Nel mese di novembre si sono susseguiti 3 incontri per pensare come rivalorizzare via Arduino. Sono emerse idee di tipo estetico e culturale, ma il vero “tallone d’achille” sembra essere la scarsa intenzione di investire denaro a livello comunale
Via Arduino è un problema non più rinviabile. Questa è l’aria che si respira passeggiando per la via storica della città e scambiando qualche parola con i commercianti del posto. Le serrande abbassate rappresentano l’emblema di questa “decadenza”, se così la si può chiamare.
Nel tentativo di ridare un impulso non solo al commercio, ma anche alla bellezza della via in sè, nel mese di novembre il Club Unesco d’Ivrea ha realizzato 3 incontri intitolati “Valorizzare Via Arduino”, l’ultimo dei quali si è svolto mercoledì 28 novembre.
L’esito dei tre incontri
L’idea di partenza era semplice: coinvolgere il più possibile i commercianti della via (e non solo, anche cittadini interessati) per provare ad elaborare una serie d’idee e iniziative migliorative, ma già dal primo incontro l’atmosfera propositiva e costruttiva è stata soppiantata da quella critica. Il motivo? La presenza degli assessori Codato e Capirone.
Sarebbe sbagliato dire che le diverse parti si siano presentate agli incontri con l’intento di rivangare sul passato e sulle negligenze dell’amministrazione, ma la frattura che da tanti anni si è creata tra commercianti e amministrazione non ha lasciato scampo: le idee che durante il primo incontro erano state presentate sono state parzialmente soffocate dalle accuse e rispettive difese che i commercianti e gli assessori si sono via via scambiati. Un rimpallo di “non avete fatto…” e di “invece abbiamo fatto…” che ha naturalmente travisato il senso di questi incontri.
La montagna che partorisce il topolino
Tutto da buttare o da rifare? Ovviamente no. Qualche proposta, da quest’incontri, è stata salvaguardata, seppur non nella misura in cui i commercianti avrebbero voluto. L’idea sarebbe quella di intervenire con dei pannelli da montare su alcune pareti della via; pannelli che raccontino la storia della città e che abbiano anche uno spazio pubblicitario. Una misura estetica e culturale, lodevole sotto certi aspetti, ma apparentemente irrisoria se confrontata con la reale entità del problema di via Arduino che, a detta dei commercianti, consisterebbe nel “caro affitti”.
Grande distribuzione vs piccolo commercio
Non è ancora chiaro chi dovrebbe occuparsi di questi pannelli, ma ciò che i commercianti si augurano è che quest’idea venga presa “seriamente” e non demandata alla buona volontà o al volontarismo.
Per quanto non tutte le colpe possano essere addossate alla politica, è chiaro che i commercianti guardino all’amministrazione comunale come un ente detentore di una parte di responsabilità sulla “decadenza” di via Arduino. La mancata riqualificazione della via in questi anni e l’incapacità del comune di incidere significativamente sulle serrande abbassate (coinvolgendo i proprietari degli immobili) ha lasciato un segno indelebile, aggravato da una situazione territoriale satura di centri commerciali e supermercati che non sembrano destinati a diminuire. Per citare qualche esempio recente: l’Iperstore in Corso Nigra, l’ampliamento del Lidl e ora l’apertura di un nuovo supermercato MD in Corso Vercelli che, se risultassero veritiere le cronache dei giornali, dovrebbe portare nelle casse del Comune circa 244 mila euro.
Oneri di urbanizzazione che un’amministrazione volenterosa e con spirito d’immaginazione potrebbe parzialmente reinvestire sulla riqualificazione del piccolo commercio, quasi come fosse una forma di “compensazione” della grande distribuzione che, inevitabilmente, può permettersi prezzi più competitivi del piccolo commerciante.
Andrea Bertolino