A distanza di sei mesi dalla sua approvazione il Parco dei 5 Laghi è a rischio in quanto Forza Italia e Fratelli d’Italia in Regione lo vogliono abolire restituendo il “torto” alla Lega (che era riuscita a istituirlo con i voti delle minoranze). I sindaci dei 5 comuni del Parco si appellano al presidente Cirio e chiedono un tavolo. Legambiente Dora Baltea: «basta inseguire la politica; i sindaci, se ci credono, dimostrino che il Parco è già una realtà»
A fine marzo il consiglio regionale piemontese a trazione leghista votava per l’approvazione della legge che avrebbe istituito il Parco dei 5 Laghi. La mozione dell’allora consigliere leghista Andrea Cane passò per il rotto della cuffia al crepuscolo della legislatura grazie ai voti dei consiglieri di minoranza, con forte disappunto da parte degli alleati di maggioranza. Un “torto” che Fratelli d’Italia e Forza Italia non avrebbero dimenticato.
Sei mesi dopo, infatti, la Regione continua ad essere guidata dal “destra-centro”, ma i mutati rapporti di forza all’interno della maggioranza hanno spinto il capogruppo forzista Paolo Ruzzola a depositare una proposta di abolizione del neonato Parco, ipotesi immediatamente appoggiata da Fratelli d’Italia.
In questi sei mesi di passi avanti significativi per regolamentare e dotare il Parco di risorse e personale autonomi non ne sono stati fatti, con l’unica eccezione della nomina a fine settembre di Alessandro Sicchiero, sindaco di Chieri al quale la Città Metropolitana ha affidato la delega all’Ambiente e investito del ruolo di coordinatore dell’ente. Esponente del PD, il suo nome fu, con ogni probabilità, la cambiale che la Lega dovette pagare per ottenere i voti delle minoranze.
Nessuna novità neanche per quanto riguarda la futura sede del Parco presso la Polveriera d’Ivrea, né tanto meno per il futuro Centro Visite a Chiaverano. L’unico “avanzamento” (se così si può chiamare) sarebbe stato un Piano di gestione del Parco redatto dall’economista territoriale Giampiero Lupatelli su incarico del funzionario metropolitano Gabriele Bovo; il condizionale è d’obbligo perché questo documento non è mai stato presentato pubblicamente e non si sa, a questo punto, se mai verrà fatto.
Alla pubblicazione sui quotidiani della proposta di abolizione del parco il Canavese si è immediatamente fatto sentire, a cominciare da Coldiretti, l’associazione degli imprenditori agricoli che tramite il suo delegato territoriale Bruno Mecca Cici ha rilasciato un’intervista alla Voce nella quale è tornata a esprimere la netta contrarietà all’istituzione del Parco: «Vogliamo ricordare che la legge che istituisce il Parco dei 5 Laghi è una brutta vicenda che nasce dal tentativo di fare passare in sordina questo nuovo, inutile, strumento burocratico. Una vicenda che allontana i cittadini dalla buona politica». Coldiretti ha da sempre osteggiato la nascita del Parco, adducendo motivazioni che paiono per lo più pretesti per sparare a zero contro gli “enti parchi”. A loro dire il Parco lascerebbe liberi i cinghiali di proliferare e fare danni, renderebbe incerto il futuro delle attività agricole locali e istituirebbe un sistema di lacci e lacciuoli normativi che andrebbero a minare il futuro della libera impresa locale. Queste motivazioni cozzano tuttavia con il fatto che i cinghiali c’erano già prima dell’istituzione del Parco, che i terreni agricoli nell’area siano quasi inesistenti (l’ex sindaco di Chiaverano sostiene che la superficie interessata rappresenti appena il 5%) e che l’area dei 5 Laghi è già ampiamente regolamentata in quanto sostanzialmente coincidente con i confini del SIC (Sito di Interesse Comunitario).
A rispondere nel merito a Coldiretti ci ha pensato il consigliere di minoranza del comune di Chiaverano Simone Eusebio Bergò: «Bisogna fare chiarezza sulle informazioni che circolano perché sono stanco di continuare a sentire notizie false diffuse da Coldiretti e con la complicità dei giornali. I fondi non mancano. Tutti i finanziamenti che riguardano lo sviluppo del territorio ed eventuali progetti dovranno essere cercati tramite bandi. Questi canali di finanziamento sono già stati individuati e dettagliati nel Concept del Piano di sviluppo economico e sociale. La redazione di questo documento finale è in corso d’opera perché deve coinvolgere le parti sociali quali la Comunità (formata dai sindaci) e il Tavolo del Parco (formato dagli stakeholder)».
Sul piano politico il gruppo di Fratelli d’Italia ha affidato ad Andrea Cantoni la posizione del partito. Il consigliere sostiene la linea di Coldiretti e afferma che «non c’era nessuna necessità di creare una nuova struttura da affidare a Città Metropolitana, nota per le sue lungaggini e la sua burocrazia», sostenendo inoltre che «il nuovo Parco aggiunge soltanto burocrazia e posti di comando che faranno penare le aziende agricole e i cittadini».
Di parere opposto è l’opinione dell’ex segretario eporediese di Forza Italia Vincenzo Ceratti che su Facebook dichiara, togliendosi qualche sassolino: «a distanza di un anno mezzo dalle elezioni comunali ad Ivrea ho la conferma della pochezza e della incapacità come politico di Paolo Ruzzola. Persona per la quale a malincuore ma fermo nei miei principi io diedi illo tempore le dimissioni come segretario Eporediese di Forza Italia. Eccolo qui che si palesa nuovamente in Canavese con l’ennesima trovata da vero statista de noi altri, rimettendo in discussione l’intero progetto del “parco cinque laghi”. Guarda caso a braccetto dei Fratelli d’Italia che per mezzo dell’altro statista di Rivarolo sono i veri responsabili dei risultati del centro destra in Canavese. Il parco cinque laghi deve andare avanti! Deve perché è stato votato dalla giunta di centro destra che è la stessa che ha rivinto le elezioni a giugno, deve perché lo ha approvato e condiviso il Presidente Cirio, deve perché il Canavese e soprattutto l’Eporediese hanno bisogno di grande attenzione da parte di tutta la politica da Roma a Torino».
Anche il Partito Democratico d’Ivrea esprime la sua posizione sulla questione e lo fa tramite un comunicato inviato dal segretario del circolo Francesco Giglio nel quale l’attacco alla destra è senza mezzi termini: «dalle false promesse alle false leggi: la destra in Piemonte si supera! Ad Ivrea come Partito Democratico avevamo promosso un sondaggio che aveva dimostrato che il tema era molto sentito dai cittadini. Ci aspettavamo di metterci all’opera per rendere concreta l’istituzione del parco tramite la creazione dell’ente di gestione e il coinvolgimento delle parti coinvolte, a partire dalle associazioni di categoria e dagli abitanti delle zone coinvolte. Ora sembra che dovremo aspettare di nuovo: tutto rimandato».
I sindaci dei cinque comuni del Parco (Ivrea, Chiaverano, Montalto Dora, Borgofranco e Cascinette d’Ivrea) hanno inviato una lettera aperta al presidente della Regione Alberto Cirio in cui chiedono urgentemente un incontro con l’amministrazione regionale: «chiediamo di considerare l’apertura a un dialogo costruttivo con tutte le parti coinvolte, per elaborare una proposta ragionevole che possa rispondere alle preoccupazioni espresse da Coldiretti e da altri gruppi, senza compromettere la legge che istituisce il Parco».
Nel merito entra anche l’associazione Legambiente Dora Baltea, da sempre favorevole alla nascita del Parco. Nevio Perna, esponente dell’associazione ambientalista si dice più preoccupato dell’atteggiamento “attendista” dei sindaci più che della proposta di legge di abolizione: «la politica fa il suo corso e c’è tempo prima che venga discussa la proposta di legge regionale. La mia domanda è: i sindaci ci credono davvero al progetto? Se si, perché non la smettono di inseguire la politica e non cominciano invece a gettare le basi di quello che sarà il Parco? La Città Metropolitana ha redatto uno studio grazie al lavoro dell’economista territoriale Giampiero Lupatelli; perché non partire da quello? L’amministrazione Sertoli aveva destinato risorse al Parco della Polveriera, futura sede dei 5 Laghi. Da allora si è fatto qualcosa? Il territorio e le amministrazioni comunali devono dimostrare che il Parco dei 5 Laghi è già una realtà, non inseguire i tavoli con la politica. Quei tavoli fanno solo il gioco di chi il Parco non lo vuole. Sarebbe importante che le amministrazioni locali coinvolgessero subito gli enti del mondo associativo, del terzo settore e le imprese agricole presenti sul territorio da cui potrebbero venir fuori proposte, progettualità e risorse importanti per il parco».
Andrea Bertolino