Rubrica CONTRONATURA
Ci risiamo! L’estate è la stagione delle vipere e la Valchiusella è un covo di vipere, non in senso figurato che ci potrebbe stare, ma in senso letterale ecologico.
Questa litania ricorre spesso quando racconto che preferisco passare la stagione calda nel magico mondo della valle. Un tempo erano distribuite in valle alcune cassette contenenti il siero antivipera, di cui una è ancora presente come reperto storico nella frazione Succinto.
Facciamo chiarezza. Le statistiche ci dicono che in Italia negli ultimi dieci anni sono morte meno di dieci persone per il morso del terribile ofide, un numero sicuramente significativo, ma molto inferiore rispetto alle circa dieci vittime all’anno di calabroni, vespe e api. Certo, non è una grande consolazione sapere che esistono animali che mietono più vittime. Questo però la dice lunga su quanto la percezione del rischio sia soggettiva, specialmente se si parla di serpenti. I serpenti fanno “schifo”, appena lo sprovveduto turista avvista un’animale strisciante urla: la vipera, scappiamo!
Personalmente mi piacciono i serpenti anche se anch’io sussulto se preso alla sprovvista dall’apparizione. Ma i serpenti che si incontrano comunemente in genere sono innocue bisce o modesti orbettini (che neppure sono serpenti, ma parenti delle lucertole con zampe atrofizzate),
le vipere sono piuttosto schive ed elusive, tendono a fuggire al primo allarme, certo se ci mettete inavvertitamente una mano sopra è probabile che vi mordano!
Ne ho presa una in mano tempo fa, assistito da un veterinario, e la povera bestia è rimasta inerte. Le leggende ci raccontano di vipere
aggressive che aspettano solo di mordere gli esseri umani e per farlo si arrampicano sugli alberi e fanno cadere i loro piccoli sulla testa dello sventurato escursionista, oppure che si prendono la coda in bocca a formare un cerchio (tipo hula hoop) per rotolare velocemente lungo i pendii rincorrendo e azzannando improvvidi cristiani (anche musulmani, ebrei, induisti, buddisti…). E poi, la più insensata fra le dicerie narra di elicotteri che sorvolano le valli scaricando ammassi di vipere per ripopolare il territorio. Tutte fanfaluche. Le vipere non si arrampicano sugli alberi, non sono dotate della muscolatura adatta, ovviamente non si mordono la coda per rotolare e nessuno scarica vipere sul territorio (a che scopo?).
Le simpatiche bestiole sono dotate di veleno perché sono torpide e lente, è l’unico mezzo in loro possesso per cacciare e difendersi. Le bisce non ne hanno bisogno, sono dotate di forte muscolatura, si arrampicano sugli alberi, sono bellicose e veloci: il biacco, la più comune, si mangia anche le vipere. Il veleno inoculato dalle vipere in realtà non è mortale, i dati sono estremamente frammentati e non esiste un database unico, ma le stime dicono che un morso di vipera risulta fatale soltanto nello 0,1% dei casi; quasi sempre a causa di complicazioni collaterali come reazioni allergiche, infarti o ictus e non per effetto diretto del veleno; il siero antivipera, un tempo reperibile in farmacia, non è più usato poiché più pericoloso del veleno stesso potendo scatenare gravi reazioni allergiche fino al decesso, oggi si somministra solo in casi particolari sotto controllo medico in ospedale.
Allora, perché temete le vipere? Perché quando si vuole dileggiare una persona infida la si definisce “vipera”? Forse se i miti serpentelli avessero un senno definirebbero “umani” gli individui subdoli, di cui peraltro la nostra specie possiede un campionario non irrilevante. Ricordiamo che tutti gli organismi hanno un ruolo ecologico nella biosfera anche quelli che ci fanno ribrezzo, non bisogna ucciderli solo perché non ci piacciono (a parte le zanzare!).
Ora arriva dal Brasile un’altra minaccia e non è un serpente, ma un altro imenottero (ordine degli insetti di cui fanno parte anche vespe e api) la “formica di fuoco” che giunge dal Brasile grazie all’insensata economia globale; le poco simpatiche formichine provocano punture dolorosissime e ripetute che possono causare shock anafilattico. Quindi diffidate degli imenotteri, meglio le vipere.
Diego Marra