Proteggi il prossimo tuo (sì, ma come?)

In questi giorni, nella cassetta della posta di tutte le famiglie di Ivrea è stata recapitata una busta, recante la dicitura “Per aiutarti a rispettare le regole e proteggere il prossimo e te stesso

All’interno, una mascherina per ciascun componente della famiglia e un foglio, a firma dell’Amministrazione comunale, dove è specificato che le suddette mascherine sono di tipo “chirurgico” e sono “necessarie per proteggere gli altri da te”.
Sullo stesso foglio, la raccomandazione ad osservare le misure igienico-sanitarie prescritte dal D.P.C.M. del 10 aprile 2020, che tutti da un paio di mesi vediamo appese un po’ ovunque (lavarsi spesso le mani, evitare contatti ravvicinati, abbracci e strette di mano, non toccarsi occhi naso e bocca con le mani, e via così).

I videomessaggi del sindaco

Con un videomessaggio del 22 aprile il sindaco di Ivrea Stefano Sertoli ha annunciato, con visibile soddisfazione, l’imminente distribuzione delle mascherine, esaltando in particolare il lavoro volontario di una ventina di dipendenti comunali che avevano preparato le buste e quello della Protezione Civile e di altre associazioni di volontari che avevano invece effettuato la consegna nelle case di Ivrea.
A caval donato non si guarda in bocca? Oggi più che mai ci pare doveroso guardare eccome (pur mantenendo la distanza di sicurezza) in bocca a tale regalia. Soprattutto in presenza, a livello nazionale e regionale, di un eccesso di informazioni fai-da-te e di vademecum più o meno ufficiali che aumentano la sensazione di insicurezza e confusione rispetto a una questione di vitale importanza.
E’ stato fatto uno sforzo notevole per questa operazione: impacchettare in sacchetti di plastica le mascherine (ci auguriamo in ambiente sterile), stampare le lettere, imbustare il tutto in altra busta, stampare gli indirizzi, imbucare in ogni cassetta postale, … per cosa? Per consegnare una sola mascherina a testa, praticamente usa e getta e soprattutto senza dare informazioni su come e per quanto tempo usarla.

Si fa presto a dire mascherina

Le mascherine in generale hanno una duplice funzione: servono a proteggere noi dal possibile contagio esterno e nello stesso tempo gli altri da noi, in caso di eventuale positività. Ma non tutte le mascherine svolgono entrambe queste funzioni.
Le mascherine chirurgiche sono rettangolari, fatte di tre strati di tessuto-non-tessuto e con elastici o lacci. Devono soddisfare alcuni requisiti tecnici stabiliti per legge, passare alcuni test specifici che verificano se la mascherina blocca all’interno le goccioline contaminate da virus o batteri e avere il marchio CE. Il decreto Cura Italia ha introdotto però alcune deroghe temporanee alla normativa per aumentare la disponibilità di questi prodotti. Attualmente si possono vendere legalmente, anche nelle farmacie, prodotti che vengono autocertificati dai produttori ma che non hanno seguito l’iter ufficiale dei test. Attenzione: servono per proteggere gli altri dal contagio (il prossimo quindi, non te stesso) che noi possiamo veicolare perché sono disegnate per far in modo che la saliva emessa quando si parla non possa raggiungere né le persone né le superfici. Inoltre, prima di indossarle (è il Ministero della Salute a spiegarcelo www.salute.gov.it) bisogna lavare le mani con acqua e sapone o con una soluzione alcolica. Poi coprire bocca e naso con la mascherina assicurandosi che aderisca bene al volto, ma evitando di toccarla mentre la si indossa. Va tolta prendendola dall’elastico e senza toccare la parte anteriore della mascherina. Poi va gettata immediatamente in un sacchetto chiuso e dopo bisogna lavarsi le mani.

Sicuri per un giorno

Insomma, una manciata di righe, magari tradotta in più lingue (rumeno, arabo e cinese soprattutto), avrebbero reso concittadini e concittadine coscienti di quanto avevano ricevuto,compreso il fatto che si tratta di mascherine mono-uso.
Quindi, cittadini sicuri per un giorno. Quello dopo si torna in farmacia, in ferramenta, in edicola, su Amazon o su Youtube, alla ricerca del tutorial più in voga del momento. Non dare queste importanti istruzioni e l’importante, vitale, informazione che la mascherina non va usata per più di 4-6 massimo 8 ore e poi si deve smaltire, “correttamente”, è un fatto molto grave. Il messaggio sulla busta “proteggere il prossimo e te stesso” fa erroneamente credere che quel pezzetto di stoffa proteggerà chi ti sta vicino e te stesso. Anche se gran parte del lavoro è stato svolto da volontari immaginiamo che l’intera operazione abbia avuto un costo. Che rapportato ai benefici ci pare ribalti la bilancia. Decisamente eccessivo poi un video-messaggio solo per comunicare con grande soddisfazione un’operazione che ormai tutti i comuni stanno facendo, come atto dovuto, con modestia e maggiore praticità e in qualche caso distribuendo mascherine lavabili o consegnandole alle farmacie e dando indicazione ai residenti di andarle a ritirare.

E’ del 16 aprile la notizia che la Regione Piemonte ha deciso di acquistare cinque milioni di mascherine lavabili e riutilizzabili dieci volte da distribuire a tutta la popolazione piemontese. Il costo, pari a sei milioni di euro, verrà in parte coperto dalle donazioni ricevute sul conto corrente attivato per l’emergenza Coronavirus.
Da restare con un palmo di naso e due mascherine nella buca delle lettere.
In ogni caso, cerchiamo di essere positivi! Anzi, no.

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