L’adozione internazionale è un viaggio straordinario che permette di costruire nuovi legami e dar luogo ad una nuova famiglia che sfida il vincolo di sangue, che attraversa i confini per contaminare e lasciarsi contaminare … ma ai tempi del coronavirus viaggiare, almeno per un po’, sarà impossibile!
Questo mondo con la globalizzazione e la tecnologia ha avvicinato i popoli; in un attimo si possono ricevere foto e video di persone che vivono dall’altra parte del mondo, si parla con Skype da un continente all’altro e pare di essere nella stessa stanza ad un palmo di naso, i documenti spediti via aerea arrivano in un batter d’occhio, ma questo virus piccolo e invisibile ha nuovamente messo le distanze, ha segnato inesorabilmente nuovamente le frontiere e ci spiazza facendoci sentire più distanti, scoprendoci deboli e vulnerabili.
Il fatto più triste è che non si sa quanto durerà questo blocco: c’è la paura che anche quando la pandemia si attenuerà i confini continueranno a rimanere chiusi per via del pericolo di un ritorno dell’epidemia e di nuovi focolai, ma soprattutto i Paesi più poveri, avendo una sanità assai debole con poche strutture ospedaliere e pochissime posti in terapia intensiva, pur avendo al momento pochi casi, hanno fermato i voli per il timore di contagi e dell’emergenza sanitaria che sarebbe una catastrofe.
Ogni famiglia in questo momento è chiusa nella propria casa, è necessaria una motivazione valida per uscire persino dalla propria città, figuriamoci come può sentirsi una famiglia che per soddisfare il proprio progetto di vita più importante: quello di accogliere il proprio figlio nato in Africa o America Latina o in Asia dovrebbe poter volare intorno al globo per migliaia di chilometri!
L’adozione internazionale ha un costo e i nostri giovani più difficilmente trovano un lavoro a tempo indeterminato, alcuni Paesi per problemi socio – politici o di nazionalismo hanno chiuso la possibilità dell’adozione internazionale, i bimbi che arrivano con l’adozione non sono più neonati, sono sempre più grandicelli, i più piccini vengono adottati in loco con l’adozione nazionale (come è giusto che sia), alcune volte i bimbi presentano problematiche di salute o psicologiche; per non parlare di inchieste choc che hanno messo in cattiva luce gli enti autorizzati facendo emergere lati oscuri dell’adozione, smentiti poi dalle indagini giudiziarie quando però l’opinione pubblica era ormai influenzata negativamente.
L’adozione internazionale è necessaria, tanti bambini sono in stato di abbandono nel mondo ed è fondamentale permettere e garantire loro che pur così piccini hanno già subito negligenze, maltrattamenti, traumi di avere una famiglia. Quindi siamo certi che si troverà una cura per questo Covid-19 e si tornerà a volare e si continueranno a fare quei magnifici incontri “magici” che permetteranno di costruire le nuove famiglie adottive!
Le famiglie che si rivolgono all’adozione sono famiglie forti, determinate, resilienti; hanno già dovuto superare diverse prove e ostacoli e sono certa che sapranno attendere con fiducia e tenacia e non perderanno la speranza, anche se in questo periodo stanno vivendo in apnea perché le limitazioni di viaggiare fanno tremare i polsi a chi per riunire la propria famiglia deve superare oceani e continenti. Ma sono sicura si riprenderà e tutto andrà bene!
Nel mentre gli enti autorizzati continuano a sostenere le coppie, continuano a immaginare e realizzare progetti di cooperazione e sostegni a distanza, continuiamo a programmare le attività di formazione anche se fra mille difficoltà perché sostenere le strutture all’estero e in Italia ha ovviamente un costo notevole e pur interagendo con le Istituzioni gli enti sono istituzioni private e non hanno diritto a finanziamenti se non per i progetti che propongono nei vari Paesi dove sono operativi. Quindi in questo momento così particolare e difficile c’è bisogno di un sostegno concreto immediato e reale da parte dello Stato!
Silvana Bistondi, Responsabile Adozioni NOVA (Nuovi Orizzonti per Vivere l’Adozione, Onlus)