Vi è mai capitato di guardare le nuvole e vedere in esse delle immagini? Dalla rubrica CONTRONATURA di Diego Marra
Definizione da enciclopedia Treccani: “[comp. di para– e gr. εἴδωλον «immagine»] processo psichico consistente nella elaborazione fantastica di percezioni reali incomplete, non spiegabile con sentimenti o processi associativi, che porta a immagini illusorie dotate di una nitidezza materiale (per es., l’illusione che si ha, guardando le nuvole, di vedervi montagne coperte di neve, battaglie, ecc.)”. Nulla di patologico, capita a tutti, osservando le nuvole, di ritrovare nella loro forma il volto di qualcuno, forme animali o dischi volanti. A volte vediamo occhi dove non ci sono, come su una fetta di formaggio, sulla superficie della Luna o su una pietra qualsiasi. Vedere forme ed oggetti riconoscibili nelle strutture amorfe che ci circondano è un fenomeno istintivo. Questa capacità innata è dovuta probabilmente alla necessità che avevano i nostri antenati preistorici di riconoscere un eventuale predatore mimetizzato nella natura: riuscire a collegare pochi elementi visibili per individuare un animale feroce era necessario alla sopravvivenza della specie! Il processo è spesso stato sfruttato nelle arti visive, molti pittori si sono divertiti a nascondere visi e personaggi all’interno di nuvole o vegetazione: Giotto, Arcimboldo, Dalì… Già Leonardo da Vinci descriveva il fenomeno nel suo trattato sulla pittura: “E questo è: se tu riguarderai in alcuni muri imbrattati di varie macchie o pietre di vari misti, se arai a inventionare qualche sito, potrai lì vedere similitudine de’ diversi paesi, ornati di montagnie, fiumi, sassi, albori, pianure, grandi valli e colli in diversi modi; ancora vi potrai vedere diverse battaglie e atti pronti di figure, strane arie di volti e abiti e infinite cose, le quali tu potrai ridurre in integra e bona forma. E interviene in simili muri e misti come del sono di campane, che ne’ loro tocchi vi troverai ogni nome e vocabulo che tu imaginerai”. Pare che tra i credenti, soprattutto i più fanatici e semplicioni, sia piuttosto diffusa l’impressione di vedere volti sacri in macchie di umidità, vetri sporchi, scorze di alberi, etc. A comparire più di frequente sulla superficie delle cose sembra essere il volto della Madonna!
Ma ci cascano anche gli scienziati! Paradigmatica è la storia di William Romoser entomologo americano professore emerito all’Università dell’Ohio. Nel 2019 ha affermato: “C’è stata e c’è ancora vita su Marte”. Dopo aver passato anni a studiare le immagini del pianeta raccolte dai rovers della NASA, sostiene di aver visto forme viventi simili ad insetti, addirittura di averli visti volare! Le immagini che l’entomologo ritiene insetti sono facilmente visibili sul web poiché pubblicate dalla stessa NASA; provate a visionarle e fatevene un’idea. Ovviamente l’affermazione ha suscitato i commenti, peraltro cauti anche se scettici, di molti scienziati che ritengono alquanto improbabili tali presenze perché l’esistenza di organismi complessi sottintende la presenza di acqua allo stato liquido, che forse c’è, ma soprattutto il sussistere di una catena ecologica che permetta ai presunti insetti di nutrirsi. Per ora non sono state rilevate presenze biologiche sul pianeta rosso, neppure semplici batteri che dovrebbero fornire la base di una catena trofica. Già nel 1976 la sonda spaziale Viking 1 ci regalò una strana immagine marziana: un volto umano! Di dimensioni ragguardevoli, circa due chilometri di estensione, che subito qualcuno interpretò come un manufatto, evidente segno della presenza di extraterrestri; il principale sostenitore di tale teoria è Richard Hoagland, che ha pure scritto un libro sull’argomento, incassando qualche soldino. Un chiaro caso di pareidolia, infatti le fotografie scattate nel 1998 e 2001, da altre due sonde in diverse angolazioni e condizioni di luce, dimostrarono che si trattava semplicemente della configurazione accidentata dell’altipiano fotografata in particolari condizioni d’illuminazione. Il fatto più curioso fu la scoperta, nel 2010, di una formazione rocciosa che pare riprodurre la testa di Mussolini vista di profilo. Di chi sarà stata tale interpretazione? Mi sovvengono parecchi nomi, ma per evitare denunce mi astengo dal pubblicarli. Ah, ah! Mi torna alla mente il fantastico film di Guzzanti “Fascisti su Marte”.
Comunque, per sapere se Romoser ha ragione non dovremo attendere molto, la prossima missione per studiare Marte da vicino raggiungerà al pianeta nel 2021, allora sapremo se l’entomologo americano abbia ragione o se sia semplicemente incappato in un umano caso di pareidolia.
Diego Marra