«Salvaguardia dell’ambiente, quale pre-condizione, equità, trasparenza, legalità, lotta alle disuguaglianze e alle discriminazioni, negazione della guerra, promozione delle politiche pubbliche su salute e istruzione, sono il quadro della nostra idea di Amministrazione cittadina»
Mancano ormai pochi mesi alle elezioni del Sindaco e del Consiglio Comunale di Ivrea e, dopo le interviste a Laboratorio Civico,Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, proponiamo qui di seguito quella con l’associazione Viviamo Ivrea, la lista civica che si è distinta per una opposizione tenace, attenta e documentata, sia all’amministrazione del PD (dal 2013 al 2018) sia a quella attuale delle destre. Di questo e della prossima scadenza elettorale abbiamo parlato con Francesco Comotto che, dopo un’esperienza come sindaco di Settimo Rottaro, ha svolto in questi ultimi dieci anni a Ivrea la funzione di consigliere comunale di Viviamo Ivrea.
Negli ultimi dieci anni, come consigliere di Viviamo Ivrea, hai vissuto l’esperienza di fare l’opposizione a due amministrazioni diverse: dal 2013 al 2018 a quella del PD e con sindaco Della Pepa e dal 2018 a quella della Lega e altri con sindaco Sertoli. Che differenze hai trovato?
Si è trattato di due situazioni completamente diverse. Con l’amministrazione di centro sinistra avevamo di fronte un partito strutturato, abituato a governare la città e che si reputava autosufficiente tanto da non prendere in minima considerazione il dialogo con noi neanche su temi verso i quali poteva esserci comunità di intenti. Molte sono state le nostre proposte sul sociale, sull’ambiente, sulla partecipazione e la trasparenza, diciamo tematiche che dovrebbero far parte di una visione “progressista”, che sono state rimandate al mittente. L’attuale amministrazione è composta invece da persone senza esperienza amministrativa fatto salvo il Presidente del Consiglio Borla che spesso è in difficoltà nel gestire un’aula dove dai banchi della maggioranza non ci sono quasi mai interventi ed allora inizia un imbarazzante batti e ribatti tra i consiglieri di minoranza e gli assessori che, giova ricordarlo, non sono consiglieri e quindi non hanno un ruolo politico diretto e quindi non votano. Questi ultimi cinque anni hanno rafforzato il mio pensiero sulla necessità che i candidati, o per lo meno gli eletti, leggano almeno il Testo Unico sugli Enti Locali, lo Statuto e i regolamenti comunali a partire da quello sul Consiglio Comunale.
Sostieni, quindi, che Sertoli e la sua amministrazione abbiano fallito nella loro intenzione di essere portatori di cambiamento?
Se c’è una cosa che unisce i due mandati è che non c’è stato il cambiamento annunciato perché anche quest’ultima amministrazione si è rivelata eterodiretta, fortemente condizionata da sollecitazioni esterne, siano esse provenienti dai partiti piuttosto che da privati molto influenti. Questo accade quando non ci sono una visione ed un programma di breve, medio e lungo termine, improntati al Bene Comune, verso cui indirizzare il futuro di una città che si sta ridimensionando e impoverendo molto velocemente.
Viviamo Ivrea ha anticipato quella che oggi pare una consapevolezza più estesa nel mondo dell’associazionismo: la necessità di occuparsi anche direttamente della “cosa pubblica”, partecipando alle competizioni elettorali. Nel 2013 esordiva sul piano nazionale un movimento, i 5 stelle, che aveva oggettivamente molto in comune, nei valori di riferimento, con l’associazione Viviamo Ivrea. Al netto di tutte le rigidità e contraddizioni che connotavano il M5S, con gli occhi di oggi hai mai pensato che allora avreste potuto avviare un cammino comune?
Fin da quando è nata Viviamo Ivrea si è posta l’obiettivo di portare cittadini attivi e consapevoli a “fare politica” a livello locale pur non facendo parte di un partito, ma avendo ben chiaro l’obiettivo del Bene Comune quale punto cardine di ogni azione e decisione politica. Un gruppo di persone con forti ideali che non riuscivano a trovare un riscontro concreto in partiti ormai ridotti a meri comitati elettorali. Partiti all’interno dei quali invece di analizzare un mondo e una società che cambiavano molto velocemente, elaborando e proponendo idee nuove e soluzioni sostenibili, si consumavano anacronistiche battaglie di potere per la spartizione di posti e poltrone. Come esplicitato nella domanda il Movimento 5 Stelle aveva ed ha molti punti in comune con il nostro modo di pensare, ma nella versione del 2013 si trovava in una fase iniziale, con una proposta elettorale strutturata, e non ci sono stati praticamente contatti. La loro idea di “partecipazione” si limitava allora, dal nostro punto di vista in maniera contraddittoria, ai loro attivisti. Ora, dopo le divisioni e scissioni interne e l’individuazione di Giuseppe Conte quale capo politico, la linea è decisamente cambiata e non è un segreto che ci sia un dialogo tra i nostri gruppi.
Tornando al 2018, dopo cinque anni di lavoro sui banchi della minoranza ci siamo conosciuti meglio e nel 2017, in vista delle elezioni amministrative dell’anno seguente, proponemmo loro di provare a fare un percorso comune, basato sui temi e sui contenuti, per non disperdere quanto fatto negli anni di opposizione e per raggiungere una massa critica in grado di poter sfidare concretamente i due blocchi di centro-sinistra e di centro-destra. Purtroppo a quel tempo i vertici nazionali non contemplavano la possibilità di fare accordi con altre forze politiche, anche nel caso di liste civiche come la nostra, e così siamo andati divisi. Alla luce dei risultati usciti dalle urne, con molta probabilità, una coalizione tra di noi ci avrebbe portato quantomeno al ballottaggio, ma è andata così ed è inutile oggi rimuginare su ciò che non è stato.
“Con i se e con i ma la storia non si fa”, è vero. Detto questo, però, alla luce degli sviluppi successivi non hai mai avuto alcun ripensamento sulla vostra scelta nel 2018 dopo il primo turno delle elezioni comunali?
Non mi piace ragionare col senno di poi e meno ancora vivere di rimpianti, preferisco guardare al futuro capitalizzando quanto imparato nel passato. Forse saremo stati troppo idealisti, ma se una cosa si può dire che non manchi a Viviamo Ivrea è la coerenza. Nel 2018 abbiamo fatto una campagna elettorale ed elaborato un progetto politico incentrati sulla discontinuità; su una inevitabile cesura col passato e tutto questo non in maniera ideologica, a prescindere, ma motivando ogni scelta in base all’esperienza fatta tra i banchi della minoranza nei cinque anni precedenti dove un PD supponente non ha mai preso in considerazione la possibilità di dialogare con noi anche se le nostre proposte erano condivise da molti iscritti al partito. Va detto che da allora ad oggi, con 5 anni di minoranza, un bel bagno di umiltà e il riconoscimento di alcuni errori marchiani, molte cose sembrerebbero sul punto di cambiare. Approfitto della domanda per spiegare come sono andate realmente le cose dopo il primo turno nel 2018. Nelle due settimane precedenti il ballottaggio la coalizione di centro-destra ci propose l’apparentamento e, se avessimo accettato, avremmo portato ben tre consiglieri in maggioranza e avremmo avuto garantito il vicesindaco. Qualche giorno prima della scadenza per il deposito dell’apparentamento nel secondo turno ci chiamò il PD che però non lo ritenne fattibile, limitandosi a proporre una poltrona, pesante, al sottoscritto. Siccome il nostro modo di intendere la politica è la condivisione convocai una riunione urgente alla quale parteciparono i rappresentanti di tutte tre le liste della nostra coalizione e dopo una discussione, a tratti anche lacerante, decidemmo di non scegliere nessuna delle due parti che si sarebbero sfidate al ballottaggio. Se avessi voluto una poltrona, come qualcuno scornato da una sconfitta bruciante poco elegantemente andava dicendo, non avrei avuto che l’imbarazzo della scelta. In questi ultimi cinque anni il mondo è drammaticamente cambiato: pandemia, guerra in Europa, aumento esponenziale delle disuguaglianze lasciano il segno ovviamente anche in questo nostro territorio.
Come si trova Ivrea all’arrivo di questo 2023?
La salvaguardia dell’ambiente, quale pre-condizione a tutto il resto, l’equità, la trasparenza, la legalità, la lotta alle disuguaglianze e a tutte le discriminazioni, la negazione della guerra e della violenza come modi di risoluzione delle controversie, la promozione e la difesa delle politiche pubbliche su salute e istruzione, sono il quadro entro il quale vorremmo portare avanti la nostra idea di Amministrazione cittadina. Alla luce dei temi globali e locali che indicate nella domanda, nell’ultimo decennio a Ivrea si è fatto troppo poco limitandosi a rincorrere quelle emergenze che, inevitabilmente, si manifestano quando non ci sono programmazione e una visione di ampio respiro. Sarà anche necessario riattivare canali di comunicazione e di collaborazione col territorio partendo dalle istituzioni di area vasta che già esistono come l’Area Omogenea 9 della Città Metropolitana e la Conferenza dei Sindaci dell’ASL TO4.
Quanto potrebbe influire positivamente un’eventuale nuova amministrazione comunale della quale facesse parte Viviamo Ivrea?
Viviamo Ivrea su questi temi ha acquisito molta esperienza ed io personalmente credo di avere una maggior predisposizione ad un’azione di governo piuttosto che di opposizione, sia per il mio percorso di studi che per aver fatto il Sindaco per 10 anni in un paese dell’Eporediese. Se si riuscirà a costruire un’alleanza forte e coesa, imperniata sui valori e sui punti precedentemente elencati, Viviamo Ivrea potrà apportare un considerevole bagaglio di esperienza e di competenza, in caso di vittoria, alla futura Amministrazione, purché venga garantita da tutti gli alleati una discontinuità reale col passato nella gestione della cosa pubblica.
Per le elezioni comunali prossime è cosa fatta la coalizione con PD, M5S e Laboratorio Civico? E, se andasse in porto, il candidato sindaco sarà scelto con “primarie” tra Chiantore (del PD) e Giacopelli (proposto da Laboratorio Civico)? O ci sono altri candidati in arrivo?
A pochi mesi dalle elezioni è chiaro che ci sono stati e continuano ad esserci dei contatti tra le varie forze politiche attive in città. Come detto in precedenza negli ultimi anni si è consolidato un rapporto di collaborazione tra Viviamo Ivrea e il Movimento 5 Stelle che si è consolidato dopo i chiarimenti interni e la nuova linea politica tracciata da Conte. Riguardo al candidato Sindaco finora la nostra posizione è stata quella di definire prima i contenuti e i programmi mettendo sul tavolo, in tutta franchezza, quegli elementi che si potrebbero rivelare divisivi e che potrebbero indebolire la futura squadra di governo. Se si vuole dare vita ad un reale percorso di cambiamento i nodi critici andranno sciolti prima della partenza. A noi vincere per vincere non interessa se non c’è un impegno chiaro e trasparente nel voler attuare il programma, realistico e attuabile concretamente, definito insieme e basato su quei valori sopra richiamati e per noi imprescindibili. Definito questo, il candidato Sindaco dovrà essere il primo interprete di quanto elaborato insieme e dovrà farlo secondo le modalità di gestione, partecipazione e condivisione stabilite in precedenza. Sul metodo di scelta valuteremo strada facendo, l’ideale sarebbe trovare una soluzione interna condivisa una volta definito il perimetro della coalizione.
a cura di Andrea Bertolino e ƒz