Tre consiglieri, una consigliera, sei liste del centro-destra. Praticamente una task force consiliare per difendere la città dai posteggiatori abusivi.
Quanto è piccola una città con una parte politica che reitera gli stessi cavalli di battaglia anche quando il fenomeno che denunciano è praticamente ridotto al lumicino?
L’attacco al parcheggiatore abusivo (lo straniero molesto) è uno dei leit motiv del centro-destra. Non importa quale sia la portata del fenomeno, fino a quando ce ne sarà anche solo uno, puntualmente vedremo in consiglio comunale una mozione di ri-mozione.
Così è accaduto nel consiglio comunale del 19 febbraio scorso. La consigliera e i consiglieri di minoranza (De Stefano escluso, chapeau) presentano una mozione di una paginetta dove enunciano che “il fenomeno dei parcheggiatori abusivi (…) è ancora ampiamente diffuso in varie aree di parcheggio (…); che i parcheggiatori abusivi (…) sono soliti, oltre a chiedere soldi per far parcheggiare le vetture, a occupare gli stalli liberi, in modo da impedire a chi non paghi di posteggiare …” A fronte di questo pericolo pubblico, l’impegno richiesto al Sindaco è però poca cosa: “Si impegna il Sindaco a intervenire per tentare di risolvere la problematica mediante il corpo di Polizia Locale e anche tramite richiesta di maggior controllo da parte degli operatori di Ivrea Parcheggi”, recita la mozione. Insomma, bastava una telefonata al comandante della polizia locale per segnalare eventuali illeciti.
Ma il peggio non è questo, il paradosso è che la maggioranza civico-centro-sinistra, anziché semplicemente motivare un voto contrario ad una mozione chiaramente ideologia (appartenente alla sezione dagli allo straniero, all’accattone), chiede invece di emendarla per votarla.
Si apre così un dibattimento dove la maggior parte delle consigliere e dei consiglieri intervenuti (da una parte e l’altra) dice di non avere esperienze negative legate ai posteggiatori abusivi, dove assistiamo ad una lezione di depistaggio del posteggiatore da parte della consigliera Piccoli che tutta felice insegna che basta tenere in auto un block notes e una penna da tirare fuori davanti all’abusivo chiedendogli nome e cognome, per vederlo scappare. Da brivido. Vi rendete conto? La città di Bettazzi, di Adriano Olivetti, … questiona nel suo Consiglio comunale sulle strategie per dribblare i questuanti. Ma non è finita qui, c’è chi da destra parla di pizzo, di auto rigate, chi denuncia “c’è gente che prende il reddito di inclusione!” (con 480 euro al mese che cercano?); altri parlano di “illecito amministrativo” (quale? per la legge italiana, l’accattonaggio di per sé non è reato se non è molesto e insistente, solo in questo caso diventa punibile in quanto “violenza privata”.); mentre da sinistra lanciano “occorrono politiche di integrazione, potrebbero diventare della guide turistiche”. Un merito va dato a quella mozione, ha scatenato il surreale che è sempre un diletto ascoltare.
E così alla fine la mozione passa con voto bipartisan con gli emendamenti della maggioranza che limitano il fenomeno a “seppur ampiamente ridotto nel recente passato, pare esistere ancora sporadicamente in determinate aree”, ma soprattutto stravolgono l’impegno del sindaco richiesto dal centro-destra che diventa “Si impegna il Sindaco ad affrontare le marginalità che spesso si celano a dietro a queste condotte, anche mediante l’adozione di politiche di integrazione mirate all’accoglienza di tali soggetti nel tessuto comunitario, sociale ed economico della Città.” E tutti felici votano. La minoranza approva una sua mozione profondamente diversa da quella presentata, e la maggioranza vota la stessa cadendo nella trappola del definire un “problema” una manciata di uomini che elemosinano nei parcheggi.
Anche io però, devo confessarlo, ho una strategia per i posteggiatori abusivi. Quando si palesano, magari aiutandomi ad individuare un parcheggio libero, tiro fuori un bel sorriso, chiedo come si chiamano, dico loro come mi chiamo io, chi è mussulmano si stupisce del mio nome, gli spiego perché lo porto, poi gli chiedo qual è il loro paese, dove vivono adesso, … e posso assicurare che quei 60 secondi spesi in quelle chiacchiere ben meritano un euro.
Cadigia Perini