Intervista a Samuele Ratti, il cercatore di piante del Biellese. Samuele cerca alberi monumentali. Nel Biellese ne hanno censiti 150. Manca ancora tutta la zona da Zimone a Oropa. Se volete scoprire come rilevarli armatevi di metri e segnatevi l’indirizzo di Samuele che trovate alla fine dell’intervista
Ettore: Gli alberi sono sempre più il simbolo della lotta al cambiamento climatico, alla sua mitigazione. Quelli monumentali, cioè le piante che hanno un particolare valore storico o paesaggistico, stanno riscuotendo interesse anche escursionistico e turistico. Come li possiamo riconoscere?
Samuele: Non è facile definire e quindi riconoscere un albero monumentale, ci si basa su sette criteri, ovvero: età e dimensioni, forma e portamento, valore ecologico, rarità botanica, architettura vegetale, pregio paesaggistico, pregio storico-culturale-religioso. Il metodo più semplice è comunque quello di identificare la specie con cui abbiamo a che fare e misurarne la circonferenza a 130 cm da terra. Ogni specie cresce a ritmi diversi ed è quindi necessario fare le dovute distinzioni. Sul sito del Ministero sono disponibili delle tabelle con le misure minime richieste per ogni specie, dove ad esempio troviamo le sequoie con una misura minima di 400 cm, i castagni con 450 cm, l’agrifoglio con 150 cm, il melo con 200 cm.
Ettore: A cosa serve l’Elenco degli alberi monumentali?
Samuele: l’Elenco permette di censire e monitorare la salute di tutti i grandi alberi conosciuti. Gli alberi inseriti in questo elenco, al momento circa quattromila, sono tutelati a norma di legge e solo personale altamente formato può prendersene cura, in questo modo si è quasi certi che vengano trattati nel miglior modo possibile. Qui potete consultare l’Elenco completo.
Oltre all’elenco ufficiale sono presenti diversi censimenti autonomi, portati avanti da organizzazioni e associazioni a livello locale o nazionale. Tra questi spicca il RAMI (Registro degli alberi monumentali Italiani), che raccoglie numerosissime segnalazioni e le organizza in un sito corredandole con fotografie e geolocalizzazione e collaborando con le Regioni per l’implementazione dell’Elenco nazionale.
Ettore: quanti ce ne sono nel Biellese?
Samuele: il Biellese è molto ricco di alberi monumentali, al momento nell’Elenco ministeriale se ne contano solo 22, mentre sul sito del RAMI si sfiora la cifra di ben 150 alberi sparsi in tutta la provincia. Il lavoro però è ancora molto, tanti devono ancora essere scoperti e molti altri, crescendo in giardini privati, sono difficilmente accessibili.
Ettore: Ne ha trovati anche alcuni sul Cammino d’Oropa? Dove e che alberi sono?
Samuele: Alcuni crescono proprio lungo in Cammino d’Oropa, quelli al momento conosciuti sono cinque, appartenenti a tre specie diverse. Il primo che si incontra è un gelso (Morus alba) molto particolare, cresce in mezzo ai campi nei pressi di Cavaglià dove fu piantato quasi certamente per l’allevamento dei bachi da seta (questi bruchi sono infatti ghiotti delle sue foglie), è particolare perchè si potrebbe definire un bialbero! In corrispondenza delle prime ramificazioni si intravede infatti un piccolo sambuco che gli cresce proprio sopra. Questo gelso sembrerebbe a prima vista un alberello di poco conto, ma conoscendo il suo tasso di crescita potrebbe avere più di un secolo di età.
Proseguendo lungo il percorso ci si imbatte in un bel bagolaro (Celtis australis), detto anche spaccasassi per la forza del suo apparato radicale, che cresce all’ingresso di Cavaglià. Un bell’albero che si avvicina di più all’idea di maestosità che ci viene in mente pensando agli alberi monumentali.
In ultimo a Roppolo si passa in mezzo a un gruppo di tre castagni che hanno qualcosa di magico. Oltre alle dimensioni dei tronchi cattura infatti la loro conformazione, ricca di cavità, porzioni secche e venature sinuose che gli permettono di ospitare numerosi abitanti del bosco. I castagni sono alberi che caratterizzano il nostro territorio, vengono coltivati da secoli per gli usi più svariati. I tre che si incontrano lungo il Cammino di Oropa venivano potati periodicamente sempre nello stesso punto per produrre pali resistenti e durevoli, per questo non sono molto sviluppati in altezza.
Ettore: Ci sono ancora zone inesplorate, è possibile fare delle segnalazioni? Se sì come? Si può contattare te?
Samuele: Le zone inesplorate sono ancora moltissime e qualunque cittadino può segnalare un albero compilando un semplice modulo da inviare al Comune in cui cresce, il quale dovrebbe poi inviarlo agli uffici della Regione Piemonte. A questo link sono disponibili una guida per i nuovi cercatori di alberi e il pdf da stampare e compilare per procedere alla segnalazione.
In alternativa potere rivolgervi al RAMI, che provvederà ad inserire l’albero sul proprio sito e, se vengono soddisfatti tutti i criteri, a segnalarlo alla Regione. Per fare ciò basterà contattarmi via mail all’indirizzo [email protected] , inviando almeno le indicazioni per raggiungere il luogo in cui cresce il soggetto (meglio se coordinate GPS) e aggiungendo se possibile la misura della circonferenza e alcune foto.
Ettore Macchieraldo