Terza edizione del Pride a Ciriè, organizzato da ProvinciaLotta
«Troppa frociaggine dice qualcuno.
va bene, sì, troppa frociaggine! E allora che vedano la nostra frociaggine, che vedano quanto siamo rumorosx, quanto siamo liberx, quanto siamo orgogliosx, quanto siamo noi stessx, senza la paura o la vergogna che loro vorrebbero provassimo!
Vogliamo dire forte che le nostre vite valgono! In qualunque modo siamo e amiamo, da ovunque veniamo o stiamo, qualunque vita facciamo, vogliamo essere felici, vogliamo una società che renda possibile la felicità, si occupi di chi è fragile, persegua il diritto di tuttu a casa, salute, istruzione, lavoro… e non il profitto e la sopraffazione.
Pratichiamo la politica del desiderio, mai cit3 continueremo a gridare: vogliamo la felicità, di tutte, tutti, tuttu!
Provincia unita e mai cita!»
Non c’è un palco su cui salire e parlare.
C’è un furgone, dal quale escono musica e interventi, un pifferaio magico dietro il quale un corteo colorato e festoso percorre, nel pomeriggio di sabato 29 giugno, le vie di Ciriè.
FroCiriè. Provincia in lotta è il Pride organizzato dal collettivo transfemminista ProvinciaLotta che, per il terzo anno consecutivo, restituisce a pieno titolo voce e spazio a tutte quelle persone che non si sentono rappresentate: donne, soggettività LGBTQIA+, persone trans, non binarie, tutto ciò che viene costretto dalla società eteronormativa, cisnormartiva, monoamatonormativa.
A tratti il furgone si ferma, la musica si abbassa e qualcun* prende il microfono per parlare. Tutti gli interventi hanno in comune la consapevolezza di un contesto storico e politico precisi dove la giustizia sociale è un concetto relativo. spesso inquinato da posizioni razziste, xenofobe, misogine, capitaliste e speciste.
Parole che rappresentano chi vive ai margini, le persone invisibili, la disoccupazione, il lavoro povero, il disagio. Insieme alla libertà, che prende la forma e il colore dei corpi e della loro fierezza. La rabbia è una sola, come la volontà precisa di trasformarla in prospettiva e pratiche e anche per questo non può mancare, forte e chiaro, il sostegno alla lotta palestinese.
Quello di Ciriè è un Pride politico e non istituzionale che vuole focalizzare l’attenzione alle realtà di provincia, lontane dai grandi centri, dove c’è meno anonimato e dove le persone queer possano sentirsi rappresentate e al sicuro e cittadine e cittadini sentano che lo spazio pubblico appartiene anche a loro. Si avverte la concretezza di un percorso politico che si costruisce giorno per giorno.
«Vogliamo dire forte che le nostre vite valgono! In qualunque modo siamo e amiamo, da ovunque veniamo o stiamo, qualunque vita facciamo, vogliamo essere felici» sono alcune delle parole che abbiamo riportato a inizio articolo e che termina l’intervento di MaiCcit3, il collettivo transfemminista di Ivrea «(…) dopo l’ondata transfemminista e di consapevolezza e attenzione mediatica sui femminicidi, in particolare quello di Giulia Cecchettin, ci siamo res3 conto di quanto fosse importante portare la lotta transfemminista anche a Ivrea, come già stanno facendo lx nostrx compagnx di ProvinciaLotta a Ciriè.
Siamo molto felicx di essere qui insieme e grazie a ProvinciaLotta, una realtà al cui ci sentiamo estremamente vicinx e a cui ci ispiriamo per una lotta di provincia forte, rumorosa, continua e imperterrita.
Abbiamo sentito il bisogno di unirci per affrontare le difficoltà di una realtà provinciale patriarcale, omo-lesbo-bi-transfobica e capitalista, violenta e oppressiva, che non ci concede spazi.
Spazi che abbiamo deciso di prenderci, di occupare con tutti i nostri corpi, con le nostre menti e con le nostre forze.
Li abbiamo creati in un posto dove non esistevano a sufficienza, per noi stessx e per tutte le persone che non riuscivano a trovarne. Spazi di sorellanza e di unione tra oppressx perché la prima cosa che succede in un contesto di provincia se non ti conformi è isolarti, renderti lx “scemx” del villaggio e l’esempio da cui allontanarsi.
Noi NON siamo uno spettacolo per voi, siamo solo noi stessx, in tutta la nostra favolosità e il vostro giudizio non può fermare la nostra bellezza e la nostra forza congiunta!
Il nostro obiettivo come collettivo è uscire dalla marginalità politica e portare i nostri bisogni e tutele al centro della vita della provincia, perché le nostre esistenze sono politiche, soprattutto nei luoghi dove esistere è ancora di più RESISTERE, resistere alla spinta dell’omologazione capitalistica, patriarcale e di conseguenza escludente rispetto a tutte le realtà non maschie, non etero e non cis.
La nostra esistenza è inevitabilmente conflittuale perché vivere in maniera non conforme e fare politica, a prescindere dalle pratiche, significa essere costrett3 al silenzio nel nome della quiete amena della provincia.
Noi lo diciamo chiaro e tondo, non staremo Mai Cit3!»
Simonetta Valenti