Tra paginette dell’ultima ora esibite dall’avvocato di De Benedetti, un indagato per falsa testimonianza, relazioni di consulenti sugli organigrammi e di periti del tribunale sulle diagnosi delle vittime, si avvia il 13 giugno la fase conclusiva del processo per 12 morti e 2 ammalati di mesotelioma. Un convegno l’8 giugno a Ivrea su malattie professionali e prevenzione
Dopo la marcia indietro di Roberto Colaninno e Corrado Passera che, contrariamente a quanto precedentemente annunciato, non interverranno per difendersi, è l’avvocato Tomaso Pisapia, difensore di Carlo De Benedetti, ad aver animato l’udienza del 16 maggio del processo per le vittime di amianto in Olivetti. In un’udienza dedicata all’ascolto dei consulenti delle difese su organigrammi, deleghe e responsabilità giuridiche, l’avvocato Pisapia ha prodotto tre pagine di un documento rinvenuto, a suo dire, in un magazzino Telecom di Torino (nel quale ci sarebbe una enorme quantità di documenti, si parla di 14mila scatoloni con documenti per lo più da archiviare), dal quale emergerebbe che già nel 1978 e poi nel 1981 la Olivetti acquistava il talco utilizzato in produzione dalla Talco & Grafite Val Chisone, ditta che produceva quello non contaminato da amianto. Ne risulterebbe, pertanto, che il talco contenente la tremolite non sarebbe stato usato in Olivetti fino al 1986 come sostiene invece l’accusa. Contro l’acquisizione del documento è intervenuta la PM sostenendo che, per accertare la provenienza delle tre paginette, sarebbe stato necessario sequestrare almeno i registri dai quali provengono. Di diverso avviso la giudice Stoppini che ha disposto l’acquisizione agli atti del documento.
Sempre sulla questione del talco, uno dei testimoni dell’accusa, Paolo Fornero, che nell’udienza del 17 febbraio scorso aveva ritrattato quanto dichiarato nell’agosto 2013 ai PM (che l’amianto nel talco utilizzato in produzione era stato scoperto dal Servizio Ecologia interno, di cui faceva parte, nel 1981 e che era stato utilizzato per altri 5 anni) è ora indagato per falsa testimonianza.
Mentre slitta al 5 giugno il termine entro il quale i due periti nominati dal tribunale dovranno depositare la relazione su vetrini e altri reperti per la conferma delle diagnosi di mesotelioma pleurico, si avvicina a passi veloci la data della sentenza che, salvo imprevisti, dovrebbe essere pronunciata il 18 luglio prossimo. Lunedì 13 giugno inizieranno le discussioni finali con la requisitoria dei Pubblici Ministeri e di alcune parti civili. Il 20 giugno continueranno le altre parti civili, mentre le udienze del 22 e 27 giugno e del primo luglio saranno dedicate alle arringhe dei difensori e quella dell’11 luglio ad eventuali repliche.
Si apre quindi la fase “riassuntiva” dell’intero processo e sarebbe un segno di attenzione della città e di vicinanza alle vittime se il 13 giugno l’auditorium del liceo Gramsci, che ospita questo processo, vedesse un’ampia partecipazione di cittadini.
Un’occasione di confronto e approfondimento è quella organizzata nel pomeriggio di mercoledì 8 giugno da Fiom, Cgil, Patronato Inca e Spi-Cgil che, proseguendo l’impegno sviluppato in questi anni con lo “sportello amianto”, incontrano gli enti preposti alla tutela della salute dei lavoratori (Spresal dell’ASL, Renam provinciale) in un convegno dal titolo “Amianto, malattie professionali, prevenzione… quando?”. Sono invitati sindaci e amministratori del territorio, interverrà il responsabile regionale Cgil della vertenza amianto e si parlerà anche del recente accordo sindacale unitario con i medici di famiglia per l’emersione delle malattie professionali.
Francesco Zaccagnini | 25/25/2016