Dalla rubrica CONTRONATURA di Diego Marra un’interessante approfondimento sui batteri e sui microbi e su come influiscono (e abbiano profondamente influito) nelle nostre vite
Il termine microbo è spesso usato in senso figurato a significare spregio o insulto rivolto a persona ritenuta meschina o abietta e, talvolta scherzosamente, a indicare bambino o persona di piccola statura. In biologia si intende un essere vivente, vegetale o animale, di dimensione microscopiche; spesso s’intende un batterio, ma solitamente nell’accezione di batterio patogeno. Il vocabolo è ambiguo, scientificamente si utilizza “microrganismo” per descrivere organismi viventi non visibili ad occhio nudo (minori di 0,1 mm), la cui esistenza fu scoperta solo dopo l’invenzione del microscopio da parte di Antoni van Leeuwenhoek nel 17° secolo che li descrisse come animalculi (fu l’inizio della scienza microbiologica). Sono batteri, archeobatteri, virus, viroidi, micoplasmi, funghi microscopici, ecc. Gran parte della biodiversità terrestre è costituita da batteri e tutta la vita sul nostro pianeta discende da un progenitore microbico vissuto almeno 3,5 miliardi di anni fa; quindi, considerando che gli organismi pluricellulari apparvero 600 milioni di anni fa, per l’85% della sua durata la vita sulla Terra fu rappresentata da soli microbi, per la precisione archeobatteri, batteri e poco altro. Per chi pensa che la storia naturale della Terra fosse inesorabilmente votata alla complessità e intelligenza è un colpo letale. Ma il nostro debito verso i microbi va ben oltre il fatto che ci abbiano lungamente preceduti, infatti, circa 2,4 miliardi di anni fa, i cianobatteri impararono a convertire l’energia solare in composti organici tramite la fotosintesi con emissione, come molecola di scarto, di ossigeno, prima assente e che noi oggi respiriamo; non solo, l’ossigeno produsse la fascia d’ozono (forma molecolare composta di tre atomi d’ossigeno) che ci protegge dai raggi ultravioletti. Gran parte degli organismi allora esistenti fu spazzata via perché l’ossigeno per loro era veleno; ma alcuni microbi, e poi gli animali, impararono a respirarlo producendo acqua e anidride carbonica che poi fu utilizzata da fitoplancton e piante. Insomma, questa rivoluzione biogeochimica creò le condizioni che oggi ci mantengono in vita. Tutto merito dei microbi!
Senza batteri non esisteremmo anche per un secondo motivo. Le cellule eucariotiche, cioè quelle che contengono il nucleo e una serie di organelli (i batteri non li possiedono) e che compongono anche il nostro corpo, comparvero circa 2,7 miliardi di anni fa grazie all’inglobamento di batteri da parte di altri batteri. Per esempio: i mitocondri (ricordi di biologia scolastica?!) generatori di energia nelle cellule animali e vegetali sono batteri ingeriti e mantenuti come simbionti, quindi ognuna delle nostre cellule contiene un ex batterio che ha rinunciato alla sua indipendenza. Inoltre, conviviamo con i batteri, in bilico tra collaborazione e belligeranza, ne portiamo miliardi su tutte le parti del corpo, il nostro intestino contiene uno zoo ricchissimo, e utile, di microbi (microbiota o flora intestinale) che ci permette di digerire molte sostanze e di avere un sistema immunitario in salute. Certo esistono anche i microbi patogeni che si approfittano di noi infettandoci e che proviamo a controllare con gli antibiotici, spesso però, distruggendo anche i batteri buoni con conseguenze imprevedibili. Secondo un recente studio pubblicato su Nature (2016) il rapporto tra batteri e cellule nel corpo umano medio è di circa 1:1, circa 30 trilioni di cellule e 39 trilioni di batteri (un trilione equivale a mille miliardi). Lo studio ci spiega anche un fatto curioso: a ogni defecazione si abbatte temporaneamente il numero dei batteri poiché gran parte di essi risiede nell’intestino. Le stime del peso dei batteri nella composizione del nostro organismo si aggirano intorno ai due kg. Un articolo pubblicato su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences, 2018) ci spiega che le piante costituiscono l’83% della biomassa terrestre, i batteri un cospicuo 13% e tutto ciò che resta, noi compresi, realizza un misero 5%. Tutto ciò ferisce il nostro antropocentrismo: senza l’imponente biomassa microbica non potremmo esistere, mentre i batteri non hanno alcun bisogno di noi!
Allora, tutte le volte che vi capiterà di voler apostrofare spregiativamente qualcuno con l’epiteto di “microbo”, pensateci bene. Un batterio, se potesse parlare, vi direbbe: microbo sarà lei!
Diego Marra