Un racconto delle esperienze e delle emozioni, presentazione dei progetti di solidarietà
Il nostro obiettivo nel decidere di partire per l’Uganda, per Gulu e per il Campo profughi di Palabek (al confine con il Sud Sudan), è stato quello di dare vita a un viaggio d’incontro con un mondo, una cultura, diversi dalla nostra, ma anche quello di conoscere le attività in atto a sostegno di persone e famiglie indigenti avviate anche in collaborazione con l’Osservatorio migranti di Ivrea e l’Associazione Good Samaritan.
Good Samaritan, collabora con la ONG ugandese Comboni Samaritans of Gulu, a partire dai bisogni della popolazione locale, si è posta, sin dall’inizio, al servizio delle persone più fragili e vulnerabili, garantendo loro tutela e accompagnandole in un cammino di auto sostenibilità.
Un esempio sono i progetti di micro credito rivolti alle persone che vivono in condizione disagiate e non possono certo accedere a prestiti bancari. Ai beneficiari individuati viene concesso un prestito con modalità di restituzione rispettose della situazione di fragilità di ogni individuo.
Tali progetti sono di fatto un supporto concreto e una strategia vincente per avviare piccole attività generatrici di reddito.
Da Gulu ci siamo spinti sino al Campo profughi di Palabek: 80.000 le persone presenti integrando Acholi ugandesi con i gruppi etnici in conflitto in Sud Sudan. All’orizzonte nessun campo recintato, nessuna baracca, nessun addensamento di persone in poco spazio. Un’area enorme di circa 400 km quadrati immersi in una vegetazione verde e rigogliosa. Tutto il contrario di quello che si pensa e si immagina quando si parla di un campo profughi. Piccoli villaggi, distese di capanne collegate tra loro da strade rosse e polverose.
Il campo di Palabek è un esempio molto interessante, da evidenziare il gran lavoro del UNHCR e anche una politica lungimirante del governo ugandese, oltre al grande lavoro dei missionari salesiani che, dal 2017, vivono con i profughi.
In soli sei anni hanno costruito per i giovani una scuola professionale, scuole per l’infanzia e primaria e servizi base. L’accoglienza e l’ospitalità è grande.
Nei giorni di permanenza in Uganda ci siamo avvicinati alla realtà locale come osservatori, in punta di piedi abbiamo condiviso tra di noi, con gli operatori in loco e gli stessi beneficiari dei progetti emozioni e sentimenti, cogliendo i bisogni e gli aspetti che caratterizzano la popolazione, nel rispetto di condizioni di vita differenti dal nostro.
Un’esperienza indimenticabile che ci ha messi alla prova con tante sfide, collettive e individuali, che ci ha permesso una nuova visione dell’incontro con l’altro.
Un’esperienza che accresce la convinzione di continuare la strada intrapresa sostenendo i progetti a beneficio di una comunità che cerca di uscire dalla povertà.
Ottobre-Novembre 2023
Aldo, Antonella, Emma, Leda, Marilisa