione e neppure per gli interessanti ed efficaci contributi portati dalla cantautrice ed attivista Francesca Siano, in arte “Francamente” (peraltro oggetto di una surreale polemica contro l’amministrazione comunale inscenata da Cantoni, il Giovin Balanzone promessa della destra cittadina), ma soprattutto per la competenza e capacità delle studentesse che conducevano i diversi “gruppi di confronto” sul tema. Studentesse con notevole ricchezza di riflessioni e argomentazioni, che smentivano nei fatti la narrazione sulle giovani attente solo all’immagine e perse nel mondo virtuale.
C’è poi un accadimento che, più che far ben sperare, regala un po’ di buon umore: le liti interne alle destre locali scatenatesi dopo il congresso cittadino di “Fratelli d’Italia” e la scelta di Cantoni quale capogruppo nel Consiglio Comunale di Ivrea di questa forza politica. Una scelta che determina la formale scomparsa dalla rappresentanza in Comune di Lega e Forza Italia che, come prevedibile, non hanno gradito.
E c’è speranza se questo accade… a Roma
Ed è accaduto ieri che una grandissima manifestazione e tante voci dal palco (qui il link all’intervento di Alessandro Barbero e quello a tutti gli interventi) si sono levate contro il riarmo, contro la guerra, contro l’orrore del massacro di Gaza e lo sterminio in tutta la Palestina, per la pace come scelta di libertà.
Sì, già da domani tutto questo sarà oscurato e il “conformismo bellicista” continuerà a occupare la gran parte dei “grandi media” scatenati a creare il nemico e la conseguente inevitabilità della guerra, sia sul piano internazionale che su quello locale. Ma quanto è accaduto a Ivrea (e accade in tante altre parti d’Italia e del mondo) dice che può accadere ancora di più e meglio. Ed è già una bella boccata di speranza.
ƒz

Roma, 5/4/2025 – Oceano Pacifico (come titolava Liberazione dopo la grande manifestazione per la Pace del 2003)