Per favorire l’apertura di una pacata ed equilibrata discussione pubblica su un tema importante come quello dei vaccini, che ci auguriamo possa nascere presto anche nella nostra città, abbiamo chiesto alla cooperativa Alce Rosso che gestisce la scuola dell’infanzia di Villa Girelli di raccontarci la vicenda dal loro vissuto.
Premettiamo che è difficile in poche righe rispondere alle così numerose e molteplici accuse che la signora Tinuzzo muove alla nostra cooperativa, alle nostre socie lavoratrici e ai nostri servizi educativi. Alcuni sintetici chiarimenti sono tuttavia d’obbligo.
La cooperativa ha applicato la legge attualmente in vigore.
A chi sostiene che la situazione andava gestita in altro modo, rispondiamo che per più di un anno abbiamo cercato ogni possibile strada per accogliere le figlie della sig.ra Tinuzzo per l’anno scolastico 2019-2020.
Il primo giorno di scuola sono state invitate a presenziare le forze dell’ordine a tutela e garanzia di entrambe le parti. Gli agenti hanno peraltro mantenuto un bassissimo profilo e si sono presentati in borghese proprio per non creare situazioni di imbarazzo o, peggio, tensione. Sono intervenuti, e in maniera pacata e conciliatoria, solo quando la signora Tinuzzo ha sfondato il cancello socchiuso della struttura, travolgendo la Legale Rappresentante della cooperativa, mentre una persona, che noi non avevamo mai visto prima di allora, riprendeva la scena.
La premeditazione, e l’intenzione di creare il massimo disagio a tutti, è stata della signora (che ha perfino avuto l’accortezza di portarsi dietro una fotografa professionista), non di sicuro della cooperativa che ha invece sperato fino all’ultimo di poter riavviare, per l’ennesima volta, il dialogo.
Già due anni fa, del resto, la signora ci aveva comunicato che avrebbe fatto di noi un caso nazionale.
Visto che l’intenzione della signora Tinuzzo era entrare a Villa Girelli, non c’è stata la possibilità di conversare fuori dal cancello ne è stato accolto l’invito, fatto da diverse persone e in diversi momenti della mattinata, di sedersi attorno ad un tavolo in ufficio.
I genitori che portavano i bimbi nei nostri nidi e alla scuola dell’infanzia, non sono stati informati da noi di cosa stava avvenendo, ma dal video postato dalla signora nel corso della mattinata o, in alcuni casi, da lei stessa o perché hanno sentito le dichiarazioni fatte dalla signora. Le scene plateali a cui tutti siamo stati esposti, le urla, le minacce, gli spintoni a cui sono stati sottoposti gli agenti (e mai viceversa e meno che mai le bambine) e alcune di noi, sono state tutte ad opera della signora Tinuzzo.
Come donne, come madri e come lavoratrici ANCHE NOI operatrici di Villa Girelli ci siamo sentite invase, offese, oggetto di persecuzione e abbandonate dalle istituzioni. E ora, sinceramente, ci sentiamo anche spaventate, dopo giorni di esposizione mediatica faziosa, mail e telefonate ingiuriose se non apertamente minacciose, senza l’intervento di un’istituzione super partes a mediare tra le parti e con il sempre più attivo coinvolgimento di gruppi di persone con posizioni estreme, assolutamente estranee alla vicenda e al territorio.
Il personale educativo dei nostri servizi, educatrici e maestre, non ha espresso la sua solidarietà alla signora Tinuzzo, come lei sperava (da sua dichiarazione) perché sono state esposte ad una gogna mediatica che stanno reggendo a fatica. Il personale educativo dei nostri servizi, educatrici e maestre, non obbedisce ad una fantomatica direzione, come sostiene la signora, perché noi siamo una cooperativa sociale fatta di soci lavoratori che partecipano attivamente alle decisioni e allo sviluppo della cooperativa. Il consiglio di amministrazione della cooperativa, la fantomatica direzione appunto, sono proprio le nostre socie lavoratrici, le nostre educatrici e maestre.
La campagna di solidarietà alla cooperativa, che da più parti è stata criticata (noi evidentemente dobbiamo subire in silenzio), non è stata lanciata dalla cooperativa, ma dalle centinaia di persone legate alla cooperativa e a Villa Girelli da sentimenti di sincero e profondo affetto e stima. Messaggi di solidarietà e apprezzamento per il nostro lavoro educativo che sono stati coperti con adesivi o altri cartelli offensivi mercoledì sera durante la fiaccolata organizzata dal Comitato Libera Scelta di Ivrea.
Non capiamo ora se la protesta è contro la legge sull’obbligo vaccinale o contro la cooperativa. Se contro la legge auspichiamo che venga portata quanto prima a sede più consona: non è la cooperativa Alce Rosso che legifera in questo paese. Se contro la cooperativa, i suoi servizi educativi e l’applicazione che noi abbiamo dato della normativa vigente, allo stesso modo invitiamo la signora a portare le sue ragioni in Tribunale, come minaccia di fare ogni giorno.
Nessuno di noi giudica la signora, né tanto meno le sue bambine, come invece ha più volte sostenuto. Giudichiamo però inaccettabili i toni e i modi della protesta, gli atti vandalici subiti, la costante invasione della nostra privacy, la tensione montante, gli insulti continui alla nostra cooperativa via telefono, mail e social.
E auspichiamo che in tempi immediati si attui una mediazione, ad opera dell’ASL o dell’Ente Locale o di altra istituzione autorevole e super partes, per giungere ad una soluzione tempestiva.
Cooperativa Alce Rosso