Martedì 15 è stato estratto l’ordine con il quale le liste si presenteranno sulla scheda elettorale: Sertoli, Fresc, Bosonin, Comotto e Perinetti. Tutte le liste che hanno raccolto le firme sono in “gara” e si entra nel cuore della campagna elettorale
Tredici liste, cinque candidati a sindaco e 200 candidati alla carica di consigliere. No, non sono i numeri della tornata amministrativa che si terrà a Ivrea il 10 giugno, bensì la fotografia delle elezioni eporediesi del 2013.
Allora come oggi i numeri sono rimasti sostanzialmente gli stessi e oggi si registrano in “gara” tredici liste, cinque candidati sindaci e 208 consiglieri. A non rimarcare questa sorprendente analogia con il passato si sarebbe portati a pensare che tredici liste rappresentino un’eccezione, ma così non è.
Se nella quantità non si possono rilevare grandi differenze con il passato, sul versante delle alleanze e dei nomi le novità sono invece evidenti. Un breve ripasso della vecchia tornata elettorale (quella che vide trionfare al primo turno Della Pepa, dando l’avvio al suo secondo mandato) aiuterà a capire meglio come è mutata l’attuale situazione politica.
Le elezioni nel 2013: le formazioni e i candidati
Nel 2013 il centrosinistra, con candidato Della Pepa, aveva ricevuto l’adesione di cinque liste a sostegno (PD, Moderati e Riformisti, PRC, SEL, Ivrea+Bella). Il centrodestra si era presentato con ben sei liste, ma frammentato e con due differenti candidati alla carica di sindaco: Gilardini e Tognoli. Questa divisione era giustificata, all’epoca, dal fatto che Gilardini scelse un percorso con liste più “politiche” (Fratelli d’Italia, Lega Nord, Pdl e Coscienza civica), mentre Tognoli provò l’approccio post-ideologico (in voga già cinque anni fa) e si affidò a un sostegno più “civico” (con MPP, Lista dei cittadini).
Infine, sempre nel 2013, Comotto esordì in solitaria con la lista civica Viviamo Ivrea e lo stesso fece Blasotta (con M5S).
Per quanto oggi i numeri siano rimasti sostanzialmente identici, non si può non notare le sensibili differenze rispetto a cinque anni fa.
La tornata amministrativa nel 2018
Il 10 giugno gli elettori si troveranno in cabina elettorale una composizione politica decisamente più equilibrata, ma allo stesso tempo incerta. A sostegno del candidato di centrosinistra Maurizio Perinetti correranno quattro liste: PD, Libera Sinistra per Ivrea (che raggruppa esponenti di MDP e fuoriusciti dal PD), Ivrea+Bella e Moderati. Il centrodestra si presenterà unito nella candidatura di Stefano Sertoli: Cambiamo Insieme, Forza Ivrea, Insieme per Ivrea e Lega Salvini Piemonte sono le liste della coalizione. Oltre alla novità del centrodestra unito, questa tornata elettorale vedrà anche una terza coalizione, ovvero quella con Francesco Comotto, l’unico candidato a sindaco presentatosi già nel 2013. Trattasi di un’autentica novità in quanto non solo Comotto sarà sostenuto dalla lista Viviamo Ivrea, ma anche dalla neonata Cambiamo Ivrea e dalla lista Ivrea Comune – Sinistra e Costituzione, che vede al suo interno componenti di PRC e SEL (oggi Sinistra Italiana) che nel 2013 avevano appoggiato il centrosinistra. Il M5S, come da tradizione, anche quest’anno correrà da solo, candidando sindaco Massimo Fresc. Unica lista, quella di Casapound, anche per la candidatura a sindaco di Igor Bosonin, una lista che sfregia la tradizione democratica e antifascista di Ivrea facendo comparire per la prima volta sulla scheda elettorale delle elezioni comunali il simbolo di un partito neofascista (che, com’è di moda, si presenta anch’esso come sociale e post-ideologico, salvo poi, com’è accaduto domenica scorsa a Udine, determinare con soli 280 voti di differenza la vittoria del candidato sindaco delle destre).
Con quale “filosofia” l’elettore sceglierà la lista da votare?
Che la carica di sindaco sarà veramente contesa tra le varie formazioni politiche lo avevamo già scritto lo scorso dicembre. Già allora lo scenario si presentava più incerto rispetto al 2013 e le varie vicende e trattative politiche di questi mesi sono andate confermando questa “intuizione”. L’elettore eporediese si troverà, sulla scheda elettorale, cinque candidati differenti: tutti uomini, nessuna donna.
Se nel 2013 la coalizione di centrosinistra poteva stare tranquilla di primeggiare senza avere sfidanti “pericolosi”, questa volta è matematicamente scontato il ricorso al ballottaggio. I riflettori sono puntati su quel momento della tornata elettorale, perché gli scenari possibili sono molteplici e affatto scontati (abbiamo imparato a diffidare dalle previsioni statistiche, pur tenendole in considerazione, Brexit e USA docet).
Il vantaggio di sapere che comunque il ballottaggio appare una strada obbligata garantirà, se non altro, una prima tornata di voto “per convinzione“ e non solo di “voto utile” o “di protesta“. Queste due ultime filosofie di voto saranno maggiormente evidenti nel secondo turno, ma certamente meno marcate nel primo.
Che questa sarà la realtà di fatto non è dato sapere, ma rimane pur sempre, se non altro, una speranza in quanto non si può pensare di ridurre la politica ad un gioco di equilibri e previsioni: se la politica è il luogo della libertà, esercitiamola con convinzione, una buona volta.
Andrea Bertolino