Una “soluzione in tempi brevi” (attraverso una perizia che definisca con RFI l’uso del Movicentro da parte del Comune) sarebbe stata prospettata dall’amministrazione Sertoli nel corso della commissione “assetto ed uso del territorio” convocata ieri, 9 febbraio. Volontà e “tempi brevi” da verificare, visti i continui ostacoli posti a questa straordinaria esperienza di comunità.
Se non ci trovassimo in questa tragica epoca della pandemia, dell’incertezza globale, del tempo sospeso, sarebbero addirittura (involontariamente) comiche le contorsioni dell’amministrazione comunale eporediese sullo ZAC!
La vicenda del rinnovo alla cooperativa ZAC del comodato per la gestione dei locali nel Movicentro di Ivrea è nota e va avanti da molti mesi. Qui di seguito, in estrema sintesi, i principali passaggi.
A una petizione promossa nella primavera scorsa da larga parte dell’associazionismo eporediese, e sottoscritta in pochi giorni da 5.671 persone, che chiede il rinnovo per altri sei anni del comodato (opzione prevista), il sindaco Sertoli risponde che no, non è possibile, ma sarà pubblicato entro il mese di luglio 2020 (se ne fa garante personalmente) un nuovo bando.
A luglio il bando non c’è, ma essendo in scadenza il contratto del 2014, una determinazione dirigenziale, “sentita in merito l’Amministrazione comunale”, dispone “la proroga del previgente contratto per tutto il periodo di tempo necessario al fine di adeguare sotto il profilo dei titoli, dei diritti e delle destinazioni d’uso le porzioni immobiliari da affidare in gestione a terzi”.
In un successivo consiglio comunale, la Giunta assicura che entro la fine dell’anno sarà indetta una nuova gara.
Al consiglio comunale di fine anno (28 dicembre) la vicesindaco, sollecitata da un’interpellanza, annuncia che «è tutto un guazzabuglio», «ci sono stati colpi di scena che hanno complicato» la prevista sistemazione di «un pasticcio del passato»: la mancata “costituzione del diritto di superficie” del Comune di Ivrea sul Movicentro. E, informa ancora la vicesindaco, di essere in attesa di un parere legale «che arriverà in questi giorni».
Parere legale, del dicembre 2020, che probabilmente è l’elemento scatenante della determina di giovedì scorso (pubblicata l’8 febbraio) che revoca la proroga del 16 luglio 2020 del “previgente contratto” per l’uso dei locali del Movicentro da parte della cooperativa ZAC.
Cooperativa che, dopo un’assemblea dei soci svoltasi domenica scorsa, 7 febbraio, conferma, in un comunicato, che «ritiene di poter continuare a garantire i servizi di cui si occupa da 6 anni all’interno del Movicentro».
Intanto, come annunciato nel consiglio comunale del 28 dicembre, si è riunita finalmente ieri (9 febbraio) la commissione comunale “assetto e uso del territorio” nel corso della quale, chiarito definitivamente che non mancava alcuna variante al Piano Regolatore relativa all’area delle Ferrovie (come invece incautamente affermato più volte dalla vicesindaco Piccoli), l’amministrazione avrebbe prospettato una “soluzione in tempi brevi” attraverso una perizia (l‘avviso per l’incarico è pubblicato all’albo comunale da qualche giorno e scade proprio oggi) che valuterà se i lavori fatti e le destinazioni urbanistiche applicate all’area compensino RFI per la concessione dell’uso per 30 anni del Movicentro al Comune, procedendo così alla formalizzazione dell’atto. Sulla credibilità di quanto prospettato dall’amministrazione è lecito dubitare, considerato che tutto questo poteva tranquillamente essere fatto un anno fa e considerando tutti gli atti successivi fino alla revoca della proroga di questi giorni.
Senza addentrarsi in disquisizioni filosofiche su se e quanto la forma sia sostanza, in questo caso specifico, la gestione dei locali del Movicentro, sostanza e forma sono chiare.
La sostanza è che, su un terreno dove c’erano binari morti inutilizzati, Regione Piemonte e Comune di Ivrea hanno costruito, con proprie risorse (complessivamente oltre sei milioni di euro), il Movicentro. Un accordo di programma del 2002 con Ferrovie, proprietaria dell’area, prevedeva che (a fronte di una rivalutazione dell’area attraverso tale costruzione e l’estensione delle destinazioni urbanistiche possibili) la società proprietaria concedesse l’uso del Movicentro al Comune di Ivrea per trent’anni. Su questa base il Comune (dopo una prima concessione per la gestione dei locali a un bar, durata pochi mesi, seguita da un certo periodo di abbandono dell’immobile) nel 2014, attraverso un bando, concedeva in comodato d’uso per sei anni i locali del Movicentro alla cooperativa sociale ZAC (Zone Attive di Cittadinanza). E, in poco tempo, un luogo abbandonato e destinato al degrado, diventava in poco tempo lo ZAC!, uno spazio di comunità straordinario e centrale per la vita civile, sociale e culturale della città, come lo conosciamo oggi.
La forma è che le Ferrovie (ora RFI) nel 2015 hanno provveduto ad accatastare e registrare come loro proprietà il Movicentro, ma non hanno mai regolarizzato formalmente la concessione per trent’anni (prevista dall’accordo di programma del 2002 tra Regione, Comune e Ferrovie, da un successivo Protocollo d’Intesa tra Comune e Ferrovie e successivamente sollecitata, senza risposta, dal responsabile dell’Ufficio Tecnico di Ivrea) dell’uso dello stesso al Comune di Ivrea.
Colpa delle amministrazioni comunali precedenti? Della disattenzione degli Uffici e funzionari preposti?
Nei tanti mesi trascorsi si sarebbe potuto provvedere a sistemare la questione?
Probabilmente sì, ma la scelta di fatto dell’attuale amministrazione comunale eporediese (trainata dalla Lega che non fa mistero di mal digerire l’esperienza e il largo sostegno e riconoscimento, anche a livello nazionale, dello ZAC!) è stata invece quella di non risolvere e amplificare gli ostacoli burocratici per rendere la vita difficile, precarizzare, impedire progettazione di medio periodo ai gestori dello spazio.
Con il risultato di aver costretto la cooperativa ZAC a cominciare a pensare ad un trasferimento delle tante attività svolte in altri spazi cittadini. E il rischio evidente che l’intera area, peraltro frequentata da molti giovani, torni e superi i livelli di abbandono e degrado nella quale si trovava prima delle diverse attività dello ZAC!
E’ impossibile immaginare che la “cittadinanza attiva” dell’Eporediese assista silenziosa alla cancellazione di questo “spazio di comunità” al Movicentro.
E’ il momento di muoversi, di trovare i modi migliori per esprimere la piena e affettuosa solidarietà e vicinanza alla cooperativa ZAC e per “spiegare” all’amministrazione comunale che occorre fare di tutto perché restino al Movicentro le attività che lo hanno reso vivo e prezioso per la comunità locale.
ƒz