Fino alla fine e Pale blue dot chiudono Ivreaestate 2019
Si è aperta e chiusa nel segno del teatro la trentatreesima edizione di Ivreaestate, quest’anno allungatasi fino all’11 settembre vista la partenza ritardata a luglio. Ed è stato un settembre ricco di appuntamenti importanti e anche molto attesi.
Si è arrivati infatti al sold out per Fino alla fine, con biglietti in gran parte venduti in prevendita, spettacolo tratto dal romanzo Io resto qui di Marco Balzano, già finalista al Premio Strega 2018, e ridotto a testo teatrale da Simonetta Valenti e da lei interpretato con la regia di Silvia Giolito.
Non è mai semplice la trasposizione di un testo letterario, fatto per essere letto con calma e con il ritmo che il lettore vuole dargli, in uno adattato ai tempi e alle possibilità di uno spettacolo e di un palco reale. A maggior ragione questo vale per il romanzo di Balzano, densissimo di vicende complesse, storiche e familiari, che si sviluppano nel corso di vari decenni.
La difficoltà è stata superata dalle due autrici (interprete e regista) puntando su un preciso spartito attoriale, sulla modulazione di ogni singola scena o anche frase, sulla presenza di pochi ma indispensabili oggetti di scena, immagini di un mondo semplice ma che non chiedeva altro che poter continuare ad esistere.
A un certo punto compare un operaio edile che, indifferente al resto, comincia a montare una parete sullo sfondo. E la diga pian piano cresce e alla fine, come sappiamo, sommergerà tutto, mentre l’acqua, virtuale ma efficacissima, invade la scena.
Resta fuori solo il campanile, quasi a ricordarci, come conclude Trina che “Andare avanti, come diceva Mà, è l’unica direzione concessa. Altrimenti Dio ci avrebbe messo gli occhi di lato, come i pesci”.
La grandissima accoglienza da parte del pubblico, prima e dopo lo spettacolo, e la presenza partecipe in sala dello stesso Balzano, sono il meritato riconoscimento di un lavoro impegnativo che sicuramente potrà trovare altre sedi di rappresentazione e diffusione.
La stagione di Ivreaestate si è conclusa mercoledì 11 settembre con uno spettacolo che, come in una staffetta, apriva contemporaneamente il Festival Morenica, che proseguirà poi con altre date a Chiaverano.
Pale blue dot è il titolo di questo spettacolo, interpretato da Andrea Brunello, che, più di ogni altro caso, può definirsi “necessario”. Il pallido pallino blu del titolo è infatti la nostra terra vista dallo spazio, una terra impietosamente lanciata verso la catastrofe ambientale, come i dati scientifici registrano da tempo. Le vicende personali si mescolano con i dati oggettivi della situazione, dati già peggiorati da quando lo spettacolo ha debuttato, mentre l’incapacità di decisioni impopolari ma indispensabili perpetua la gravità della situazione.
Non è facile non farsi avvolgere dall’angoscia di fronte all’inadeguatezza dei nostri governanti ma una presa di coscienza è assolutamente indispensabile, soprattutto delle nuove generazioni. Come farlo non è ben chiaro, ma Pale blue dot almeno fa la sua parte.
Francesco Curzio