Cava di San Bernardo e rinnovo della concessione: «Il Movimento 5 Stelle continua ad essere contrario»

Chi ha avuto modo nelle ultime settimane di transitare in via Torino verso l’area San Bernando d’Ivrea avrà certamente visto comparire nuovi, vecchi cartelli “NO CAVA”, simbolo di una lotta che dopo alcuni anni torna a interessare la città d’Ivrea. La concessione dei diritti di sfruttamento della cava (mai entrata in funzione da quando venne autorizzata nel 2014) è scaduta e dev’essere rinnovata e in città c’è chi è pronto a scommettere che la società Cogeis (proprietaria dei diritti d’estrazione) intenda rinnovarla per accaparrarsi una posizione di vantaggio per la vendita di materie prime nel caso in cui comincino i lavori di costruzione del nuovo ospedale eporediese.
A differenza di dieci anni fa, quando la cava venne autorizzata dall’allora amministrazione Della Pepa, la decisione di rinnovo dello sfuttamento spetterà alla Città Metropolitana che potrà servirsi della documentazione del Comune d’Ivrea e tutt’al più chiedere un parere all’amministrazione Chiantore non vincolante.
Il Movimento 5 Stelle si era speso sin da subito in città per animare e sostenere il comitato NO CAVA e oggi ribadisce la sua posizione sul tema attraverso il seguente comunicato.

Siamo venuti a conoscenza della richiesta di rinnovo dello sfruttamento della cava in località Fornaci, nel quartiere di San Bernardo d’Ivrea, da parte della ditta Cogeis. La concessione allo sfruttamento, era stata autorizzata nel 2014 dal Comune di Ivrea ed è recentemente scaduta. La nuova domanda di sfruttamento della cava sarà valutata ed eventualmente autorizzata non più dal Comune, ma dalla Città Metropolitana.
Gli uffici comunali competenti dovranno comunicare alla Città Metropolitana il risultato delle istruttorie tecniche di loro competenza relative agli aspetti urbanistici, ambientali e legati alla viabilità; apprezziamo la scelta dell’ amministrazione eporediese, comunicata durante un incontro con rappresentati del quartiere di San Bernardo, di aver incaricato i suoi uffici e consulenti esterni di avviare nuovi e più approfonditi studi di tipo tecnico al fine di tutelare la salute e la vivibilità del quartiere. Le opere di compensazione e le possibili prescrizioni previste nel passato dovrebbero essere rivalutate e se possibile rafforzate, sia per contenere al minimo le ricadute di inquinanti ambientali, sia per la sicurezza della circolazione nella zona.
Riteniamo sia necessario perseverare nel confronto costante con i cittadini residenti al fine di cogliere le loro preoccupazioni e suggerimenti.

Molti ricorderanno come il Movimento 5 Stelle si sia speso con il Comitato No Cava, nel 2014, per contrastare la concessione allo sfruttamento della cava, fino alla richiesta di parere al Consiglio di Stato, parere che fu però favorevole alla concessione.
Riteniamo che una cava in prossimità di un centro abitato possa condizionare la vita di tutti i giorni in modo molto grave per i cittadini della zona.
Il primo aspetto riguarda l’impatto ambientale che avrà l’aumento decisamente consistente dei flussi di camion in transito (alcune valutazioni accurate parlano del passaggio di una media di circa 90 camion di medie dimensioni al giorno per dieci anni), numeri che potrebbero di molto aumentare in caso di necessità, poiché non esiste un vincolo giornaliero alla quantità di mezzi che possono transitare. Le attività previste comporteranno importanti problemi legati alla rumorosità e alla dispersione di polveri nella zona che confina con il centro abitato di San Bernardo.
L’apertura di una cava vicino a un abitato potrà inoltre comportare una diminuzione del valore immobiliare delle case per lo più di semplici cittadini, spesso frutto di grandi sacrifici economici.

Nel 2014, l’ARPA aveva osservato che non è possibile reperire in 10 anni i 206 mila metri cubi previsti di terre e rocce da scavo dai soli comuni limitrofi; il conclusivo riempimento dello scavo risultante dai prelievi di sabbia e ghiaia si apre quindi a materiali provenienti da altre zone delle quali al momento nulla è dato a sapere e la cui natura richiederebbe garanzie perché vengano già all’origine rigidamente controllati.

La posizione del Movimento 5 Stelle di Ivrea continua ad essere contraria allo sfruttamento della cava di San Bernardo, per le ragioni sopra dette e già dichiarate nel 2014, a cui oggi si aggiunge un’ulteriore riflessione.
Ci domandiamo come sia possibile che il diritto allo sfruttamento debba mantenersi inalterato su un bene naturale così importante. Dieci anni fa sembrava che senza quella cava l’attività sarebbe stata compromessa e con essa il posto di lavoro di molti operai. A distanza di dieci anni non un grammo è stato estratto dalla cava, dunque tutta questa necessità evidentemente non c’era e presumibilmente non c’è neppure oggi; questa situazione di incertezza protratta negli anni crea nel quartiere nuove preoccupazioni.
In prospettiva è necessario mettere in campo un’azione politica a livello nazionale che modifichi l’attuale normativa, limitando anche il periodo di tempo in cui si concede il diritto di sfruttamento delle cave, così come più in generale il diritto a costruire, che non deve essere un diritto acquisito per sempre.
La salvaguardia del nostro territorio e dell’ambiente naturale e paesaggistico, oltre che il benessere dei nostri concittadini, sono le ragioni della nostra azione politica.

Gruppo M5S di Ivrea