L’ India di Agnese e Tiago

Agnese ha vissuto 10 mesi in India nel 2016-2017 grazie a una borsa di studio CRT.
Da Ivrea a Pune nel Maharashtra, dal liceo classico Botta alla scuola ospitante Bhojwani College
Ora studia Scienze strategiche e della sicurezza a Torino ma spera di poter ripartire presto….caratteristica questa che accomuna molti dei ragazzi che fanno questo tipo di
esperienza!

Le sue pillole dall’India:

  • gli indiani per dire sì con la testa non fanno su e giù come noi ma la muovono a destra e sinistra
  • il più grande segno di rispetto per gli indiani si fa toccando i piedi dell’altra persona (si fa con persone più anziane, tipo con i nonni, o con persone con cariche importanti, per esempio con il preside della scuola)
  • i cibi salati sono estremamente piccanti e speziati e i cibi dolci sono zucchero puro
  • ovviamente si mangia con le mani e, in particolare, usando solo la mano destra perché quella sinistra è considerata “impura”

Anche Tiago è stato un anno scolastico in India. Ci racconta: “Ciao a tutti, mi chiamo Tiago e ho trascorso un anno in India tra il 2010 e il 2011, ormai più di dieci anni fa. Frequentavo il liceo scientifico Newton di Chivasso, città dove ho trascorso la maggior parte della mia vita, fino ad ora. Sono passato da Chivasso, una città di 27 mila persone, ad una di 8 milioni: Chennai. Nonostante non l’avessi mai sentita nominare, si tratta della quarta città più grande dell’India, nello stato sudorientale del Tamil Nadu. Questa esperienza non è stata facile, ma mi ha dato i mezzi per affrontare le sfide che mi si sono prospettate in questi ultimi 10 anni. Tornato, oltre a diventare un volontario attivo del centro locale di Intercultura di Ivrea, mi sono iscritto alla facoltà di Farmacia, all’indirizzo di Chimica e tecnologie farmaceutiche (CTF). Dopo 4 anni relativamente stanziali tra Chivasso e Torino, mi sono trasferito a Lund in Svezia, per una tesi sperimentale in chimica farmaceutica. Ho avuto poi la fortuna di vincere un concorso per una posizione di dottorato finanziata dall’Unione Europea tra Svezia e Svizzera, stati dove ho trascorso gli ultimi 3 anni. Ora sono in Svezia, con ancora un anno di dottorato davanti, dopo si vedrà.

Ecco le sue istantanee:

  • a scuola si va con la divisa, spesso diversi giorni della settimana prevedono divise differenti. Io ne avevo tre diverse. Camicia e pantaloni bianchi il lunedì, camicia rosa e pantaloni scuri dal martedì al giovedì e Pajama Kurta il venerdì, un abito tradizionale indiano.
  • Nelle famiglie tradizionali, il padre mangia prima con i figli, con la madre che serve il pasto. La madre mangia poi successivamente.
  • La religione principale è l’induismo. Le famiglie religiose iniziano la giornata con il Puja, varie preghiere e rituali che si celebrano nella Puja room. A seconda della famiglia, gli induisti possono avere un piccolo angoletto dove fare i Puja, fino ad arrivare a vere e proprie stanze dedicate, nel caso delle famiglie più abbienti.
  • L’India è un sub-continente ricco di storia e cultura. Per la sua grandezza e varietà, le differenze tra le diverse parti sono enormi. Per averne un’idea, vi sono 21 lingue riconosciute, di cui molte hanno alfabeti a sé stanti. A queste 21 lingue, si vanno a sommare innumerevoli dialetti e variazioni regionali.
  • La parola più bella? சும்மா o traslitterato Chumma è una parola in Tamil che in italiano vuol dire “semplicemente” o “senza nessun particolare motivo”. Chumma mi è subito piaciuta, è bello avere una parola per esprimere la non necessità di avere uno scopo o intenzione. “Che fai? Sto camminando chumma”. Oppure: “Perche l’hai fatto? Chumma”. La uso ancora spesso.
Ricetta tipica

Il cibo tipico è il chapati che è una sorta di piadina che si strappa e con i pezzi strappati “raccogli“ gli altri cibi.

Chapati

Tempo di preparazione: 15 min
Cottura: 40 min
Ingredienti:
80 g Farina 00
160 g farina integrale
180 ml acqua a temperatura
ambiente
½ cucchiaino sale fino

Preparazione:
1. far sciogliere il sale
nell’acqua
2. versare la farina in una ciotola e aggiungere l’acqua
3. impastare per 10 minuti
4. coprire la ciotola e lasciar riposare l’impasto per 20 minuti
5. dividere l’impasto in pezzi e formare delle palline di circa 50 g
6. con il mattarello stendere le palline in dischi sottili
7. scaldare una padella antiaderente e far cuocere i dischi
8. mettere il chapati in un foglio di carta assorbente per cucina dentro un foglio di alluminio
per mantenerlo caldo