Una grandiosa manifestazione che conferma la possibilità di mettere in campo la società attraverso l’insolita mobilitazione comune di lavoratori di tutte le categorie, operatori del settore sanità, pazienti e cittadini.
Non si vedeva da molti anni a Torino una manifestazione così partecipata: oltre 12mila (probabilmente di più, ma poco meno, come è d’uso, per la Questura) lavoratori, medici, infermieri, pazienti, pensionati hanno ”invaso” la zona degli ospedali per una “marcia per la Sanità Pubblica” partita da piazza Carducci (di fronte alle Molinette) e arrivata al grattacielo della Regione Piemonte.
Convocata da una sessantina di organismi diversi (sindacati, ordini professionali, associazioni) riuniti nel Comitato per il Diritto alla Tutela della Salute e alle Cure intorno allo slogan “Quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto”, la manifestazione nasce come prima risposta allo stato della sanità piemontese (che però non è diverso da quello delle altre Regioni italiane): liste d’attesa lunghissime, mancanza di personale sanitario, insufficienza di letti ospedalieri.
Alla base, come ha ricordato Giorgio Airaudo (segretario regionale della CGIL, tra i promotori del Comitato insieme ad ANAAO-Assomed e Libera) «ci sono colpe di tutti i governi che hanno sottovalutato l’importanza della sanità per tenere insieme una comunità. La sanità è un elemento di coesione. E questo vale per chi governa, perché ha le proprie responsabilità, ma anche a chi si vuole candidare a sostituirli».
Forse è bene ricordare che il Def [Documento Economico Finanziario ndr], appena approvato dal governo prevede che solo il 6.2% del Pil sia speso per la sanità pubblica nei prossimi anni, a fronte di una media europea del 10%. E non è una scelta politica solo di questo governo – ricorda Airaudo nell’intervento di chiusura – «perché si tratta delle stesse scelte degli ultimi 15 anni. La situazione è così grave che serve un comitato di ricostruzione della sanità. La Regione Piemonte deve assumere più di 1.200 sanitari in pochi mesi».
In tanti a Torino in questa manifestazione regionale (che segue le mobilitazioni locali succedutesi in diversi capoluoghi di provincia piemontesi) per dire basta alle privatizzazioni e ricostruire la sanità pubblica. Una mobilitazione che può e deve crescere perché la scelta di privatizzare la sanità viene da lontano (in maniera esplicita nella lettera della BCE del 2011) e ha sponsor economici e politici potentissimi.
Il grande successo della manifestazione di oggi rappresenta però un buon punto di partenza per avviare in tutte le comunità locali iniziative di controllo e denuncia puntuale della situazione sanitaria. A cominciare dalla desolante situazione di molti Pronto Soccorso.
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