Nell’anno in cui sarebbe più utile che mai per la ripresa della vita culturale della comunità, la manifestazione estiva si avvia silenziosamente verso l’annullamento dell’edizione 2020
Dopo 33 anni Ivrea rischia di non avere una manifestazione che animi le sere estive con spettacoli e proiezioni di qualità.
E questo proprio nell’estate che segue tre mesi di lockdown, con la chiusura di tutte le attività commerciali, culturali, di intrattenimento e tante altre. Con il turismo bloccato, i negozi e le attività economiche in grossa difficoltà, le attività sportive amatoriali ancora ferme, un segnale di ripartenza sarebbe un primo passo, anche psicologicamente, verso un ritorno alla vita sociale e collettiva, verso una ripresa della vita culturale della città, un tratto distintivo della comunità eporediese.
Il 15 giugno è stata data la possibilità, con tutte le precauzioni del caso, di riaprire, dopo gli spostamenti tra Regioni, anche cinema e teatri, specialmente quelli all’aperto che hanno meno limitazioni di quelli al chiuso, e ad Ivrea si è vista l’opportunità di far partire la storica manifestazione Ivreaestate, pur posticipando l’apertura dal consueto solstizio d’estate ai primi giorni di luglio.
L’associazione Rosse Torri per questa edizione speciale che avrebbe significato il ritorno in città di incontri e spettacoli teatrali, musicali, cinematografici, ha pensato fosse importante coinvolgere anche gli altri operatori culturali del territorio, tutti bloccati dalla chiusura imposta delle norme sanitarie anti Covid. Si componeva così un cartellone con proposte dei due cinema della città (Boaro e Politeama), dell’Archivio Nazionale del Cinema di Impresa (con il Polo del ‘900 di Torino), del Contato del Canavese, di Morenica e Compagnia Andromeda, dell’associazione Il Timbro, della libreria Mondadori e del festival Cinemambiente, oltre a quelle dell’associazione Rosse Torri, per un programma che poteva svilupparsi nelle serate estive fino al 12 settembre.
In un incontro il 29 maggio con il Sindaco e l’assessora alla cultura Casali, l’associazione Rosse Torri ha illustrato a grandi linee il progetto (poi formalizzato in una proposta più dettagliata il 5 giugno) chiarendo che i tempi erano molto stretti per l’allestimento e l’organizzazione della manifestazione.
Tempi stretti che impongono decisioni rapide e intenzioni condivise. Ad oggi, 18 giugno, dal Comune non trapelano né le prime né le altre.
Organizzare un cartellone di oltre 40 appuntamenti in condizioni normali richiede almeno un paio di mesi di anticipo e, a complicare ulteriormente le cose c’è il fatto che a Ivrea bisogna ogni anno riallestire completamente lo spazio (il cortile del Museo): allaccio energia, agibilità per pubblico spettacolo, certificazioni, palco, schermo, sedie, servizi, ecc. Le nuove norme anti Covid aumentano ulteriormente questo carico con aggravio di spese di allestimento e di gestione e notevole riduzione dei posti disponibili.
Non è quindi possibile immaginare meno di tre settimane di tempo necessario, facendo i salti mortali ed escludendo intoppi, per poter aprire la manifestazione, sempre che gli artisti contattati a questo punto siano ancora liberi. Sembra perciò svanire, quindi, anche l’ipotesi di iniziare a metà luglio, proprio l’anno in cui molte persone saranno costrette a trascorrere le ferie a casa o a non farle proprio, per mancanza di giorni o di soldi.
L’Amministrazione comunale di Ivrea sembra evidentemente non rendersi conto delle difficoltà logistiche e neppure della tristezza che provoca una città senza alcuna attrattiva nei due mesi estivi. Evidentemente il declino dell’anomalia positiva in campo culturale di Ivrea non è cosa che interessi.
Certo, hanno assicurato il mercato speciale nel giorno di San Savino e anche il luna park.
Tutti contenti?
Francesco Curzio