Il sindacato COBAS ha presentato ricorso in tribunale per attività discriminatoria e antisindacale. Udienza il 4 ottobre al tribunale di Ivrea.
Lo scandaloso accordo firmato da Cgil-Cisl-Uil il 27 luglio ha messo una pietra tombale sulla possibilità di una risoluzione sindacale ai trasferimenti discriminatori a Milano costringendo ancora una volta i lavoratori a rivolgersi al tribunale.
Il ricorso è stato presentato dai Cobas per condotta antisindacale ex art.28 L.300/70, l’udienza si terrà mercoledì 4 ottobre presso il Tribunale di Ivrea, con il giudice Matteo Buffoni. Ma la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori di Vodafone Ivrea, non parte né si ferma al tribunale, fin dall’annuncio dei trasferimenti i lavoratori hanno prontamente reagito, come purtroppo ormai raramente si vede, prima sensibilizzando la città dove ha sede la loro azienda, Ivrea, con volantinaggi e raccolta firme di solidarietà (quasi 1000 in poche ore), con interventi sui giornali, conferenze stampa e incontri in Regione, presidi a Roma davanti al ministero del lavoro e in Piazza Montecitorio. Hanno partecipato a ogni iniziativa dove invitati per portare la loro testimonianza di lavoratrici e lavoratori discriminati e vessati con metodi antichi da un colosso mondiale delle telecomunicazioni quale è Vodafone che nelle comunicazioni ufficiali, nella sua pubblicità, vuole invece mostrare un volto moderno, etico, rispettoso delle differenze e dell’equilibrio di genere, come nella campagna “Vodafone ReConnect” dove il gruppo annuncia di assumere 1000 donne che hanno dovuto interrompere la carriera professionale e desiderano rientrare nel mercato del lavoro, mentre spinge le sue dipendenti a licenziarsi.
L’ultima occasione di testimonianza è stata alla serata sul lavoro organizzata a Torino dal PRC nell’ambito delle contro-iniziative per il G7 su lavoro e industria che si terrà a fine mese a Torino. Pur stanche, pur essendo una giornata infrasettimanale, con la sveglia il giorno dopo alle sei, Valeria Viletto, Rsu Cobas Vodafone Ivrea (che si divide il lavoro di rappresentanza con Marco Carando, anche lui trasferito a Milano) e le sue colleghe hanno voluto esserci e lucidamente hanno testimoniato l’ingiustizia che stanno seguendo, le discriminazioni e le contraddizioni della multinazionale, ma hanno testimoniato anche tutta la loro determinazione ad andare avanti nella lotta.
La lotta continua dunque, è già stato proclamato uno sciopero provinciale a fine mese, dove sarà importante che questi lavoratori possano sentire vicino a loro la cittadinanza e le istituzioni cittadine, come stanno facendo i sindaci e la cittadinanza del basso Canavese uniti attorno ai lavoratori della Comital di Volpiano, perché la vicenda non tocca solo quelle 13 donne e quei 4 uomini, molti dei quali con contratto part-time (non per scelta) che fanno quindi quasi tante ore di lavoro quante quelle di viaggio, non riguarda solo loro e le loro famiglie, ma riguarda molto tutti e tutte noi che dobbiamo sentire forte la necessità e importanza di sostenere ogni lotta per il lavoro, i diritti, la dignità delle persone.
Cadigia Perini
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