Domani, 14 giugno, nuovo incontro in Confindustria e il 20 giugno sciopero nazionale: 8 ore per Cobas, 1 ora sindacati confederali…
Dopo l’annuncio arrivato come un fulmine a ciel sereno (o appena nuvoloso…) del 29 maggio in cui Vodafone ha comunicato l’apertura di una procedura di trasferimento “chirurgica” da Ivrea a Milano per 19 dipendenti (4 con problemi di salute che li rendono inidonei alla risposta in cuffia e 15, tutti iscritti e rappresentanti Cobas, che hanno vinto la causa di reintegro dopo la cessione a Comdata del 2007), la mobilitazione delle lavoratrici e i lavoratori non si è fatta attendere: apertura dello stato di agitazione, volantinaggio di sensibilizzazione e straordinaria raccolta firme in città (quasi mille in poche ore), assemblee, presidi davanti a Confindustira Canavese, per arrivare allo sciopero nazionale con manifestazione a Roma (presto potrebbero essere colpiti da trasferimento anche i lavoratori reintegrati di Roma) indetto per martedì 20 giugno dal Cobas del Lavoro Privato e poi convocato anche da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, con la differenza che i primi chiamano all’astensione dal lavoro per otto ore, mentre i confederali hanno indetto una sola ora di sciopero a fine turno, insomma roba simbolica come il minuto di silenzio in ricordo di un triste evento. Ad ogni modo la copertura per l’intero turno c’è, sta quindi ai lavoratori decidere che forza dare alla propria adesione.
Intanto Vodafone va avanti imperterrita e domani, 14 giugno alle ore 10, si terrà il secondo incontro tra azienda e sindacati Confindustria Canavese per proseguire con la procedura di trasferimento, in concomitanza i lavoratori organizzeranno un presidio davanti alla sede dell’associazione industriale, al quale sono invitati a partecipare tutti e tutte coloro che hanno a cuore la salvaguardia dell’occupazione e la contrarietà alle discriminazioni. Fra i lavoratori inidonei, vi sono anche persone con importanti problemi di salute, e le altre sono per lo più donne con bambini e part time, ad oggi Vodafone non ha ancora fornito l’elenco dei lavoratori da trasferire, anche se ha già fatto i colloqui, ma i rappresentanti sindacali si aspettano di ricevere le lettere di trasferimento nell’incontro di domani, infatti l’azienda vuole i 19 a Milano dal 3 luglio e deve dare 20 giorni di preavviso.
La solidarietà
Le Rsu lunedì 5 giugno hanno convocato un’assemblea per informare sulla situazione e sulle prossime iniziative, un’altra si farà in preparazione allo sciopero, hanno partecipato praticamente solo lavoratori e lavoratrici del call center (il settore dei lavoratori che l’azienda vuole trasferire) che nella sede di Ivrea sono più o meno la metà dei dipendenti (circa 250 su un totale di 500), assenti i lavoratori degli altri uffici. Ormai è un dato di fatto, la solidarietà fra lavoratori è in via di estinzione, non esiste più il sentimento di “classe”, eppure le classi esistono ancora, eccome! Solo che quelle più unita e coesa è quella dirigente…
La città ha però ha dimostrato solidarietà, quasi mille persone hanno firmato questo appello:
“I/Le sottelencati/e cittadini/e esprimono solidarietà ai 19 lavoratori, e alle loro famiglie, in lotta contro la decisione aziendale di trasferirli dalla sede di Ivrea alla sede di Milano. Una decisione questa assolutamente incomprensibile all’interno di un’azienda del settore delle telecomunicazioni che possiede certamente tutte le tecnologie necessarie per evitare un trasferimento fisico del proprio personale da una regione all’altra del nostor paese. Un atto grave che appare connotato da una volontà discriminatoria e ritorsiva, in considerazione del fatto che colpisce 15 donne e uomini in precedenza reintegrati dalla magistratura e 4 donne con problemi di salute.”
Una firma è importante, ma non basta, se solo la metà di chi ha firmato si trovasse domani alle 10 in Corso Nigra a Ivrea, davandi a Confindustria, sarebbe un bel messaggio per i signori di Vodafone.
Cadigia Perini