Le dimissioni del presidente, le “ricette” dei gruppi consiliari e le opportunità che la città perde.
“Fondazione Guelpa: di tutto di più” titolava questo giornale due mesi fa, evidenziando la grande confusione di una fase apertasi a dicembre 2018 con la nomina a presidente della fondazione di Luca Beatrice.
E così, dopo le interpellanze e le mozioni (di ViviamoIvrea e M5S) in Consiglio Comunale, l’incontro con i consiglieri comunali, i dubbi sulla “operazione auditorium Mozart” e sulla gestione sollevati dalla consigliera d’amministrazione della fondazione Franca Vallino, una riunione di CdA andata deserta e le intemperanze del presidente nei confronti della consigliera Vallino (e della città), ecco arrivare le dimissioni dello stesso Beatrice. Seguite pochi giorni dopo da quelle (più preoccupanti dal punto di vista finanziario) di Mauro Camelia che, in qualità di membro del Comitato tecnico scientifico della fondazione, era il consulente per la gestione del patrimonio in denaro (7,4 milioni di euro) lasciato da Lucia Guelpa, sedici anni fa, in eredità alla Città di Ivrea perché sia utilizzato per “un’opera durevole di cultura”.
«E’ giunto il momento di azzerare il consiglio di amministrazione, per ripartire» con «una gestione condivisa, competente, che metta in campo una vera progettualità culturale» sostiene Massimo Fresc del M5S in un comunicato del 7 aprile (che riprende uno precedente del 30 marzo) sulla Fondazione Guelpa, mentre ViviamoIvrea «esprimendo piena solidarietà alla consigliera Vallino» ribadisce «la necessità di un progetto culturale chiaro e definito». Sulla Sentinella del 5 aprile è Marco Neri, capogruppo della Lega in Consiglio Comunale, a «ringraziare il presidente Luca Beatrice per aver fatto un passo indietro, auspicando che anche i consiglieri considerino la possibilità di fare altrettanto» e chiedendo quindi l’azzeramento del CdA della fondazione, mentre, sullo stesso giornale, il capogruppo del PD in Comune, Maurizio Perinetti, mette in guardia dalla tentazione «nei momenti di crisi e di difficoltà» di voler azzerare «gli strumenti utilizzati fino a quel momento, con il rischio, purtroppo non sempre evidente, di buttare via, come si dice, insieme all’acqua sporca anche il bambino». Occorre invece, continua Perinetti, «individuare con chiarezza gli obbiettivi di investimento nelle strutture culturali ad iniziare dalla biblioteca», stabilire «una modalità di rapporto tra il consiglio comunale e la Fondazione» e nominare «un presidente autorevole (…) espressione delle migliori forze professionali e civili della città».
Andato via il “virginiano” (nel senso di “suggerito” dalla “madrina” del sindaco Sertoli, la senatrice Virginia Tiraboschi) Luca Beatrice, con la Lega che prontamente “ringrazia” e propone (come il M5S) l’azzeramento dell’intero Cda, si è immediatamente aperto il “totopresidente”, ma la questione appare oggi molto più complicata e difficile della “semplice” nomina di un nuovo presidente della fondazione.
Ancor più complicata e difficile si presenta la situazione per le iniziative culturali che abitualmente animano la città in questi mesi (La grande invasione, Ivreaestate,…) e che contano anche sul sostegno della fondazione per essere realizzate.
La prima reazione che viene in mente guardando le traversie della Fondazione Guelpa è quella di gridare (come si abusa da tempo) “vergogna!”. Ma come? Una città che ha la fortuna di ricevere da una sua generosa cittadina risorse aggiuntive per sviluppare proprio ciò che più e meglio la connota, la cultura, e non riesce a far altro che “casino”, liti, dimissioni,…?
Ma sarebbe una reazione sciocca e sbagliata perché c’è differenza tra le polemiche anche forti degli anni passati (con Della Pepa che arrivò a presentare le sue dimissioni da sindaco pur di difendere l’operato del presidente della fondazione) e la situazione creatasi oggi.
Perché la fondazione ha svolto una funzione in questi quasi 14 anni di vita: realizzato il museo “Garda”, sostenuto la candidatura Unesco di Ivrea e diverse iniziative culturali, avviato progettualità sul “polo culturale” con la biblioteca, senza intaccare il patrimonio. Si possono avere opinioni diverse su ciascuna di queste attività della fondazione, ma in qualche modo hanno favorito che, almeno sul piano culturale, il declino della città non diventasse un precipizio.
Oggi, con Ivrea sito Unesco, si potrebbe immaginare un nuovo futuro alla città proprio a partire dalla cultura e invece ci si trova con un Comune che non ha un assessore alla cultura (la delega è rimasta al sindaco) né un dirigente del settore. E ora anche con la Fondazione Guelpa ingessata.
ƒz