Le incognite delle nuove norme di sicurezza sull’edizione 2018
Sta entrando nel vivo l’edizione 2018 del carnevale di Ivrea, che avrà il suo apice domenica 11 febbraio per terminare come al solito mercoledì 13 con la distribuzione di polenta e merluzzo. Per una volta però l’incertezza e la curiosità non riguardano tanto il nome della mugnaia o le novità preparate dalle squadre di aranceri quanto l’applicazione delle ormai famose norme di sicurezza dettate dal capo della Polizia Gabrielli in seguito alla tragica serata di giugno in Piazza San Carlo a Torino. Le norme, che come ha ricordato lo stesso Gabrielli sono state emanate per non far ricadere sulle forze di pubblica sicurezza responsabilità che sono dei Comuni, sono da applicarsi in qualunque manifestazione pubblica in tutta Italia, e hanno avuto come prima conseguenza la cancellazione di numerosi appuntamenti, concerti, sagre, feste i cui organizzatori non si sentivano in grado di affrontare le numerose e costose misure di sicurezza previste. A fine luglio il Ministero dell’Interno, nella figura del capo di gabinetto Morcone, con una direttiva più dettagliata ha cercato di indirizzare meglio la necessità di misure di sicurezza suddividendo le manifestazioni in base al rischio (basso, medio, alto) senza però dissipare i timori degli organizzatori.
Se il Carnevale di Ivrea è, logicamente, nella fascia “rischio alto”, e vi rientra qualunque manifestazione che raccolga più di 10.000 spettatori, molte altre fiere o carnevali che attirano molte meno persone devono comunque rispettare norme di sicurezza che si traducono in un costo spesso insostenibile. E’ stata così annullata la Fiera della bovina pezzata rossa di Ivrea, sono stati pesantemente ridimensionati la Sagra del cavolo a Montalto, senza la sfilata serale e con poche bancarelle e il Carnevale di Chiaverano. “Noi siamo tutti volontari”, spiega il Presidente dell’Associazione Carnevale di Chiaverano Daniele Sangineto,” e non possiamo affrontare una spesa di diverse migliaia di euro per far redigere un piano sicurezza da un professionista, preparare una nuova cartellonistica, pagare mezzi di soccorso e addetti antincendio, rendere ignifughi e assicurare i carri partecipanti, eccetera. Abbiamo preferito rinunciare, faremo solo la fagiolata e la festa per i bambini.”
Ma sono moltissime le manifestazioni in tutta Italia che improvvisamente devono fare i conti con nuove norme create per garantire “sicurezza” ma che spesso si traducono in pratiche burocratiche, spese e pretese anche irragionevoli. E’ di ottobre la protesta del Sindaco di Vico Canavese, Nicolino, che non può garantire le “vie di fuga” previste dalla circolare Gabrielli anche per i funerali, in un paese che notoriamente ha stradine strette come in tutti i paesi di montagna.
Il rischio è che alla fine solo le grandi manifestazioni possano sopportare i nuovi costi mentre le piccole si vedranno costrette a chiudere i battenti con un impoverimento generale di tutto il territorio.
Il Carnevale di Ivrea comunque è tra le “grandi” e infatti si appresta ad aumentare il bilancio spese di circa 40.000 euro per la “sicurezza”. Ha infatti affidato la redazione del piano sicurezza alla Gae Engineering dell’ing. Amaro, struttura tra le più esperte in campo nazionale, la stessa che sta curando in questi giorni il piano per il Carnevale di Venezia (e le polemiche sono già scoppiate per code e assembramenti).
Con quali effetti? Il primo è l’aumento del biglietto di ingresso per i visitatori, domenica, a 10 euro.
Gli effetti sulla manifestazione si vedranno già sabato sera per la sfilata che è stata drasticamente limitata a 100 rappresentanti per squadra e soprattutto domenica con la forzata regolamentazione di accessi e uscite per gli spettatori nelle varie piazze della città.
Sul sito www.storicocarnevaleivrea.it un video illustra tutte le misure predisposte, vie di fuga, di soccorso, flussi obbligati. Se in linea teorica è però giusto predisporre misure e organizzare i flussi di centinaia di persone, in una realtà come quella del Carnevale di Ivrea può essere molto difficile, se non controproducente, obbligare tutti i partecipanti a girare alla ricerca di un punto di ingresso, che per esempio per Piazza di Città e via Palestro può essere solo da porta Vercelli, via Macchieraldo o da via Corte d’assise e l’uscita solo da via Arduino o corso Cavour. O obbligare ad avere un addetto antincendio, con tanto di partecipazione agli appositi corsi, in ragione di 1 ogni 250 persone. La moltiplicazione è presto fatta, con tanto di costi.
Il piano prevede che in centro città siano ammesse al massimo 14000 persone, numero mai raggiunto, in Piazza di Città 4000 (dei quali sabato sera 900 saranno aranceri), in Borghetto 160 (esclusi aranceri). Proprio il Borghetto, il rione a più alto tasso di partecipazione, rischia di essere l’area più penalizzata anche se non si ricordano essere mai avvenuti incidenti alle centinaia di spettatori. La ricerca di regolamentare ogni aspetto della battaglia porterà quest’anno a far entrare gli spettatori al Borghetto in gruppo ogni 30 minuti, accompagnati in zona protetta e fatti uscire dopo 30 minuti per far posto ad altri. Divieto assoluto per chi non è iscritto alle squadre (lo certifica il numero obbligatorio cucito sulla casacca) di raccogliere arance da terra e tirarle, con allontanamento forzato dalla piazza per i trasgressori!
Il Carnevale 2018 sarà dunque punto di incrocio tra giuste misure di sicurezza, manie sicuritarie (che prendono sempre più piede in molti settori spesso aumentando solo le carte da firmare come scarico di responsabilità) e una tradizione di festa e trasgressione che a Ivrea è molto radicata e non si lascerà imbavagliare tanto facilmente. Se la sfilata del sabato sera forse avrà beneficio da una seria regolamentazione (gli aranceri non sono riusciti in decine di anni a farlo autonomamente e l’aspetto generale è andato via via peggiorando), la caratteristica battaglia delle arance rischia di essere snaturata se troppo rigidamente ingabbiata.
E pensare di eliminare ogni rischio può risultare una chimera irraggiungibile e ingiusta, come si sarà reso conto anche il mega manager Security e Safety ing. Amaro, fratturatosi una gamba a gennaio nel discendere gli scalini del Municipio di Ivrea al termine di una riunione.
E non era Carnevale.
Francesco Curzio