Anche a Ivrea tre Stolpersteine, ovvero pietre d’inciampo. Ma perché si chiamano così? E qual è il loro significato?
Nel tardo pomeriggio di mercoledì 17 gennaio, alla presenza delle autorità locali, dei rappresentati della Comunità ebraica, dell’Anpi), del Treno della Memoria e di numerosi cittadini eporediesi (tra cui alcuni studenti della secondaria inferiore), l’artista berlinese Gunter Demnig ha installato anche a Ivrea tre “pietre d’inciampo” davanti alla porta di una casa da cui nel 1944 uscirono altrettanti Ebrei (Perla Foà, Giuseppe Foà e Davide Foà) per essere deportati ad Auschwitz. Si tratta di un’operazione artistica e culturale tesa a mantenere sveglia la memoria delle persone in molte città italiane ed europee su ciò che è stata la Shoah (la Soluzione finale al problema degli Ebrei d’Europa) e la deportazione in generale riguardante militari, civili e oppositori di ogni tipo al nazifascismo. Una deportazione che venne resa possibile anche grazie al collaborazionismo dei nazifascisti presenti nelle diverse nazioni occupate dal Terzo Reich. Circa 64 mila Stolpersteine sono già stati installati in 21 Stati europei. Per quanto riguarda l’Italia 249 a Roma, 93 a Torino, 26 a Milano, 3 a Genova, 1 in altre città. Il progetto di Demning risale al 1993 e le prime due istallazioni sono state effettuate in Austria nel 1997.
Nonostante questo nobile progetto, però, di recente a Milano, il 24 gennaio ignoti hanno ancora una volta sfregiato e deturpato alcune di queste formelle in ottone. E quest’atto ignobile non può che scandalizzare, non può che suscitare sdegno e indignazione, perché turba la coscienza.
In effetti l’idea di Stolperstein, di “pietra d’inciampo” (stolpern, “inciampare”, “incespicare”, Stein, pietra) rimanda allo skándalon, perché il suo scopo non è soltanto quello di far incespicare nel presente il viandante distratto e indifferente, il passante frettoloso di lasciarsi alle spalle il passato, specie quello scomodo, non è solo quello di arrestare la sua affannosa corsa verso un futuro purchessia, invitandolo a fargli leggere i dati che la formella riporta, ma anche quello di suscitare in lui un certo scandalo, appunto, un sommovimento della coscienza per quanto gli esseri umani scientificamente progrediti, vale a dire dei suoi simili, sono riusciti a compiere solo qualche decennio fa sotto certe condizioni economiche, simili peraltro a quelle attuali. Dopo i fatti incresciosi di Milano, lo skándalon legato a queste “pietre d’inciampo” è pertanto duplice. Cioè è ancora più grave, perché per noi Italiani sembra più difficile rialzarsi dopo essere caduti.
Franco Di Giorgi