Attorno a metà luglio appaiono in via Dora Baltea in un luogo un po’ defilato tre gruppi di scritte d’ispirazione nazista regolarmente firmate. L’atto viene denunciato, ma l’amministrazione comunale ci mette più di due settimane per cancellare quell’ignobile offesa alla città.
Non hanno il coraggio di scegliere un muro del centro cittadino, scelgono quello di un parcheggio in via Dora Baltea poco utilizzato in questo periodo con le scuole chiuse. Ma hanno il coraggio di firmarsi, perché hanno la certezza di rimanere impuniti. Questo è il problema, più grave delle scritte stesse. Vaneggiano di difesa della razza, di suprematismo bianco, dichiarano il loro amore per il feroce capo del nazismo (scrivere il suo cognome senza le vocali serve solo per eventuale e debole difesa in caso di denuncia). In un paese democratico normale, quel gruppo e loro simili verrebbero dichiarati fuori legge, sciolti. Nella nostra città, che ha avuto tanti giovani che hanno sacrificato le loro vite fino alla morte per la nostra libertà dal fascismo, ci sono volute più di due settimane dalla denuncia dei cittadini perché l’amministrazione comunale decidesse di coprire quelle esecrabili scritte (giustamente corrette in rosso). E lo ha fatto, guarda caso proprio il 29 luglio (fino alle 19 del 28 luglio erano ancora lì), giorno del consiglio comunale quando sapeva che il gruppo del PD sarebbe intervenuto sull’episodio dopo aver scritto nei giorni precedenti al sindaco Sertoli, al presidente del consiglio e agli assessori, una lettera di condanna con la richiesta di ripulire l’area interessata. «Chiediamo all’amministrazione di prendere una posizione pubblica a riguardo, di mettere in campo tutte le iniziative atte a fermare questi e quanti gesti possono ledere la “dignità di ogni essere umano” e la storia che ci ha resi “un popolo libero – scrivono i dem eporediesi e continuano – Esprimiamo la più dura condanna per simboli nazisti che “ignoti” [in realtà le scritte sono firmate, ndr] hanno lasciato su alcuni muri della città di Ivrea. Un richiamo gravissimo a nefaste ideologie che non può essere tollerato». Naturalmente immediata è arrivata anche la condanna della locale sezione dell’Anpi che per mano del suo presidente Mario Beiletti scrive «Il Comune di Ivrea dimostri coi fatti le dichiarazioni di antifascismo del suo Primo Cittadino. L’assessore incaricato mandi subito a cancellare le scritte, ogni volta che appaiono. Ne va della dignità di una Città che è sempre stata antifascista e che non merita di sprofondare nella palude del razzismo e dell’odio, come vorrebbero certi partiti ed esponenti fautori di nazionalismo e xenofobia.» Interviene sulla vicenda anche il circolo di Ivrea di Rifondazione Comunista «Ivrea è e sempre sarà antifascista, antinazista e antirazzista. – affermano da Rifondazione – Nessuna tolleranza per le vili azioni contro questi sentimenti ben radicati nella nostra comunità e per l’istigazione all’odio. E’ inaccettabile e che l’amministrazione comunale di Ivrea nonostante le denunce dei cittadini non abbia ancora cancellato le scritte filonaziste e razziste. Ci uniamo alle voci di sdegno che in tante si sono alzate in questi giorni e chiediamo al sindaco Stefano Sertoli che esprima forte e chiara condanna per la ignobile azione e riaffermi l’essenza antifascista della Città di Ivrea e all’assessore competente che si attivi celermente ora e nel futuro per cancellare quelle scritte che offendono la dignità della nostra città che ha visto tanti giovani sacrificarsi fino alla morte per la nostra libertà.»
Il gruppo di estrema destra eporediese che sfrontatamente firma le scritte inneggianti al nazismo e alla supremazia della “razza bianca”, non è nuovo a simili gesti in città ed è grave derubricare le loro azioni come “ragazzate”. Come accadde nel 2017 quando l’allora presidente del consiglio del PD Elisabetta Ballurio (poi passata a sostenere il sindaco del centro-destra alle elezioni 2018 ed oggi sparita dal panorama politico eporediese). Dopo averli denunciati insieme all’Anpi di Ivrea per apologia del fascismo, la consigliera li invitò con una lettera dai toni paternalisti ad un confronto pubblico, dando loro di fatto legittimità. E come sta accadendo anche per quest’ultimo episodio con alcuni esponenti della Lega che, pur affermando che i fatti vanno “denunciati senza ambiguità”, classificano le scritte sui muri cittadini come “Rigurgiti di stupidità”, oppure come “ragazzate”. “Immagino che spesso dietro quelle bombolette ci siano ragazzini che a malapena conoscono il significato di ciò che scrivono.” dichiara il senatore Giglio Vigna.
E seppure gli aderenti al gruppo che ha firmato le scritte fossero per lo più di giovane età, dietro di loro vi sono dei “grandi” e dei gruppi nazionali di estrema destra ben noti. E ancora, che il nazismo e il fascismo hanno compiuto atti criminali contro le popolazioni per il colore della pelle, il credo religioso, le diverse idee politiche, privando della libertà, torturando e uccidendo, lo sanno bene anche i ragazzini.
Per questa ragione più d’uno si chiede, come ha fatto un iscritto dell’Anpi «Ma non dovrebbe essere lo Stato, nel suo insieme, ad impedire il ritorno di vecchi e nuovi fascismi? Non sta scritto questo nella Costituzione, nostra legge primaria e fondamentale? E lo Stato non dovrebbe esserne il custode, il garante, l’esecutore?».
«Bella domanda – risponde Mario Beiletti, presidente della sezione Anpi di Ivrea e Basso Canavese – la cui soluzione renderebbe inutili proteste, indignazioni, mani di vernice sui muri, perché un intero corpo sociale, una intera cittadinanza, e per primi i suoi massimi rappresentanti, non dovrebbero nemmeno concepire le ondate di odio, le risorgenti frange fascio-naziste, le becere espressioni che si rifanno ad un passato che dovrebbe essere cancellato, fare orrore, rigettato in massa.»
Le scritte ora sono state cancellate. Ma è accaduto troppo tardi per non essere preoccupati della sottovalutazione del fenomeno.
Un’antifascista nel giorno del ricordo del partigiano Ferruccio Nazionale, torturato e impiccato nella piazza del municipio dalla Xª Divisione MAS, proprio quella divisione celebrata e inneggiata dal gruppo neo-nazista che imbratta la città, ha detto «Fossi stata io il sindaco, appena saputo avrei preso pittura e pennello e avrei subito cancellato quelle scritte, non ci vorrà mica una delibera di giunta per cancellare l’odio, il razzismo e nazismo dai muri della città».
Cadigia Perini