Online dal 21 dicembre, e per restare libero, indipendente e partigiano ha bisogno dell’aiuto di lettori e abbonati
La storia d’Ivrea è costellata di giornali locali che in un modo o nell’altro ne hanno seguito le vicende, ma pochi possono vantare una perseveranza come quella dimostrata da varieventuali, un periodico che con quasi trent’anni di informazione locale si posiziona al 4° posto dei giornali più longevi dell’intera storia eporediese. Solo La Sentinella del Canavese, il Risveglio popolare e l’ottocentesco Eco della Dora Baltea precedono varieventuali per longevità.
Era il 1988 quando uscì il primo numero e oggi possiamo cercare di capire come si sia giunti a questo traguardo, senza alcun contributo pubblico e praticamente senza introiti pubblicitari, con il solo impegno volontario di redattrici e redattori e le collaborazioni di una piccola ma significativa parte attiva della città e del territorio (alla quale, sin dalla nascita, il giornale ha dato spazio e voce).
Siamo convinti che siano tre i pilastri fondamentali che hanno guidato la linea editoriale di varieventuali e hanno reso possibile la sua durata nel tempo: sforzo di approfondimento, approccio critico e spirito partigiano.
Approfondire significa scavare a fondo, interrogarsi sulle vicende cittadine e territoriali, non limitarsi ad accogliere le notizie così come vengono presentate, ma inserirle in un contesto più ampio; dare una forma a dei contenuti altrimenti evanescenti.
L’approccio critico, anche se a volte può risultare fastidioso, aiuta a non “bere” (e poi diffondere) quanto viene propinato da chi ha voce e potere.
E poi c’è lo spirito partigiano, la vera bussola grazie alla quale la redazione è sempre stata in grado di orientarsi. Essere partigiani vuol dire molte cose, specialmente quando ci si riferisce ad un giornale, ma se c’è un significato al quale ogni interpretazione non può rinunciare è quello di prendere parte: ad un progetto, ad un ideale, ad una visione delle cose e del mondo, magari comprendere e segnalare i limiti, ma prendere parte.
Prendere una posizione non è un compito semplice: il rischio è sempre quello di cadere nella mera opinione, una piaga alla quale la nostra società è purtroppo condannata. E allora sembra che tutti siano partigiani, dimenticandosi che per prendere una posizione occorre che ci siano dei fatti veri.
Internet e i moderni mezzi d’informazione hanno reso labile il confine tra informazione partigiana e opinione e allora sembra che ognuno si senta in dovere di dire la sua a prescindere da tutto. Su Internet si è “liberi”, si naviga a più non posso e nell’infinito del suo potenziale la maggior parte dei lettori risulta alla fine disorientata.
Dal 21 dicembre scorso in questo “mare magnum” c’è anche varieventuali all’indirizzo www.rossetorri.it. Molto deve essere ancora fatto per perfezionarlo, ma l’importante era esserci, portare la nostra volontà di approfondimento sulle questioni locali laddove regna la superficialità e dove l’importanza di un’informazione non è data dal suo contenuto, ma dai “click” che è in grado di raccogliere.
Non ci nascondiamo il rischio che varieventuali perda le sue caratteristiche perché, per dirla con la celebre tesi di McLuhan, siamo coscienti che “il medium è il messaggio”. Ma contiamo sulla attenta e critica capacità dei nostri lettori (e abbonati) di segnalarci per tempo i passi falsi e gli scivolamenti nei quali potremo certamente incorrere.
Avremmo potuto rinunciare a questa sfida, ma così facendo saremmo rimasti indifferenti a ciò che accade online.
«Odio gli indifferenti» diceva Gramsci: di varieventuali tutto si può dire, ma non che sia indifferente.