Elena nel 2014-2015 dall’Istituto Aldo Moro di Rivarolo è partita per la sua esperienza all’estero.
Ha trascorso 10 mesi in Uruguay, prima nel paesino di San Jacinto e poi nella cittadina di Tala a poco più di un’ora dalla capitale Montevideo.
Nel 2014 l’Uruguay faceva parte dei centri locali dell’Argentina; infatti Elena aveva scelto come meta proprio l’Argentina, scoprendo con molta sorpresa di essere stata scelta per il piccolo stato a fianco. All’inizio un po’ perplessa, alla fine ha ringraziato infinitamente i volontari uruguaiani che avevano scelto il suo fascicolo.
Oggi è una laureanda in Biotecnologie mediche.
Ecco alcune istantanee della sua esperienza.
In Uruguay vivono 9 milioni di mucche e 3 milioni di persone; infatti sono i primi esportatori al mondo di carne bovina. Anche la sua famiglia, che non lavora nell’allevamento, ne aveva una.
La metà della popolazione uruguaiana vive a Montevideo (la capitale). Al di fuori i paesi sono distanziati fra di loro da distese di campi.
Il cerro Catedral è il punto più alto dell’Uruguay, con un’altezza di ben 514 m. Il territorio uruguaiano, infatti, è pianeggiante e il clima caldo e umido, per questo non nevica mai. È avvenuta un’unica nevicata nella prima metà del Novecento e continuano a raccontarla ancora oggi, data la straordinarietà dell’evento.
La lingua ufficiale dell’Uruguay è lo spagnolo, ma praticamente tutti sanno il portoghese e al confine con il Brasile si parla il portunol (un misto di spagnolo e portoghese).
Condividono molto della loro cultura con gli argentini; infatti fanno parte della tradizione il mate, il dulce de leche, il tango. E secondo gli uruguaiani molte di queste tradizioni sono in realtà nate in Uruguay.
Il portoghese e l’italiano sono le lingue più parlate dopo lo spagnolo, l’italiano in quanto molti cittadini uruguaiani sono di discendenza italiana. I loro nonni hanno raggiunto quelle terre durante gli anni dell’emigrazione; vanno molto fieri del fatto che Garibaldi abbia combattuto la loro battaglia di indipendenza dall’Argentina e si narra che il colore delle giubbe utilizzate dai suoi soldati sia stato scelto proprio durante quelle battaglie.
Ricetta Tipica: Alfajores de maizena
Tempo:Preparazione: 20 min
Cottura: 70 min
Ingredienti:
150 g fecola di patate
150 g farina 00
75 g zucchero
125 g burro a temperatura ambiente
1 pizzico bicarbonato
1 scorza di limone
1 uovo
1 tuorlo
Preparazione
1. versare in una ciotola lo zucchero e il burro ammorbidito tagliato a pezzetti
2. amalgamare con una frusta
3. separare il tuorlo dall’albume e aggiungerlo all’impasto
4. quando sarà stato incorporato aggiungere l’uovo intero
5. in una ciotola setacciare la farina e la fecola di patate e il bicarbonato
6. aggiungere la scorza di limone
7. unire le polveri della seconda ciotola alla prima ciotola
8. amalgamare l’impasto con una spatola fino a renderlo omogeneo
9. trasferire l’impasto su una pellicola trasparente e lasciarlo riposare in frigo per 2 ore
10. stendere l’impasto fino allo spessore di 0,5 cm
11. con una formina ricavare i biscotti dalla pasta
12. metterli in frigo per 10 minuti
13. cuocerli in forno statico per 10 minuti a 180°
Prendete due dischetti e uniteli con una crema, possibilmente il dulce de leche e fate
rotolare la parte con la crema nella farina di cocco