Sabato 12 settembre Cgil Cisl Uil Torino e Canavese scendono in piazza per la manifestazione, indetta unitariamente dai sindacati, per proseguire il percorso avviato il 13 dicembre scorso con la “Vertenza Torino” in vista di un autunno che si preannuncia molto complicato.
“L’emergenza Covid-19 ha aggravato la crisi economica e le difficoltà di Torino e della sua area metropolitana, alimentando ulteriori incognite per il futuro. Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito alla chiusura di molte aziende e alla perdita nel territorio di 16mila occupati. E’ necessario mettere a punto rapidamente un piano di rilancio dell’intera area metropolitana, in grado di dare prospettive e di valorizzare sia le tradizionali competenze esistenti, sia i nuovi settori produttivi ed occupazionali. Per affrontare il presente e progettare il futuro il fattore tempo è decisivo.
Il lockdown ha comportato, per il Piemonte, richieste di ammortizzatori sociali e di indennità di disoccupazione (NASPI) per circa un milione di lavoratori su un totale di 1 milione 800 mila occupati. Secondo le previsioni degli industriali, il 30% delle imprese, soprattutto di piccole dimensioni, è a rischio chiusura. Se le previsioni di aumento del tasso di disoccupazione di 3-4 punti percentuali a livello nazionale si avverassero, l’area metropolitana di Torino pagherebbe un prezzo molto alto: oltre 30mila disoccupati in più.
UN NUOVO RUOLO PER L’AUTOMOTIVE E PER L’INDUSTRIA
I tempi e le modalità della fusione tra FCA e PSA, le profonde trasformazioni richieste nella produzione di veicoli, anche per una maggior sensibilità nella salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo tecnologico del settore dell’automotive richiedono un’azione incisiva e continua per assicurare un futuro meno incerto agli stabilimenti torinesi e un interesse delle Istituzioni non solo “di facciata”, facendo ogni sforzo possibile per attrarre nel nostro territorio nuovi investimenti e portare a Torino una fabbrica di batterie elettriche.
La manifattura rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia dell’area metropolitana torinese: l’innovazione tecnologica deve favorire l’aggregazione delle imprese e la compatibilità con il rispetto dell’ambiente.
LA CRISI COLPISCE TUTTI I SETTORI
Nel settore terziario convivono imprese di eccellenza ed attività a basso valore aggiunto che si traducono in lavoro povero e precario per i dipendenti e per chi opera nei servizi in appalto. La situazione è in rapido peggioramento e aumentano i rischi di chiusure definitive. L’incertezza sul futuro delle/gli addette/i alle mense è una delle principali preoccupazioni, insieme all’impatto della pandemia sul turismo e sui pubblici esercizi.
Il settore edile, in questi anni di crisi è stato colpito pesantemente e bisogna ancora valutare gli effetti della misura del “super bonus” adottata di recente dal Governo.
Un piano di manutenzione del territorio, di ristrutturazione degli edifici pubblici e privati per ottenere un maggior risparmio energetico, il riutilizzo delle aree dismesse, gli interventi necessari alla ripresa in sicurezza dell’attività scolastica, possono creare occupazione.
La riduzione del numero dei dipendenti pubblici, a partire dalle aziende sanitarie, determina ricadute negative, oltre che sull’occupazione, anche sui servizi ai cittadini. Emblematica è stata l’esperienza della diffusione del Covid-19, che ha dimostrato, nonostante l’encomiabile impegno del personale sanitario, gli errori di programmazione per la formazione di specifiche figure professionali e i dissesti organizzativi e strutturali, in particolare per quanto concerne la rete territoriale sanitaria.
UN TERRITORIO CHE INVECCHIA E NON PENSA AI GIOVANI
Dal punto di vista anagrafico, la popolazione dell’area metropolitana continua a diminuire e il rapporto tra anziani e giovani vede un numero doppio dei primi, anche per il basso indice di natalità.
Il blocco delle attività scolastiche e delle università ha provocato pesanti conseguenze sulle famiglie ed ampliato le diseguaglianze per l’impossibilità di accesso alla formazione con le nuove tecnologie.
Restano tuttora pesanti incertezze per la ripresa delle attività scolastiche
Consideriamo che, nel 2019, circa 110.000 studenti frequentano le università torinesi, ma solo pochi trovano, poi, uno sbocco lavorativo nel nostro territorio.
Non possiamo permetterci di subire il declino. Vogliamo la rinascita di Torino
Ѐ necessario mettere a punto rapidamente un piano di rilancio dell’intera area metropolitana, in grado di dare prospettive e di valorizzare sia le tradizionali competenze esistenti sia i nuovi settori produttivi e occupazionali.
Chiediamo:
- di finanziare adeguatamente la sanità pubblica, rafforzando la rete territoriale e inserendo le figure professionali carenti, compresi gli infermieri di comunità
- un utilizzo più flessibile, veloce ed efficace dei fondi messi a disposizione
- dall’Unione Europea, indirizzando le risorse nei settori in grado di moltiplicare investimenti e occupazione, a partire dall’automotive, dall’aerospazio e dalla ricerca (applicata e pura)
- di avviare un piano di infrastrutture materiali e immateriali, comprensivo del completamento delle opere iniziate, che possa rendere attrattivo il nostro territorio. Ѐ necessario perseguire gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, della sicurezza e della modernizzazione, anche per quanto riguarda il patrimonio pubblico (Scuole, raddoppio della metropolitana torinese, Parco della salute, della Scienza e dell’Innovazione)
- di sostenere e qualificare il lavoro nel commercio, nel turismo, nella cultura e nell’agroalimentare, favorendo l’utilizzo di tipologie contrattuali utili a ridurre le forme di precariato e di povertà
- di potenziare le politiche attive, destinando meglio e in misura maggiore le risorse per la formazione e l’aggiornamento professionale, con l’obiettivo di intercettare le richieste di profili necessari per il mercato del lavoro
- la valorizzazione della popolazione anziana, promuovendo l’invecchiamento attivo e una nuova legislazione in materia di non autosufficienza.
In questa situazione di estrema gravità e di incertezza, il Sindacato vuole svolgere un’azione incisiva e prolungata di rappresentanza, ricercando le alleanze possibili con le altre forze sociali e del territorio, per interloquire con le istituzioni locali e le forze politiche. Servono concretezza e proposte adeguate per la condivisione di un progetto utile alla difesa del lavoro e allo sviluppo del territorio.