La reazione dello storico Erico Gobetti da noi interpellato dopo aver appreso che la Giunta comunale ha approvato all’unanimità di concedere l’uso del logo della Città di Ivrea per una iniziativa organizzata da un’associazione di estrema destra.
Prendo atto con sgomento che la Giunta comunale ha concesso, dietro richiesta di un esponente locale della destra, già CasaPound, il patrocinio per un’iniziativa promossa dal Comitato 10 febbraio. Forse la Giunta eporediese ignora che si tratta di un’associazione di estrema destra, guidata dall’autore di un volume edito da Ferrogallico, casa editrice di riferimento di tutta la destra neofascista italiana. Nello specifico l’evento “Una rosa per Norma” è promosso in tutta Italia da CasaPound, Comitato 10 febbraio e altre realtà che non fanno mistero della loro vicinanza al modello politico fascista.
È stupefacente che nessuno della Giunta si sia posto il problema che un’iniziativa politica condotta da estremisti antidemocratici di queste tenore possa non essere in linea con i valori della Costituzione che qualunque rappresentante delle istituzioni è tenuto a rispettare.
Nella propria delibera la Giunta arriva ad affermare che si tratterebbe di “un’occasione di confronto e di scambio di conoscenze, con il fine di sensibilizzare verso l’importanza della memoria di avvenimenti storici accaduti ed educare ai valori di pace, al riconoscimento e al rispetto della diversità e della dignità di ogni individuo”.
Nessuno nega che si tratti di fatti “storici accaduti”, né il rispetto per la “dignità di ogni individuo”, specie se vittima di un crimine di guerra. Ma in che modo la Giunta pensa di “educare ai valori della pace” dando spazio ad organizzazioni che si ispirano al fascismo (un regime violento, razzista e guerrafondaio) e che negano infatti ogni responsabilità fascista nella lunga stagione di violenza al confine orientale, che ha portato infine anche alla morte della povera Norma Cossetto?
Se si vuole davvero “sensibilizzare verso l’importanza della memoria di avvenimenti storici accaduti” lo si può fare promuovendo conferenze storiche sul tema. Se si vuole davvero creare “un’occasione di confronto”, di “scambio di conoscenze” e di “rispetto della diversità” sarebbe opportuno confrontarsi con chi, in quello stesso contesto storico e geografico, ha subito l’oppressione e la violenza italiana e fascista.
Lasciare che il ricordo di eventi tanto complessi e dolorosi venga strumentalizzato da chi si dichiara erede del regime che ha scatenato la guerra e la violenza in quei territori è non solo sbagliato, ma anche pericoloso. Sono proprio coloro che, per scelta ideologica, rifiutano il “confronto”, disprezzano la “conoscenza” e odiano le “diversità” che dovrebbero “educare ai valori della pace”? Chiedo dunque alla Giunta di ritirare il patrocinio a un’iniziativa di stampo nazionalista, revanscista e antidemocratico e nel contempo offro le mie competenze e i miei contatti per promuovere insieme iniziative di sensibilizzazione su questi temi così importanti, proprio per sottrarli ad un uso politico errato e pericoloso.
Eric Gobetti
Leggi anche: La storia falsificata in omaggio all’Italia fascista: il caso di Norma Cossetto, di Eric Gobetti (Volere la luna, 3/11/2021)