A Ivrea, davanti alla sede legale italiana della compagnia telefonica, Rifondazione Comunista annuncia una campagna di boicottaggio contro i trasferimenti discriminatori
In attesa del 4 ottobre per l’udienza presso il Tribunale di Ivrea sul ricorso presentato dai Cobas per condotta antisindacale e mentre continuano le iniziative delle lavoratrici e lavoratori Vodafone contro i trasferimenti discriminatori da Ivrea a Milano di 17 dipendenti, mercoledì mattina, 27 settembre, Rifondazione Comunista ha manifestato in via Jervis a Ivrea, dove ha sede legale Vodafone Italia.
«Siamo qui per dire che i lavoratori e le lavoratrici non possono essere trattati come schiavi», ha esordito Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista e «a sostegno dell’azione sindacale e giudiziaria di 19 lavoratrici e lavoratori trasferiti da Ivrea a Milano per rappresaglia». Gli interventi hanno ripercorso la vicenda dei lavoratori, reintegrati in Vodafone con sentenza del Tribunale e poi, per rappresaglia, trasferiti da Ivrea a Milano «rendendo difficile, se non impossibile, la tenuta nel medio lungo periodo del posto di lavoro».
Scrivono i lavoratori: “In Vodafone chi dissente e lotta per i propri diritti, chi rivendica condizioni di vita e di lavoro dignitoso, chi non è sano viene trasferito”. “Una vera e propria persecuzione” contro cui i lavoratori stanno lottando e si sono nuovamente rivolti all’autorità giudiziaria rigettando l’offerta di incentivi per uscire alla chetichella dall’azienda.
Per Rifondazione Comunista «ciò che colpisce in questa storia di licenziamenti e trasferimenti discriminatori è la pervicacia con cui l’azienda pensa di potere fare il bello e il cattivo tempo, di trattare i lavoratori come dei pacchi postali che si possono spostare a proprio piacimento, da un posto all’altro».
Rifondazione Comunista ha infine annunciato una campagna di controinformazione e boicottaggio della Vodafone sino al reintegro dei 17 lavoratori estromessi dalla sede aziendale di Ivrea: “Vodafone trasferisce i suoi dipendenti? Noi trasferiamo il nostro numero!”