La risposta del Collettivo studentesco ai manifesti del Blocco studentesco
Chi affronta l’odio con l’odio si è già fatto influenzare, deformare da esso. – Carolin Emcke
Lo scorso mercoledì notte [mercoledì 22, ndr] il movimento ‘Blocco studentesco’, nato nell’estate 2006 a CasaPound e dichiaratamente “non conforme al fascismo”, ha appeso a pochi passi dall’entrata del liceo Gramsci di Ivrea alcuni manifesti: “Devoti alla vittoria!” Un incitamento alla supremazia italiana, auspicante un clima di conflitto e tensione nelle scuole come nella politica. La nostra risposta emotiva è stata indignazione, quella effettiva e concreta una presa di posizione attraverso messaggi di non violenza. Le nostre uniche armi sono state scotch e cartelloni colorati. “La violenza è una mancanza di vocabolario” (Gilles Vigneault). “La pace è per il mondo quello che il lievito è per il pane” (Talmud). Frasi brevi e incisive che abbiamo scelto per difendere gli ideali e i valori di collaborazione e confronto in cui ci riconosciamo, come persone e come studenti.
Nelle scuole non può e non deve esserci spazio per alcuna forma di violenza e di odio. La scuola non è solo un’istituzione, ma è una realtà viva e partecipata; non solo nozione, ma soprattutto educazione. Educazione al pensiero critico, alla non indifferenza, alla cittadinanza attiva. Questo gesto tanto simbolico quanto potente ha suscitato molti spunti di riflessione e reazioni positive sia da parte degli studenti che da parte degli insegnanti. Citando uno tra loro: “Il Gramsci non è povero, finché accoglie persone che difendono il pensiero libero e democratico. Il Gramsci è ricco finché ce ne sarà anche una soltanto.” Ed effettivamente noi questa ricchezza l’abbiamo percepita nel vedere tante teste rifiutare di voltarsi di fronte all’odio.
Qualsiasi cosa tu faccia potrebbe non fare alcuna differenza, ma è molto importante che tu la faccia. – Mahatma Gandhi
Il Collettivo studentesco ZOOM del Liceo A. Gramsci